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Lettera 
12 aprile 1999 0:00
 
La triste storia che vado a raccontarVi e a denunciare, nasce al momento in cui decido di "rimettere a posto" la moto di quando ero ragazzo - la mitica (almeno per me) Cagiva 125 SST - alla quale ormai, era giunta l'ora di rifare il motore e qualche piccolo intervento sull'impianto elettrico - Giugno 1997 - ; inizio il calvario andando da uno specialista (a dir suo) un elettrauto, tale Sig. Roberto, la cui officina si trova in Viale Ionio, 327 a Roma - il quale ad un primo esame mi dice che si deve assolutamente cambiare la batteria perché scarica e vecchia - niente da obiettare - lascio la moto e torno a ritirarla dopo un paio di giorni; il conto di £. 120.000 era per la sostituzione della batteria e delle "puntine o spazzole" che aveva dovuto cambiare perché vecchie e usurate. Saldato il conto, ritiro il mezzo e dopo alcuni giorni inizio a fare qualche giro per i vari meccanici (motociclisti) di zona per preventivi e tempi di consegna per gli altri lavori e giungo alla decisione di affidare il lavoro a due ragazzi esperti nella meccanica della marca della mia moto, tali Sig. Valerio e Sig. Walter la cui officina si trova in Via Valle Viola, 16 a Roma. Fin qui tutto regolare: acquisto, con la loro supervisione, un motore usato da uno "sfasciacarrozze" (£. 250.000) che si impegnano ad aprire e rimettere in ordine - il prezzo pattuito (aprire il vecchio motore, quello "nuovo", revisione di tutte le parti meccaniche, eventuali sostituzioni di parti usurate, montaggio, prova e collaudo) era di £. 350.000 - Luglio 1997 - Dopo due settimane il Sig. Valerio mi chiama in ufficio e mi avvisa che il lavoro era stato fatto - almeno per quello che gli competeva: aveva rimontato il tutto e la moto almeno meccanicamente andava come un orologio!! - almeno meccanicamente perché c'era la centralina elettrica che era bruciata e che non faceva ricaricare la batteria - aveva anche sostituito le "puntine o spazzole" facendomi vedere quelle vecchie e quelle nuove, sottolineando che perché si riducano nelle condizioni di come le aveva trovate avrebbero dovuto fare almeno 500 Km., e, la moto non ne aveva fatti nemmeno 30!!! - Si Signori miei erano proprio quelle che il Sig. Roberto a dir suo aveva sostituito mettendomi in conto i pezzi e le ore di lavorazione. - Acquisto la centralina elettrica che faccio montare, e, sembra che sia tutto in ordine - consapevole che avrei dovuto far revisionare l'impianto elettrico. (.) Il Sig. Roberto prende in consegna la moto . Fiducioso, mi allontano - telefono all'elettrauto in questione un paio di settimane dopo chiedendo notizie: la moto non era riuscito nemmeno a smontarla, ma prevedeva che nell'arco della settimana successiva avrebbe fatto il tutto; in quella occasione tra le altre cose mi chiedeva una nuova centralina elettrica da provare ed eventualmente sostituire. Acquisto l'oggetto (£. 25.000) che mi era stato richiesto, ma l'esperto constata che non era del modello giusto; ne acquisto un'altra (£. 35.000) - gliela porto in officina, la controlla, si accerta che era del tipo giusto e soprattutto funzionante, e mi assicura che nell'arco di una settimana mi avrebbe chiamato per restituirmi la moto. Ottobre 1997 (.) la moto era stata smontata e qualche pezzo non si trovava (faro, uno degli specchietti retrovisori, pedaline nuove passeggero posteriore). Mise la moto in strada e avrebbe voluto che andassi via in quelle condizioni; io d'altro canto chiedevo che la moto mi fosse ritornata integra (con tutti gli optional e accessori) come gliela avevo consegnata nel Settembre 1997. La discussione finì assicurandomi che il lunedì successivo avrebbe ricercato i pezzi e li avrebbe rimontati, finalmente consegnandomi la moto (rivolle di nuovo i numeri di telefono sia dell'ufficio che di casa dicendo che li aveva perduti) - ovviamente ero stato io ad assicurargli comunque il compenso pattuito (£. 70.000) nonostante le varie prese in giro e i vari disagi che avevo dovuto sostenere: la moto mi serviva per andare in ufficio, invece dovevo prendere la macchina, anche con notevoli costi e perdite di tempo dovuti al traffico. (.) Aprile 1999 - Siamo giunti ai nostri giorni; qualche sera fa, in orario di chiusura dell'officina, passo davanti alla stessa e vedo una cosa terribile: la mia moto ancora li fuori o meglio quello che era rimasto: la sella, gli specchietti retrovisori, le manopole, il serbatoio e addirittura il motore e altro non c'erano più . 10 aprile 1999 - Mi reco in officina chiedendo informazioni del perché aveva smontato la moto e ancor di più perché non mi aveva avvisato telefonicamente di ritirare la moto. Volete sapere le risposte? Con molta tranquillità: primo i pezzi della moto erano stati rubati, e, non aveva potuto avvertirmi dell'accaduto perché aveva di nuovo perduto il mio numero di telefono.

Risposta:
E' una situazioncina niente male. Quest'individuo -se lei ne avesse le prove (ad esempio delle testimonianze) potrebbe essere addirittura passibile di denuncia penale. Comunque, e' sempre il caso di andarci cauti con queste cose. Pertanto, la prima cosa che le conviene fare e' di inviare una raccomandata A/R a questo signore, ingiungandogli entro e non oltre 15 gg dalla presente di provvedere a restituirle la moto con tutti pezzi dovuti -facendo una breve ma precisa sintesi dei fatti -e dei furti. Se entro tale termine non avra' provveduto alla consegna della moto riparata -continui- si vedra' costretto ad adire le vie legali riservandosi in tale sede di richiedere anche gli ulteriori danni da lei subiti a causa della sua inadempienza. La lettera la intesti per conoscenza anche a noi in quanto associazione di consumatori. Dopo 15 gg vada dal giudice di pace e chieda di fissare un'udienza, facendosi autorizzare a stare in giudizio senza avvocato.
 
 
 
ADUC - Associazione Utenti e Consumatori APS