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VATICANO ISTIGA A DELINQUERE E VIOLA IL CONCORDATO? ESPOSTO ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA
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19 marzo 2007 0:00
 

Lo scorso 16 marzo 2007, lo Stato del Vaticano ha invitato i sanitari, politici, farmacisti e soprattutto i giudici al "doveroso esercizio" dell'obiezione di coscienza laddove vi siano leggi dello Stato italiano che la dottrina della fede cattolica romana considera contro la vita ("attentati alla vita"). Come spiega il quotidiano l'Avvenire, organo della Conferenza episcopale italiana, vi sono tutte quelle leggi gia' in vigore e future sull'aborto, sulla ricerca con le cellule staminali, la procreazione assistita, contraccettivi (adesivi e chimici), la diagnosi prenatale, le unioni civili, l'eutanasia (quindi anche la sospensione dei trattamenti vitali, come quelli riconosciuti dall'articolo 32 della Costituzione italiana). In particolare, si invitano i giudici a disapplicare "le norme giuridiche vigenti, sia quelle codificate sia quelle definite dai tribunali e dalle sentenze dei tribunali".

Tutto questo in palese violazione del Concordato fra Stato italiano e Chiesa cattolica romana, e dell'articolo 7 della Costituzione che recita: "Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani". Invitando i giudici alla disobbedienza civile, si puo' non solo ravvisare un aggressione all'ordine della Repubblica italiana, ma una vera e propria istigazione a delinquere. Commette infatti reato (rifiuto d'atti d'ufficio, art. 329 codice penale) quel giudice che non applica la legge, oltre a violare l'articolo 101 della Costituzione: "I giudici sono soggetti soltanto alla legge".

Lo scorso 17 marzo 2007, l'Aduc e l'on. Donatella Poretti, hanno presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Firenze, chiedendo che questa indaghi al fine di valutare la sussistenza e la perseguibilita' dei reati che vorra' ravvisarvi.

ORA TOCCA A TE: INVIA IL TUO ESPOSTO!
Perche' tutte le Procure della Repubblica ne ricevano uno simile

Basta stampare e compilare il modello qui sotto, ed inviarlo per raccomandata a/r alla propria Procura della Repubblica. Pochi euro per la raccomandata ed un viaggio al proprio ufficio postale.
L'esposto non comporta altro impegno o rischio: si chiede al magistrato se nei fatti riportati non ravveda gli estremi di un reato, e il magistrato stesso decide se promuovere o meno l'azione penale.


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MODELLO DI ESPOSTO ALLA REPUBBLICA PER ISTIGAZIONE A DELINQUERE E VIOLAZIONE
DEL CONCORDATO FRA STATO ITALIANO E CHIESA CATTOLICA ROMANA

* Compilare ed inviare per raccomandata a/r alla propria Procura della Repubblica (per trovare l'indirizzo: clicca qui)

** Inviarci una copia per conoscenza: Aduc, via Cavour 68, 50129 Firenze. Non importa che inviate all'Aduc questa copia per raccomandata, e' sufficiente come posta ordinaria. Molto gradito, invece, sarebbe un contributo inserito in busta.


Esposto alla Procura della Repubblica di _________________


Il/La sottoscritto/a _________________, nato/a a ______________ il _______________, residente a ___________________, via _____________________, tel. _______________, email ________________


espone

1. In data 16 Marzo 2007 le agenzie di stampa e in data 17 marzo 2007 gran parte dei quotidiani, fra cui L'Avvenire che pubblica integralmente il documento, hanno diffuso l'appello delle gerarchie ecclesiastiche contenuto nella dichiarazione conclusiva dell'assemblea generale della Pontificia accademia per la vita (PAV), reso pubblico dal relativo presidente Elio Sgreccia.

