Nel 2022 ho iniziato a ristrutturare una seconda casa usufruendo dei benefici
del 110. Per una serie di problemi, la banca con la quale mi ero accordato,
all'ultimo momento (fine agosto 2023), non ha più accettato di acquistare il
credito. Mi sono allora rivolto ad un CAF per poterlo recuperare in quattro
anni col 730. Il CAF mi ha dato appuntamento a fine settembre, in due ore
avrebbe sbrigato la pratica. Quando mi sono presentato, il CAF si è tirato
indietro per una serie di motivi che non ho ben capito. A ottobre, scaduto il
termine per la consegna dei 730, sono stato costretto a rivolgermi ad un
commercialista che ha per me compilato il modello redditi e lo ha inviato
all'Agenzia delle Entrate il 30/10/2023 (chiaramente relativo ai redditi 2022).
Prevedeva il rimborso, da parte dell'Agenzia, di quasi 5000 euro. Nel 2024 ho
utilizzato il 730 precompilato, con i numeri calcolati l'anno precedente dal
commercialista. Evidentemente i calcoli erano giusti. Dopo un paio di mesi
l'INPS ha rimborsato quella che credo possa chiamarsi seconda rata delle
quattro. Ho allora iniziato a tempestare l'Agenzia delle Entrate per sapere
quando avrei potuto incassare i quasi 5000 euro della prima rata. Ho scritto
mail, ho telefonato al call center, sono andato di persona. La risposta è
sempre stata quella di controllare il cassetto fiscale, dove a tutt'oggi
continua ad essere scritto "dichiarazione in liquidazione", modo di dire che,
per A.E., significa solo che la mia dichiarazione è in fase di controllo.
L'ultima risposta è stata che potevo smettere di rompere, tanto il sistema di
controllo lavorava in maniera autonoma e nessun funzionario/impiegato
dell'Agenzia avrebbe mai potuto fornirmi previsioni circa i tempi del rimborso.
Personalmente mi sembra una baggianata, per questo vi ho scritto, per sapere se
l'Agenzia delle Entrate, per l'effettuazione dei rimborsi, deve rispettare
tempi certi oppure è libera di fare come meglio le aggrada
Antonio, dalla provincia di AR
Risposta:L'Agenzia delle Entrate ha l'obbligo di effettuare i rimborsi derivanti dalle dichiarazioni dei redditi, ma deve seguire determinate procedure e tempistiche previste dalla legge.
La dichiarazione viene sottoposta a una procedura di liquidazione automatizzata e, se emerge un credito da rimborsare, l'Agenzia delle Entrate deve procedere al rimborso. Il fatto che sul suo cassetto fiscale compaia la dicitura "dichiarazione in liquidazione" significa che è in corso questa fase di controllo automatizzato.
Tuttavia, come stabilito dalla Cassazione n. 17750/2023, l'espletamento senza rilievi della procedura di controllo e la scadenza dei termini per l'accertamento non equivalgono automaticamente a un riconoscimento implicito del credito esposto in dichiarazione. L'Agenzia mantiene il potere di verificare l'effettiva spettanza del credito.
Ciò detto, l'Agenzia non può semplicemente ignorare le richieste di informazioni del contribuente. Come evidenziato dalla giurisprudenza, una volta che il credito risulta dalla dichiarazione e dai controlli automatizzati, l'Amministrazione deve procedere al rimborso in tempi ragionevoli.
Si faccia valere con una lettera
raccomandata A/R o PEC di messa in mora
Se non ottiene risposte soddisfacenti, potrà rivolgersi al Garante del contribuente.