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Lo Stato fa le leggi ma è il primo a non rispettarle: malasanità
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Lettera 
3 aprile 2024 0:00
 
Sintetizzo: nel 1987 mio padre all'età di 49 anni viene sottoposto ad un devastante e lungo intervento chirurgico a causa di un tumore al cervello nel corso del quale viene emotrasfuso e a seguito del quale rimane invalido; nel 2020 scopre per caso, come tante altre persone, di aver contratto l'epatite C, si cura e guarisce e tramite legale avvia la richiesta di indennizzo ai sensi della Legge 210/92.
La Commissione Medica Ospedaliera Militare, interpellata dall'ASL, esaminata la documentazione, esprime parere contrario in quanto nella cartella clinica non risulta che sia stata eseguita la trasfusione; tramite il Tribunale del Malato abbiamo ottenuto la certificazione che il giorno dell'intervento dal centro trasfusionale furono messe a disposizione ad personam dei chirurghi 2 sacche di sangue provenienti da 2 ospedali diversi e che non risultavano rientrate, ergo era evidente che erano state utilizzate sebbene non fossero state annotate sulla cartella clinica mancante della prescritta scheda anestesiologica.
In tali casi la Cassazione ha ribadito che in assenza o incompleta cartella clinica l'onere della prove ricade sul convenuto e non più sull'attore.
Ai sensi della citata legge abbiamo fatto ricorso amministrativo al Ministero della Salute entro i prescritti 30 giorni ed entro 4 mesi il dicastero avrebbe dovuto rispondere, ovvero entro il 9 giugno 2022, risposta che non è mai arrivata.
Inutili sono stati finora i solleciti inoltrati al Ministero il quale, con una semplice telefonata di una funzionaria, ha messo la pratica a posto con la frase "ne abbiamo tanti, dovete aspettare. Se ci fosse stata già una sentenza del giudice ci avreste dovuto aspettare 7-8 anni".
Domanda: questo silenzio è da intendersi giuridicamente un silenzio-rifiuto?
In caso negativo, la fattispecie è riconducibile al reato di omissione di atti d'ufficio di cui al secondo comma dell'art. 328 del Codice Penale?
Nel gennaio 2023 mio padre nel frattempo è deceduto portandosi dietro l'illusione che lo Stato avrebbe rispettato la sua stessa legge.
Molte Grazie per la risposta.
Monica, dalla provincia di PI

Risposta:
la circostanza che ancora non sia stata emessa una sentenza non significa automaticamente che l'esito del giudizio sarà a Voi sfavorevole.
Purtroppo le tempistiche sono lunghe, eccessivamente lunghe ed una causa incardinata nel 2022 viene considerata "giovane".
Non è possibile, al contempo, configurare il reato di omissione di atto d'ufficio posto che il ricorso è stato accettato ed il giudizio è in attesa di definizione.
Occorre attendere per quanto sia una situazione assolutamente deprecabile
 
 
 
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