Gentilissimi,
A seguito dell’illegale, illegittimo, inaccettabile e discriminatorio
provvedimento sul green pass, sono riuscita a farmi rimborsare
l’intero importo del mio abbonamento in piscina non ancora goduto,
inviando una “semplice” PEC di diffida con tutti i riferimenti
legislativi del caso.
Mia madre, iscritta a un altro centro sportivo, non è riuscita a fare
altrettanto; abbiamo inviato due PEC, nessuna risposta: dopo 10 anni
di tesseramento, le è stato negato ogni incontro e ogni comunicazione
anche solo telefonica, e tutto quello che abbiamo ricevuto in risposta
sono state minacce via mail di “mettere in mezzo gli avvocati” e
simili.
Non intendiamo accettare tutto questo; l’esibizione obbligatoria di un
certificato illegittimo non era presente all'atto della firma del
contratto, e questa modifica unilaterale, arbitraria e del tutto
illegale non è neppure stata comunicata in forma scritta come come
previsto dalla Legge n.248 del 04-08-2006 in ottemperanza all'Art.
1341 del C.C.
Come dobbiamo procedere per avere quanto ci spetta?
Attendo risposta, grazie
Silvia (RM)
Risposta: la normativa che ha introdotto l'obbligo dal 06/08 sia dell'esibizione che del controllo del "green pass" per accedere ai locali chiusi dell'attivita' non altera le responsabilita' contrattuali sottoscritte in precedenza, per le quali il recesso è ammesso solo in caso di modifiche unilaterali del servizio (cioe' non imposte per legge) o inadempienze di una delle parti. Il consenso alla sua richiesta di rimborso non ci pare percio' frutto di un dovere, bensi' una concessione del gestore, evidentemente non condivisa, legittimamente, in altre palestre.
Qui una utile scheda sulle disposizioni generali anticovid:
https://sosonline.aduc.it/scheda/coronavirus+misure+fronteggiare+emergenza+vigore_30753.php