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Lettera 
20 ottobre 2007 0:00
 
Salve, sono una tra le ormai, come vedo tuttora, innumerevoli prede della truffaldina pusillanimita' del presunto servizio commerciale del portale mallteam.it. l'iter e' noto (ho eseguito e pagato con bonifico bancario un ordine il 25 febbraio 2007 che, nonostante decine di e-mail di sollecito non e' stato mai evaso; a meta' di maggio seguo il Loro gentile consiglio e invio una raccomandata a/r di messa in mora la cui ricevuta mi viene recapitata a estate inoltrata e non sortisce peraltro alcun effetto), e finalmente sabato 13 ottobre scorso mi decido a recarmi dal giudice di pace per valutare cosa si possa fare non tanto, o meglio, non solo per i 70 euro che ho consegnato in mani che sarebbe meglio fossero tagliate, ma quanto per evitare che simili personaggi possano tuttora perseverare a tradire quella fiducia che sta in sostanza alla base di ogni transazione commerciale elettronica. Dal colloquio intercorso in questa sede, tuttavia, emerge che le strade percorribili sono in sostanza tre: la conciliazione, la causa civile, l'ingiunzione. Tutte hanno dei costi, mi si dice, 30 euro le prime due, 15 l'ultima, inoltre avviare una causa, mi si fa notare, implica comunque delle spese aggiuntive e non precisabili in via preventiva. Ma vengo a sapere che, se la conciliazione e' paragonabile ad uno spensierato trastullo di ingenui fanciulli a causa della totale assenza di obbligo delle parti che essa prevede e il processo civile presenta complicazioni e dispendio di soldi e tempo sproporzionati rispetto a una simile controversia, l'ingiunzione, pur vincolando in qualche modo il soggetto, non garantisce necessariamente di perseguire il proprio obiettivo. Quindi, la gentile rappresentante della cancelleria dell'ufficio del giudice di pace di Trento, oltre a convenire sul fatto che non esiste al momento alcuna pratica legale che possa procurare ai signori Mallteam cio' che si meritano, mi consiglia in tutta franchezza di rivolgermi ad un'associazione dei consumatori, ed aggiunge che sono soprattutto tali associazioni ad avere non solo il merito, ma anche soprattutto gli strumenti per conseguire una tangibile efficacia d'intento in tale materia. E cosi' come la polizia postale, qualche mese fa, mi dichiaro' in sostanza la propria incapacita' di annullare la quota truffaldina di una fattura Telecom, delegando «de facto» con chiare indicazioni su carta stampata (e, quindi, «de more») tale competenza -regolarmente dimostrata di li' a poco tempo- a Adiconsum, cosi' l'ufficio del giudice di pace qualche giorno fa mi raccomanda a un'associazione di consumatori indicando in questa la piu' probabile garante di uno dei piu' semplici e antichi diritti che si possano vantare verso l'altrui inadempienza. Ora, chi scrive non ricorda piu' quale esattamente fosse la domanda da porgere alla Loro cortese e sempre benemerita dagli dei attenzione, ma in compenso e' sicuro di essere pervaso da un certo fastidio nel pensare che le alte (...) autorita' sono ancora una volta estranee ai loro teorici ruoli, ricoperti sempre e piuttosto dalla disinteressata abnegazione di qualche comune mortale. un caro saluto.
Lorenzo, da Trento

Risposta:
La via piu' rapida e' sicuramente quella di ottenere un provvedimento ingiuntivo della consegna. La parte piu' difficile (che per inciso si riproporrebbe anche in caso di vittoria di una causa civile) e' quella dell'esecuzione del provvedimento. Cio' perche' l'esecuzione deve avvenire a Bari, con notifica del precetto e istanza agli ufficiali giudiziari per una eventuale consegna coattiva. Per far cio' si deve andare a Bari, o delegare qualcuno in loco.
 
 
 
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