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Lettera 
11 gennaio 2002 0:00
 
Subject: compravendita immobile
Nella primavera scorsa sono venuta a conoscenza del fatto che il proprietario della casa confinante con la mia aveva messo in vendita la sua proprieta'. <ne sono venuta a conoscenza poiche' ogni giorno vedevo l'agente immobiliare accompagnare possibili acquirenti in visita. Quando il mandato dell'agenzia e' scaduto e nessun acquirente e' stato trovato, il proprietario a chiesta noi se fossimo interessati all'acquisto... La casa (rustica e in pessime condizioni) non ci serviva ma abbiamo comunque deciso per l'acquisto solo ed esclusivamente per motivi di tranquillita' (cortile in comune, scala in comune ecc...) Al momento di ufficializzare l'acquisto, il venditore ci disse di aver fatto prepare l'atto dal suo notaio di fiducia, era gia' pronto, si trattava di stabilire la data. Io ho preferito affidarmi ad un notaio di mia fiducia (so che la legge lo prevede) ed ho scatenato un mezzo putiferio (ero una che non si fidava; i tempi erano piu' lunghi ecc.. ecc..).
Il notaio a cui mi rivolsi fece il suo dovere e mi fece notare che lo stabile era compreso in un "fondo patrimoniale familiare " stipulato pochi mesi prima e vincolato per la presenza nel nucleo familiare di un minore. Abbiamo cosi' dovuto presentare al tribunale un documento in cui si chiedeva lo svincolo e l'autorizzazione a vendere l'immobile dietro la nostra promessa di acquistarlo per la cifra di 75milioni. Il tribunale ora ha rilasciato l'autorizzazione alla vendita; purtroppo pero' ora il mio notaio non ha la possibilita' di stilare l'atto (per motivi d'ufficio) e quindi rimanda l'atto al mese prossimo. Il venditore sollecita continuamente questo atto, proponendoci di cambiare notaio (il suo non avrebbe problemi); facendoci notare che lui sta continuando a pagare per i contatori ecc.. ecc. In poche parole da lui stesso dichiarate, non naviga in buone acque, ha debiti da saldare e necessita con urgenza di denaro. Faccio presente che noi abbiamo messo a disposizione sul nostro conto corrente la cifra gia' dal mese di luglio (appena concordato a voce l'importo) registrando una perdita di interessi e che il ritardo nel raggiungimento della compravendita e' totalmente imputabile a lui.. Dietro i continui e pressanti solleciti di questa scorrettissima persona, e' possibile stipulare un atto privato (??) concedendogli un acconto di circa 30 milioni (questa e' la cifra di cui ha bisogno) offrendogli pero' un saldo all'atto di 40 milioni e non di 45?

Risposta:
Voi (entrambe le parti) siete obbligati ad adempiere entro i termini contrattuali -fissati in compromesso- oppure sino a che non venite messi in mora dalla controparte -tramite raccomandata A/R, intimandovi di dare esecuzione al contratto entro un termine.
In caso di contestazioni rispetto all'eventuale ritardo precedente, potrete ovviamente opporre gli adempimenti che sono stati necessari, contestando inoltre il fatto di non esserne stati messi a conoscenza.
Ma per le intimazioni future, la questione risulterebbe meno contestabile.
Ad ogni modo, per quanto concerne la riduzione della somma offerta, e' possibile che le parti concordino una diversa cifra, ma occorre che ci sia il consenso di entrambi. In caso non ci fosse, occorrerebbe contestare il danno subito e chiedere -a titolo di rimborso e di rifusione- una certa somma concordata.
 
 
 
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