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Lettera 
10 giugno 2000 0:00
 
Non so se ci avete mai fatto caso, ma quando andate a fare la spesa in un punto vendita di una grossa catena di distribuzione (esselunga, unes, gs, pam, ecc...) la stragrande maggioranza dei prodotti in vendita (circa 80-85% della merce) ha un prezzo che termina con decimali "non esatti".
Faccio un esempio: i piselli in scatola costano 1.390 lire, l'ammoniaca 1.060 lire, i capperi al sale 2990 lire, e così via. E' quasi impossibile trovare un prodotto che abbia una cifra esatta tipo una coca-cola 1.500 lire. E' chiaro che i prezzi variano a seconda della catena distributrice, e questi che sto facendo sono solo esempi, ma è decisivo comprenderne il principio.
Veniamo al dunque. Perché esistono questi prezzi, dato che le 10 e le 5 lire non circolano più ormai da tempo? La più banale legge di marketing, ci dice che per ragioni psicologiche, è più facile vendere un prodotto che a 2990 lire che a 3000. Se questa fosse la vera ragione, avremmo solo prezzi che terminano col 90, tipo 4.990, 5.990, ..., 9.990, ecc... Invece, e vi invito a constatarlo personalmente, troviamo che, in questi supermercati, la maggioranza dei prodotti termina sì con 90, ma anche con 80 e 40. In particolare, attraverso una ricerca senza nessuna pretesa scientifica da me svolta in questi punti vendita, ho constatato come i prezzi terminino spessissimo con questi tre numeri: appunto 90, 80 e 40. Più rari, anche se presenti gli altri decimali.
Insomma, perché?
E' semplice, noi entriamo in un supermercato, compriamo una bottiglia d'acqua minerale che costa 880 lire, andiamo in cassa, paghiamo 900, poiché nessuno ha con se i pezzi da 5 e 10 lire, e la cassiera batte contanti 900 lire e resto 20 lire. Non avendo nemmeno loro i pezzi da 5 e 10 lire, la cassiera arrotonda per eccesso e non ci consegna alcun resto. E poiché delle 20 lire non ce ne facciamo nulla, noi usciamo senza battere ciglio. Sopratutto, noi usciamo senza accorgerci che il punto vendita ci ha rubato 20 lire, ma anche che quelle 20 lire, sono esentasse, poiché dalla ricevuta in nostro possesso risulta che a noi le 20 lire sono state date.
Il giochetto è semplice e funziona perfettamente.
Chi mai reclamerebbe le sue 10 o 20 lire, facendo una figura meschina con i propri compagni di coda alla cassa?
Ebbene io l'ho fatto.
Ho comprato un birra corona in un Unes, costava 1.890 lire, ho pagato 1.900 lire e ho preteso le 10 lire. Chiaramente in cassa non c'erano. Panico della cassiere che si sentiva rivolgere per la prima volta una simile richiesta. Ho preteso di parlare col direttore, che piuttosto di perdere tempo con me di ha dato una moneta da 50 lire regalandomi 40 lire. Il direttore interrogato sulla questione è caduto dalle nuvole, dicendo che a volte capita di essere in credito col cliente e a volte in debito e che quando si è in credito nessuno protesta.
E' vero a volte capita che comprando tanti prodotti, la somma dei decimali sia a favore del cliente e che il supermercato non pretenda mai le 10 lire.
Mi è però sembrato molto strano che grosse catene di distribuzione, con migliaia di punti vendita, affidino al caso di somme decimali, possibili guadagni o perdite. E' molto più probabile invece che dietro questi numeri ci sia la scientifica volontà di derubare i clienti e lo stato.
Ho svolto dunque un'altra ricerca. Posizionandomi dietro una cassa per alcuni minuti, ho controllato quanto fosse il prezzo "reale" e quanto fosse quello effettivo di alcuni clienti, che compravano i prodotti più disparati. Ebbene, mi sono bastati 15 minuti d'osservazione per constatare che tutti i clienti, tranne uno, hanno pagato 10-20 lire in più del dovuto. Certo non è un sondaggio scientifico, è però molto significativo di come dietro quei numeri 90, 80, 40, ci sia lo studio di matematici, che scientificamente ha calcolato eventuali guadagni illeciti.
Non è strano che queste catene affidino alla casualità i propri soldi?
Credo che se per una sola sera venissero a mancare dei soldi dalle casse di questi supermercati, si avrebbero tutti i prezzi perfetti: 1.500, 1550, 1600, 1650, 1700, ecc...
L'ultima prova che ho fatto è stata sulle fette al latte, Kinder comprate all'Unes. Questo prodotto ha un prezzo consigliato dalla Kinder di 2.450 lire. Nello scaffale è inequivocabilmente chiaro che il prezzo di questo prodotto è di 2.450 lire. Vado alla cassa per pagare, e solo allora scopro che l'Unes, mi fa pagare le fette al latte Kinder 2.440 lire, cioè 10 lire meno del dovuto.
Perché questo sconto, non segnalato, e quindi non giustificabile con la strategia di vendita e con la psicologia?
Questo sconto di 10 lire è spiegabile solo con una precisa volontà di derubare il cliente e lo stato.
L'unica soluzione possibile per evitare questo furto è, a parte fare delle pubbliche denuncie, pretendere il resto dovuto.
Ogni volta CHIEDIAMO LE 10 lire.
Spero di essermi spiegato bene, in caso contrario sono disponibile per ogni chiarificamento.
A parole è molto difficile, tutto si semplificherà se presterete un po' d'attenzione la prossima volta che farete la spesa in uno di questi punti vendita.

Risposta:
Grazie per la segnalazione e per lo spunto di riflessione.
 
 
 
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