Buongiorno, la situazione che vorrei mi fosse chiarita è la seguente.
17 anni fa, mio padre, ora defunto, attraverso una scrittura privata, concedeva l'uso di una vetrina sul fianco dello stabile che ospita sia la nostra abitazione (al primo piano) che un emporio moda (al piano terra) alla titolare di tale attività. La vetrina si affaccia su di una ns corte che abbiamo ridotto per il motivo di cui sopra, a favore di tale attività e della sua clientela.
Mi preme sottolineare che di "uso di vetrina" si parla esplicitamente nel testo della scrittura anche se probabilmente non è il modo corretto di esprimere quali erano le reali intenzioni di mio padre.
Lui voleva con quello scritto dare la possibilità che tale vetrina (altrimenti affacciata su di un cortile privato - il nostro!) potesse essere vista anche dalla strada.
Le mie domande sono queste:
- che tipo di diritto a concesso mio padre alla titolare di tale esercizio commerciale?
- io e mia madre, eredi, siamo obbligati a mantenere l'impegno assunto dal mio defunto padre?
- il diritto concesso è usucapibile al termine dei 20 anni?
- come posso tornare in possesso della totalità della mia proprietà?
Spero di essere stato sufficientemente chiaro.
Vi ringrazio sin da ora per l'attenzione.
allego la scrittura privata
Michele, da Forlì (FC)

Risposta:
si premette che la questione che ci pone non è proprio materia di questa associazione. Sarebbe consigliabile rivolgersi ad un'associazione di proprietari immobiliari.
Detto questo, il contratto (se sottoscritto da entrambe le parti) è sostanzialmente un comodato d'uso gratuito (che peraltro dovrebbe essere registrato all'agenzia delle entrate).
Si', in qualità di eredi, siete vincolati da quel contratto.
Nel vostro caso l'usucapione non scatta, in quanto vi è un contratto di comodato d'uso.
Per tornare al pieno possesso, dovrà attendere che il comodatario rinunci, oppure alla sua morte, come riportato sul contratto.