ADUC
Reddito di inclusione
Lettera
22 maggio 2018 0:00
Nel mese di dicembre 2017 ho presentato, attraverso il consorzio socio assistenziale di competenza, la domanda per il reddito di inclusione.
A tutt'oggi (19-5-2018) non ho alcuna notizia circa l'accoglimento della domanda e, nonostante ripetuti solleciti presso sportelli e numero verde INPS, nessuno è in grado di darmi aggiornamenti.
Sul sito INPS (al quale accedo tramite un PIN dispositivo) visualizzo che la pratica è in esame alla sede INPS territorialmente competente.
Ho spedito diversi messaggi di posta elettronica rivolgendomi alla sede competente, alla direzione provinciale, alla direzione regionale, all'URP regionale e alla direzione nazionale senza ottenere riposta.
Una sola risposta, a dire il vero, l'ho ottenuta allorchè, compiendo uno sforzo economico, mi sono dotato di una casella PEC per potere comunicare con i livelli dirigenziali dell'ente.
In quel caso la risposta è stata che, a causa di imprecisati problemi normativi e procedurali, l'esame della mia domanda aveva subito un rallentamento e che tali problemi sarebbero stati risolti entro il 10-5-2018.
Purtroppo quella data è stata raggiunta e superata ma non ho visto nessuna variazione allo stato della domanda.
Ho provveduto nuovamente a sollecitare una risposta sempre tramite PEC ma ancora una volta nessuno dei destinatari mi ha degnato di risposta.
Le mie due domande sono:
1) E' giusto o normale che un ente pubblico non abbia l'obbligo di rispondere neanche ad un messaggio PEC che ha la validità di una lettera raccomandata?
2) In questo stato di impotenza e di frustrazione come posso fare valere i miei diritti?
Grazie per la risposta che mi darete.
Michele, da Polonghera (CN)
Risposta:
l'obbligo di risposta da parte della PA è in generale di 30 giorni SECONDO LA LEGGE 241/1990, pena il risarcimento del danno; é anche perseguibile i funzionario responsabile del procedimento.
Se non vuole farsi seguire da un CAF, competente per materia nelle pratiche INPS, si faccia valere con una lettera raccomandata A/R o PEC di messa in mora:
http://sosonline.aduc.it/scheda/messa+mora+diffida_8675.php
A tutt'oggi (19-5-2018) non ho alcuna notizia circa l'accoglimento della domanda e, nonostante ripetuti solleciti presso sportelli e numero verde INPS, nessuno è in grado di darmi aggiornamenti.
Sul sito INPS (al quale accedo tramite un PIN dispositivo) visualizzo che la pratica è in esame alla sede INPS territorialmente competente.
Ho spedito diversi messaggi di posta elettronica rivolgendomi alla sede competente, alla direzione provinciale, alla direzione regionale, all'URP regionale e alla direzione nazionale senza ottenere riposta.
Una sola risposta, a dire il vero, l'ho ottenuta allorchè, compiendo uno sforzo economico, mi sono dotato di una casella PEC per potere comunicare con i livelli dirigenziali dell'ente.
In quel caso la risposta è stata che, a causa di imprecisati problemi normativi e procedurali, l'esame della mia domanda aveva subito un rallentamento e che tali problemi sarebbero stati risolti entro il 10-5-2018.
Purtroppo quella data è stata raggiunta e superata ma non ho visto nessuna variazione allo stato della domanda.
Ho provveduto nuovamente a sollecitare una risposta sempre tramite PEC ma ancora una volta nessuno dei destinatari mi ha degnato di risposta.
Le mie due domande sono:
1) E' giusto o normale che un ente pubblico non abbia l'obbligo di rispondere neanche ad un messaggio PEC che ha la validità di una lettera raccomandata?
2) In questo stato di impotenza e di frustrazione come posso fare valere i miei diritti?
Grazie per la risposta che mi darete.
Michele, da Polonghera (CN)
Risposta:
l'obbligo di risposta da parte della PA è in generale di 30 giorni SECONDO LA LEGGE 241/1990, pena il risarcimento del danno; é anche perseguibile i funzionario responsabile del procedimento.
Se non vuole farsi seguire da un CAF, competente per materia nelle pratiche INPS, si faccia valere con una lettera raccomandata A/R o PEC di messa in mora:
http://sosonline.aduc.it/scheda/messa+mora+diffida_8675.php
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