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Lettera 
17 aprile 2002 0:00
 
17 Apr 2002
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RICHIESTA.............Cara Aduc, mia suocera, a cui è mancato il marito nel 1998, ha restituito nel luglio del 2000 (!) al Comune di Milano l'appartamento che il coniuge aveva avuto in locazione. Ha chiesto la restituzione del deposito cauzionale, versato nel 1984, ma nonostante una raccomandata, inviata nel dicembre del 2001, non ha ancora avuto quanto di sua spettanza. Solo adesso ci hanno informato telefonicamente che, se restituiamo l'originale del versamento, restituiranno l'importo agli eredi.
Mi chiedo però:
1) è giusto che ci vogliano due anni solo per cominciare a parlare di restituzione di un importo comunque dovuto? Possiamo chiedere anche gli interessi di questo periodo, inutilmente trascorso per loro inerzia?
2) Perchè dobbiamo privarci dell'originale? La motivazione ufficiale che ci hanno dato è che così non chiederemo i soldi una seconda volta, ma, al di là della poca fiducia che questo ragionamento dimostra, resta il fatto che la ricevuta è nostra, perchè dobbiamo spossessarcene? E se poi la perdono, visto l'andazzo della pratica?
3)Il Comune dice che l'importo verrà restituito a tutti gli eredi, ma cosa c'entrano i figli con la restituzione di un deposito cauzionale per l'appartamento che era stato assegnato ai genitori? Oltretutto, ci sarebbero problemi pratici per l'emissione dell'assegno, dato che i figli viventi sono ben otto, e abitano sparsi dalla Germania alla Puglia.
Grazie e cordiali saluti.

Risposta:
forse, e' il caso vi rivolgiate al Difensore Civico, in quanto ci pare l'unico modo di cercare di risolvere informalmente la questione. E' comunque vero, per come pare sia il quadro, che i destinatari del deposito siano i figli (questo pero' non vuol dire che debbano firmare tutti: potrebbero domiciliarsi presso la madre, o comunque resta un po' da accordarsi). Dare la ricevuta originale non e' opportuno: a meno che ne riceviate una analoga di conferma che sancisca la posizione.
Per quanto concerne il ritardo, e' sicuramente indebito: avreste dovuto intentare causa prima, rivolgendovi al giudice di pace.
 
 
 
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