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Lettera 
21 aprile 2000 0:00
 
Sono stato fermato in Gennaio sulla Cassia bis (altezza Formello, quindi comune di Roma) per eccesso di velocita' rilevato mediante autovelox. L'agente mi ha comunicato che avevo superato il limite di velocita' di oltre 40km/h per cui sarei andato incontro al ritiro della patente. Mi ha fatto firmare un foglio di cui non ricordo bene, e non mi ha rilasciato niente.
Adesso mi e' arrivato il verbale (dalla polizia stradale di Viterbo, mia provincia di residenza) che mi contesta il superamento del limite di 48 km/h.
Sulla cassia bis il limite e' di 90 km/h, nonostante sia una strada di dimensioni paragonabili ad un'autostrada con cordolo di cemento tra le carreggiate. In quasi 20 anni nei quali percorro 60 km al giorno di questa strada sono sempre stato convinto che li limite fosse 110 km/h. La segnaletica stradale impone infatti il limite di 90 km/h solo in alcuni tratti, seguiti dal cartello bianco con barra nera che segnala la fine di ogni limite. L'autovelox era appunto in un tratto senza limiti imposti mediante segnaletica.
Ora, la mia principale preoccupazione era il ritiro della patente in quanto lavoro come consulente informatico e il 100% dei miei clienti distano piu' di 60 km dalla mia abitazione, per cui DEVO percorrere almeno 120 km al giorno per lavorare. Il verbale pero' non parla di ritiro della patente ma solo di multa (606.000 + 9.600 spese di notifica). I tratti del verbale in cui e' mezionato il ritiro della patente sono stati cancellati con un tratto di pennarello blu. Inoltre non si menziona il fatto che la violazione mi e' stata contestata al momento, ma c'e' la dicitura "Non e' stato possibile procedere a contestazione immediata in quanto ..... ecc.".
Nonostante sia convinto che la polizia stradale in questi casi usi l'autovelox esclusivamente per rimpinguare le casse (lo stesso agente che mi ha fermato, un po' in imbarazzo, ha confessato che il limite per quella strada e' molto basso, pari ad alcune strade ad una corsia per carreggiata che si arrampicano sui monti cimini qui vicino a dove abito), sono disposto a non tentare neanche il ricorso e pagare in silenzio pur di non incorrere nel ritiro della patente, che sarebbe per me un danno economico enorme.
Quello che vi chiedo e':
1 -  sono sicuro che pagando non mi verra' in futuro richiesta anche la pena accessoria del ritiro della patente, cencellata a pennarello sul verbale a me consegnato?
2 - qual'e' a vostro parere il motivo che li spinge a non contestarmi la pena accessoria? Il fatto di aver comunicato all'agente contestante che la cosa mi avrebbe impedito di lavorare? Non se la sentono di comminare una pena cosi' grave per una velocita' non cosi' elevata rispetto alla qualita' della strada? E' solo un malinteso tra la polizia stradale di Roma e quella di Viterbo? Hanno perso il foglio che mi hanno fatto firmare al momento per cui non possono dimostrare la contestazione immediata?
3 -  a questo punto voi mi consigliate di pagare subito o tentare il ricorso, vista la mancanza di contestazione immediata (e se poi il fatidico foglio spuntasse fuori?).

Risposta:
Visto che si tratta di un verbale molto ambiguo, le converrebbe lasciar giudicare il tutto presentando entro 30 giorni dalla notifica il ricorso e relativa richiesta di sospensione del pagamento ed annullamento del verbale in Tribunale. Sara' il Giudice a valutare il verbale e il ricorso da lei presentato, nonche' a far luce sulle varie contraddizioni esistenti tra la polizia stradale di Roma e quella di Viterbo: le incongruenze devono pero' essere chiaramente evidenziate nel ricorso. Altrimenti, se l'autovelox fosse stato un 104/C potrebbe provare a contestare la multa ai sensi di quanto disposto dalla sentenza della Corte di Cassazione relativamente all'obbligo di provvedere all'immediato fermo nel caso l'apparecchio consenta la rilevazione immediata dell'infrazione. Per il divieto, deve necessariamente essere 90, visto il tipo di strada.
Questo e' il fac-simile per i ricorsi autovelox
 
 
 
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