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Lettera 
3 agosto 2000 0:00
 
3-Ago-00
Tipo_Form.............CONSIGLI
RICHIESTA.............Caro ADUC,
sono cittadino tedesco, residente in Italia da 10 anni con lavoro fisso. Sono stato fermato dalla Guardia di Finanza per possesso di un frammento (0,5g) di cannabis per l'uso personale.
Due mesi dopo, due agenti GDF mi cercavano a casa per consegnarmi il risultato delle analisi chimica. Visto che non ero presente, hanno lasciato il documento presso il portiere. Quel documento consisteva di un foglio aperto, cio e' non era chiuso o imbustato, permettendo al portiere di prender conoscienza del contenuto.
Il caso ha voluto che tornavo a casa proprio in quel instante, accompagnato da moglie e figli. Sospettando di conoscere il motivo della loro visita, gli chiedevo se mi volevano accompagnare nella mia abitazione per gestire la faccienda fuori osservazione del portiere e dei vicini. Rifiutavano pero, e mi consegnavano il foglio che dovevano pero prima riprendersi dal portiere, informandomi ad alta voce (e sempre in presenza del portiere e di qualche vicino, ormai evidentemente incuriositi) che si trattava della faccenda dei stupefacenti.
Vi domando se l'iter scelto da loro e' normale e ammissibile o se costituisce una violazione della legge sulla privacy. Da quel giorno il portiere ha cambiato atteggiamento nei confronti della mia intera famiglia e si deve temere che si spande la voce della mia "tossicodipendenza" tramite i piu' di 100 condomini.
Quale iter mi potete consigliare per tentare di sanare il danno subito?

Risposta:
Puo' inviare una raccomandata A/R alla Finanza e poi -se non ottenesse risposta entro 5 gg- potra' rivolgersi al Garante per la Privacy -L.go Teatro Valle 6, 00186 Rm.
 
 
 
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