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Lettera 
9 aprile 1999 0:00
 
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RICHIESTA.............Il 24 Marzo 1999 ho firmato un contratto (cedola di commissione libraria) con il quale mi impegnavo ad acquistare un'opera dalla Emopea s.r.l. di Firenze per l'importo di L.1.425.000 da pagarsi a rate. Il giorno successivo decido di inviare un fax per rescindere il contratto. Esattamente dopo una settimana ricevo una telefonata con il quale l'Emopea s.r.l. mi comunica che non e' stata rispettata la giusta richiesta per rescindere il contratto in quanto scaduti i termini previsti, in alternativa mi proponeva di sostituire l'opera lettera- ria con un'altra presente nel loro catalogo di prezzo inferiore. Il 2 Aprile effettuavo una raccomandata con ricevuta di ritorno per confermare il fax di recesso del contratto. Dopo qualche giorno sempre l'incaricato dell'Emopea mi riferisce che la raccomandata non e' valida in quanto le 48 ore previste si devono intendere dall'invio del fax e non dei sette giorni del diritto di recesso.
Vi specifico che:
1-Il contratto e' stato stipulato con un loro incaricato che e' venuto personalmente a contattarmi nel luogo in cui io lavoro. 2-L'opera mi e' stata mostrata solamente dal catalogo dell'incaricato dell'Emopea e non ne ho mai preso visione direttamente. 3-Non mi e' stato spiegato come esercitare direttamente il diritto di recesso. 4-Non ho ancora ricevuto al mio domicilio l'opera letteraria.
Vi chiedo gentilmente quanto segue: 1-Se posso contestare il loro comportamento, poco professionale a mio giudizio, di comunicarmi le modalita' di recesso solamente quando questo no piu' attuabile ?. 2-Se questo tipo di contratto e' da intendersi come contratto porta a porta oppure come contratto di vendita per corrispondenza ?. 3-Una volta ricevuta la merce a domicilio posso dichiararmi non soddisfatto dell'opera letteraria e restituirla richiedendo il rimborso della prima rata che dovrei pagare alla consegna ?. Vi ringrazio anticipatamente per l'aiuto che mi fornirete, nel caso in cui vi servisse copia del contratto per visionarlo posso inviarvelo via fax. Grazie

Risposta:
L'errore da parte sua e' sostanziale: la legge prevede che il recesso avvenga via raccomandata A/R o tramite fax confermato entro e non oltre 48 ore. Cio' a tutela di entrambe le parti (in teoria chiunque potrebbe telefonare e fare un fax per disdire un abbonamento senza che il vero titolare ne sappia nulla, lasciando poi la ditta nei guai con il cliente e comunque senza un vero colpevole dell'abuso). Detto questo, sembra che questi signori abbiano fatto tutto il possibile per crearle difficolta'. Cio' nonostante, sarebbe il caso di avere il fax del contratto. Se nel contratto e' indicata la possibilita' di recedere ai sensi del D.L. 50/92, allora i guai sono in crescita. Se non vi fosse previsto, c'e' qualche possibilita'. Una volta ricevuta la merce a domicilio, puo' rifiutarla solo se difforme da quanto richiesto e non perche' non le piace. Contratto porta a porta o per corrispondenza sono equiparati e soggetti al D.L. 50/92 che prevede il recesso nelle modalita' indicate. Partendo comunque da questa situazione di netto svantaggio, poiche' esiste pur sempre un fax e lei lo ha, se citato in giudizio, potra' quanto meno ottenere una riduzione. Le consiglierei pero' di cercare una mediazione, andando da un giudice di pace e vedendo che cosa e' possibile fare: se una conciliazione puo' essere o meno consigliabile. Allo stato dei fatti le cose andranno cosi': per prima cosa le scrivera' l'avvocato, poi le faranno un'ingiunzione (spese comprese), oppure tra qualche anno la convocheranno in giudizio chiedendole la cifra piu' gli interessi. Se ci manda il contratto, vedremo di trovare delle clausole vessatorie per rafforzare la sua posizione. Dopo di che, puo' provare ad attendere, tenendo tutta la sua documentazione in serbo per quando verra' -se verra'- citato da loro.
 
 
 
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