Buongiorno, sono venuto a sapere che chi ha un mutuo a tasso variabile può reclamare contro la banca per via della clausola Floor e ottenere un risarcimento.
Mia moglie ha sottoscritto un mutuo con la banca Raiffeisen nel 2015; nel contratto è scritto chiaramente che il tasso di interesse minimo applicato sarebbe stato del 2%, e così è stato per parecchi anni. Non è stata scritta la parola “floor” ma il significato è quello.
Poi però anche letto che:
- La decisione N. 10404 del 31.10.2023 del Collegio di Palermo dell’ABF, ha stabilito la legittimità della clausola;
- Il Tribunale di Milano, con sentenza n. 3373 del 26 marzo 2024, ha stabilito che la clausola “floor” non sarebbe vessatoria.
Mi confermate che è così, e che quindi è perfettamente inutile esporre reclamo? Non vorrei espormi al ridicolo facendo un reclamo comunque inutile.
Secondo me la clausola, che fosse scritta o non scritta, è comunque vessatoria perché comporta uno sbilanciamento dei rischi a favore della banca: la banca è tutelata da ribassi dei tassi; il cliente invece non è tutelato da possibili incrementi dei tassi. Questa asimmetria rappresenta un’ingiustizia!
Se un consumatore sottoscrive un contratto a lui palesemente sconveniente, è sempre e comunque al 100% sua responsabilità, mentre chi ha proposto il contratto ne esce sempre e comunque indenne anche se è palesemente un furto? Possibile che non si possa fare proprio nulla contro le banche?? Non esistono altri appigli (per es. abuso di posizione dominante...)??
Confido nel vostro aiuto!
Grazie, cordiali saluti
Diego

Risposta:
la questione è ancora dibattuta e ci sono pronunciamenti discordanti.
La vessatorietà viene riconosciuta da alcuni tribunali in alcuni casi quando la clausola floor non è ben specificata nel contratto, al contrario l'orientamento dell'ABF va nella direzione di non riconoscere la vessatoria di tale clausola quando è esplicitamente indicata nel contratto come nel suo caso.
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Ha risposto Roberto Cappiello