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Lettera 
11 aprile 1999 0:00
 
Tipo_Form.............CONSIGLI
RICHIESTA.............Buongiorno,
(...)
Fatti:
1) ore 11:30 di sabato 10.04.99 - io e mia moglie entriamo in un negozio di mobili da cucina ed esaminiamo la possibilita' di acquistare alcuni componenti con il responsabile del negozio. Il responsabile ci fa la sua proposta e la consideriamo per alcuni minuti, dibattuti se confermarla all'istante oppure ritornare dopo aver riflettuto. Decidiamo di confermare l'ordine, senza chiedere alcun ulteriore sconto, per un valore di 4 milioni. Ci viene richiesta una caparra confermatoria pari ad 1 milione e rilasciamo assegno di quest'importo. Premesso: l'ordine sarebbe stato inoltrato alla ditta produttrice (Nord Italia) solo lunedi' perche' chiusa di sabato. La consegna era prevista "entro il 15.05.99".
2) Ritornando a casa, ci viene il dubbio di essere stati precipitosi e dopo 2 ore di riflessione decidiamo di ritornare al negozio per disdire l'ordine. L'orario di apertura pomeridiana del negozio iniziava alle 16:00 e ci presentiamo alle 16:45 (sempre sabato 10.04.99). Spieghiamo allo stesso responsabile il nostro errore e ci fa presente: a) di non avere piu' con se' l'assegno b) che ormai lo stesso e' stato gia' registrato contabilmente (n.b. di sabato e senza alcuna ricevuta di cassa, soltanto con un contratto manoscritto, non inoltrato al produttore perche' chiuso di sabato)
c) ci informa che dobbiamo accettare la nostra responsabilita' e non esiste alcun modo di rescindere il contratto firmato, a meno di accettare un buono spesa di importo pari alla caparra, sempreche' questo fosse confermato dal suo socio (non presente) 3) Notiamo che e' scritto sul contratto quanto segue: "L'accettazione della presente commissione si intende salvo approvazione dell'amministratore della societa', il quale ne dara' esito entro 10 gg. dalla data della commissione dietro richiesta del committente. (...)

Risposta:
Il loro comportamento e' senza dubbio scorretto e profittatore. Va pero' tenuto conto che -effettivamente- non e' consentito a chi acquista "cambiare idea". Difatti, andando personalmente presso una ditta od un negozio, la tutela dell'acquirente e' inferiore poiche' si parte dalla presunzione che l'intenzione di chi entra in un negozio sia quella di acquistare. Pertanto, ove il venditore non si dimostri disponibile ad effettuare lo storno del contratto, effettivamente il comportamento e' giuridicamente tutelato ed egli ha il diritto di trattenere la caparra. Qui almeno le consentono di utilizzare l'acconto come buono spesa! Sarebbe stato opportuno provvedere immediatamente a fare un telegramma -confermandolo poi con raccomandata A/R il lunedi'- in cui si dichiarava l'intenzione di annullare il contratto e pertanto -avendoci pensato entro le due ore successive alla stipula e tenendo conto che di sabato sera la sede era chiusa e nessuna registrazione poteva venire effettuata- vi mostravate disposti a lascire loro 400.000 lire a titolo di risarcimento per il disturbo arrecato. Potreste comunque fare un tentativo di questo tipo, scrivendogli una raccomandata A/Rin cui "facendo seguito alla disdetta da noi effettuata sabato dopo due ore dalla stipula del contratto n...., proponete di lasciare a saldo spese per il disturbo arrecato la cifra di 400.000 lire, cio' considerando anche il fatto che sabato nessuna comunicazione era stata inoltrata alla sede centrale perche' chiusa e pertanto la disdetta era arrivata prima della registrazione del contratto. Vedete un po' come va. L'accordo sarebbe abbastanza equo. Casomai, vi potreste salvare dal pagare le 400.000 lire se ci fosse, nel contratto, qualche clausola vessatoria relativa alle penali. Gardate un po' e consultate la scheda relativa nell'apposito nostro settore.
 
 
 
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