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Disabilità grave
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Lettera 
16 dicembre 2017 0:00
 
Buongiorno, sono l'unico figlio convivente con mia madre 59 anni, (padre deceduto), invalida 100% grave (non deambula riesce a malapena a girarsi nel letto) con indennità di accompagnamento.
Settimana prossima sarà dimessa dopo 2 mesi di ricovero presso struttura riabilitativa per aggravamento della patologia (sclerosi multipla).
La persona richiede assistenza continua in quanto colpita da piaga da decubito sacrale di terzo grado e seri problemi di gestione dei bisogni.
L'assistenza fornita da ASL e Comune non riesce a coprire la totale esigenza del malato, che dovrebbe vivere in una RSA vista la gravità della patologia.
Il mio reddito non mi permette di poter pagare la retta di una RSA, volevo capire se e quanto il comune poteva partecipare alla quota della retta e come muovermi.
Grazie
Nicola, da Iseo (BS)

Risposta:
Le prestazioni ricevute in Rsa, si qualificano come socio-sanitarie integrate e sono regolate dall'art. 3 del D.lgd 502/92 e succ. modificazioni
La legge prevede che la retta di ricovero sia composta da una quota sanitaria (generalmente il 50% dell'intero) a carico del Sistema sanitario regionale erogate tramite le Asl di appartenenza e da una quota sociale o alberghiera (l'altro 50%) a carico dei Comuni con la compartecipazione dell'utenza (il beneficiario della prestazione) determinata in base all'Isee, ed in particolare all'Isee socio-sanitario (Isee appositamente individuato dal decreto Isee, per i richiedenti questo tipo di prestazione).
La percentuale di suddivisione economica fra la quota sanitaria/quota sociale segue la tipologia di prestazioni erogate (DPCM, 14 febbraio 2011).
Per le informazioni del suo caso può leggersi la scheda del ns. sito:
https://sosonline.aduc.it/info/rettersa.php.
 
 
 
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