2. In tali dichiarazioni, per adesso non smentite, si invita al "doveroso esercizio" di una "coraggiosa obiezione di coscienza i medici, infermieri, farmacisti e personale amministrativo, giudici e parlamentari, ed altre figure professionali direttamente coinvolte nella tutela della vita umana individuale, laddove le norme legislative prevedessero azione che la mettono in pericolo."

3. Tale doverosa mobilitazione si renderebbe necessaria perche', ad avviso degli scriventi, "la coordinata che mette alla prova la coscienza cristiana e' costituita, oltre quella culturale, dalle norme giuridiche vigenti, sia quelle codificate sia quelle definite dai tribunali e dalle sentenze dei tribunali, che in misura crescente e sotto una forte pressione di gruppi coalizzati e influenti,stanno aprendo la breccia rovinosa delle depenalizzazioni: si prevedono eccezioni al diritto individuale alla vita...".

4. Tali pubbliche dichiarazioni potrebbero anche integrare il reato previsto e punito dal codice penale all'art. 414 in quanto istigazione alla commissione di uno o piu' reati e in particolare a quello previsto e punito dall'art. 328 del codice penale.

Per quanto infatti la si chiami coraggiosa disobbedienza civile l'appello contenuto nel documento e' un "invito doveroso", tecnicamente una istigazione, a violare le leggi. Questo, infatti, e' e significa disobbedienza civile: violare le leggi ed assumersene pubblicamente la responsabilita' penale civile o amministrativa, a fini di lotta politica. Si ricorda per inciso la vicenda di disobbedienza civile del Giudice Dott. Luigi Tosti di Camerino, che, appellandosi alla laicita' dello Stato, si e' rifiutato di svolgere la sua funzione giudicante perche' nell'aula di giustizia deputata non veniva rimosso un crocifisso appeso al muro, ed e' per questo stato condannato dal Tribunale dell'Aquila a sette mesi di reclusione per omissione d'atti d'ufficio.

L'obiezione di coscienza del medico, solo in quanto ammessa dalla legge, come nel caso della legge 194/78 sull'aborto, non costituisce il reato di omissione d'atti del proprio ufficio previsto dall'art. 328 codice penale. Altrettanto era, in passato, quella del chiamato alla leva militare. Costituisce reato laddove il medesimo sanitario eserciti la propria disobbedienza fuori dai casi tassativamente previsti.

La disobbedienza a cui si riferisce il documento in questione, che non a caso la definisce "coraggiosa", inequivocabilmente fuoriesce dai casi tassativamente previsti, perche' si riferisce anche a categorie che non hanno alcuna possibilita' legale di obiettare -alla legge - secondo propria coscienza, ad esempio i magistrati.

5. Infatti l'istigazione in questione pare tanto piu' grave quanto e' rivolta ad una categoria di pubblici ufficiali e funzionari quali i magistrati, soggetti per il dettato dell'art. 101 della Costituzione esclusivamente alla legge.

La Corte Costituzionale ha chiarito in piu' occasioni che l'obiezione di coscienza dei giudici e' in netto contrasto con la tutela dell'ordine giuridico. Pare evidente che una disobbedienza civile degli organi dello Stato deputati proprio a far rispettare quella legge a cui disobbediscono, si tradurrebbe nella morte dello Stato di Diritto e della legalita'. E nell'imposizione della propria scelta disobbediente sulla pelle di chi ne chiede a lui in quanto Stato il rispetto.

6. La forza dell'appello, la sua diffusione mediatica, le potenzialita' di seguito dello stesso, che derivano dalle indubbie capacita' delle gerarchie vaticane di influenzare concretamente i cittadini, oltre che la massa generalizzata di persone potenzialmente ricettrice dell'istigazione suddetta, rendono probabile la sussistenza del reato di istigazione a compiere atti contrari ai doveri dei propri uffici cosi' come previsti e imposti dalle leggi vigenti.


Tanto si espone affinche' la Procura indaghi su quanto riferito al fine di valutare la sussistenza e la perseguibilita' dei reati che vorra' ravvisarvi.


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