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Lettera 
10 gennaio 2002 0:00
 
Tipo_Form - CONSIGLI
RICHIESTA - Salve, spiego in breve cio' che mi e' accaduto con Infostrada.
Il 1/10/2001 ho attivato l'abbonamento "Libero@Sogno", una flat serale e nei festivi. Ho usufruito di questo servizio solo fino al 7/10/2001 giorno in cui, per problemi al pc, dovetti formattare l'hard disk.
Dopo aver fatto questo, mi connessi con Inwind per poi andare sul loro sito (libero.it) e prendere il numero del provider, che non ricordavo.
Presi il numero sbagliato e cioe': 1055411055 (a pagamento) al posto del 105541010, che e' il numero che permette di usufruire dell'opzione.
Di tutto questo me ne sono accorto solo ieri, giorno in cui e' arrivata una bolletta da quasi 1 milione di lire. E non e' finita. Questa bolletta di riferisce al bimestre Ottobre-Novembre, quindi mi aspetto un'altra bolletta salatissima per il bimestre Dicembre-Gennaio. Solo ieri ho messo il numero giusto di connessione al provider.
Non mi sembra giusto dover pagare tutti questi soldi con "l'inganno", con la non volonta' di volerli spendere cosi', solo per un banale errore. Non so se ho reso l'idea.
Ho provato a chiamarli ma tendono a dire che probabilmente mi tocca pagarli.
Quindi, non si potrebbe/dovrebbe trovare un "accordo" con il provider?
Attendo un' eventuale risposta.
Grazie!
p.s sono minorenne ma i miei genitori sono gia' al corrente di tutto cio'.

Risposta:
Il fatto e' che la colpa non e' di Infostrada. Conseguentemente, e' difficile avanzare la pretesa che questa si faccia carico di un errore non suo. Certo, lei puo' sostenere che e' presumibile che chi stipula un contratto di un certo tipo, lo voglia utilizzare. Ma come fare a dimostrare che invece non e' stata una sua autonoma scelta, quella di optare per un diverso servizio, per proprie esigenze? Non e' cosi' scontato. Ed inoltre, rimane il fatto che l'errore comunque c'e'. L'unica contestazione possibile -in teoria- sarebbe quella di sostenere che Infostrada avrebbe dovuto -rilevando l'anomalia- per cosi' dire impicciarsi degli affari suoi, contattarla e chiederle se effettivamente stesse utilizzando volontariamente il servizio in quella modalita'. Non si puo' comunque sostenere che questo possa essere un obbligo della societa'.
Nulla toglie, tuttavia, che possa trovare un accordo intentando una conciliazione davanti al giudice di pace -se entrambe le parti fossero disposte a venirsi incontro.
 
 
 
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