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Lettera 
7 aprile 1999 0:00
 
Nel dicembre 1998 compro un paio di scarpe (£198.000) in un negozio di Palermo. Dopo averle indossate un paio di volte noto che la pelle di entrambe le scarpe, lateralmente sia a dx che a sn, nel punto di flessione, diventa biancastra e comincia a deteriorarsi. All'inizio non ci faccio caso, ma siccome il difetto si aggrava a vista d'occhio le riporto dal negoziante che me le rida' affermando che non era un difetto della pelle delle scarpe, ma che probabilmente mi ci era caduto sopra dell'acido. Io (essendo sicuro di averle trattate bene) obbietto che l'acido non cade lateralmente, nei quattro punti di flessione, senza fare altri danni. Il negoziante, a questo punto, manda le scarpe al suo grossista che, naturalmente, dichiara che la pelle delle scarpe non ha imperfezioni. Cosa posso fare per dimostrare di non avere colpe (le ho calzate una decina di volte e sono sicuro che non hanno subi'to danni esterni)?
Da chi posso fare analizzare le scarpe per avere un certificato valido legalmente? Che possibilita' ho di far valere i miei diritti?

Risposta:
Ci vuole una CTU (consulenza tecnica d'ufficio richiesta al giudice, che designa un perito del tribunale). Piu' semplicemente, potrebbe essere il caso di convocare la controparte dal giudice di pace (previa lettera A/R in cui richiedete alla ditta di risarcirvi o di sostituirvi le scarpe entro 15 gg dal ricevimento, pena il ricorso alle vie legali) e far si' che la perizia venga fatta da un perito designato dal giudice di pace. Le spese -pero'- ci saranno.
 
 
 
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