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Lettera 
2 aprile 1999 0:00
 
Tipo_Form.............CONSIGLI
RICHIESTA............. Gentili signori,
vorrei brevemente sottoporvi questo mio caso: due anni fa, alla guida della mia autovettura, mi occorse un contatto di portata insignificante con un motorino. Poiché il proprietario insisté per lo scambio dei dati personali, mi premurai di scrivere una lettera alla mia Compagnia (Nuova MAA) per riferire che l'evento-contatto, la cui responsabilità era quantomeno condivisa tra me e il conducente del motociclo, non aveva prodotto il benché minimo danno né al conducente né tantomeno al veicolo. Due mesi dopo la Compagnia mi invita a formalizzare ulteriormente la descrizione dell'episodio e io ribadisco la mia posizione. Poi più nulla, fino alla scadenza della mia Polizza, quando mi accorgo che essa è stata aggravata del Malus. Vengo a sapere che sono state liquidate 900.000 lire di risarcimento (per un danno inesistente!) a dispetto della mia versione dei fatti, senza avermi consultato per un'eventuale transazione, senza aver inviato un perito, senza avermi comunicato neanche dell'avvenuta liquidazione! Mi chiedo: il comportamento della Compagnia è legittimo? Può una Compagnia risarcire alcuno senza informarne l'assicurato, senza tenere conto della sua versione dei fatti, senza inviare un perito? Ho fatto presente la cosa all'Ispettorato Sinistri e mi hanno detto di rassegnarmi... Ho inviato un reclamo scritto all'Isvap laddove mi hanno fatto sapere che prendono atto della mia nota. Siccome questa vicenda mi ha fatto imbufalire non poco, vorrei sapere cortesemente da voi se sussistono gli estremi di un'azione legale o se la Compagnia ha agito nel pieno rispetto delle proprie potestà.

Risposta:
Secondo me sarebbe il caso, visto che il fatto le ha arrecato come danno l'aumento della polizza, presentare un reclamo all'Ufficio Reclami dell'Ania, facendo presente come non sia stata fatta alcuna perizia. Nel caso di franchigia, ossia quando non vi sono vere ripercussioni sulla polizza -e dunque su di lei- in caso di incidente, il comportamento poteva essere accettabile (poiche' le avrebbero fatto il piacere di pagare e zitti senza danno alcuno per lei) ma cosi', venendo lei a dover pagare qualcosa in piu', aveva quantomeno diritto ad una perizia. Salvo che quella lettera da lei scritta alla sua assicurazione non fosse configurabile come un2autorizzazione a procedere con relativa ammissione di responsabilita'. In tal caso, potrebbero obiettare che -avendo lei ammesso la colpa- non hanno ritenuto necessario analizzare ANCHE il suo mezzo. Questa e' grosso modo la situazione. L'ufficio reclami dell'ANIA e' in P.za S. Babila 1, 20122 Milano. A seconda di che cosa dicono loro -e piu' che altro che cosa ribatte l'assicurazione, sara' da valutare se e' proponibile un ricorso al giudice di pace od al conciliatore della camera di commercio.
 
 
 
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