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Lettera 
22 marzo 2000 0:00
 
Salve,  
vi scrivo per chiedervi un consiglio che sicuramente siete in grado di darmi.  
Vivo a Gaeta, ma ho anche un'abitazione a Roma dove io e/o mia moglie siamo presenti almeno qualche giorno alla settimana. L'abitazione di Roma e’ di mia proprieta’, ma e’ intestata a mia figlia di 24 anni che vi vive invece dal lunedi’ al venerdi', poiche’ lavora a Roma. La RAI ha scritto una lettera a mia figlia, intestataria come ho detto dell'appartamento (reperendo il suo nome e indirizzo non so da chi, e comunque in barba ad ogni protezione della privacy) che riporto qui di seguito integralmente: le comunichiamo che il suo nominativo, all'indirizzo su indicato, non risulta presente negli elenchi degli abbonati alla televisione. Le ricordiamo che chiunque abbia un un apparecchio televisivo deve pagare per legge il canone di abbonamento TV. Nel caso non avesse ancora provveduto, potra’ regolarizzare la sua posizione versando l'importo di L. 165.150 dovuto per il periodo febbraio-dicembre 2000, utilizzando il bollettino di conto corrente allegato. Se, invece, avesse individuato degli errori nell'intestazione o nell'indirizzo, o inesattezze di altra natura, oppure se fosse titolare dell'abbonamento uno dei suoi familiari conviventi, la preghiamo di compilare con i dati corretti il questionario allegato e di inviarcelo quanto prima senza affrancarlo. Potra’ trovare informazioni piu’ dettagliate alla pagina 525 del Televideo. In mancanza di sue comunicazioni, che ci consentano di regolarizzare la sua posizione, l'amministrazione finanziaria procedera’ ai necessari controlli.  
Ringraziandola per la collaborazione, le inviamo i nostri migliori saluti.
Non sto qui a recriminare sulla legge iniqua che non solo ci propina una televisione pubblica e di Stato, ma ci impone anche di pagarla, e che ci impone un canone anche soltanto se si detiene un apparecchio "atto a ricevere la RAI", ma vorrei soltanto chiedervi se malgrado mia figlia sia oltre che la proprietaria ufficiale dell'appartamento di Roma e l'unica effettivamente ivi residente, io possa sostenere (cosa che in effetti e’ veramente) che l'appartamento di Roma e’ una mia abitazione secondaria dove io e gli altri componenti della mia famiglia vivono saltuariamente.
Se posso sostenere questa tesi senza essere attaccato per qualche cavillo, potrei quindi comunicare all'azienda televisiva SORRETTA DALLE APPOSITE LEGGI DELLO STATO che l'apparecchio televisivo presente nell'appartamento in oggetto risulta coperto (cosi’ come previsto e riportato appunto anche alla pagina 525 del televideo) dall'abbonamento che gia’ pago (mio malgrado) per gli apparecchi TV che ho nella mia abitazione principale a Gaeta. Non lo faccio direttamente, ma attendo prima un vostro consiglio perche’ non vorrei eventualmente pregiudicare la situazione.
Se viceversa avete qualche altra cosa da suggerirmi per evitarmi di pagare non uno, ma due canoni di abbonamento, ditemi pure cosa fare e ve ne saro’ grato.    
Grazie e cordiali saluti.

Risposta:
Essendo una tassa e non un contributo per il servizio, si rivolgono direttamente all'anagrafe. Non e' chiaro: come fa ad essere -l'abitazione- di sua proprieta' ma intestata alla figlia? Lei intende dire che lei e' proprietario ma la figlia vi ha la residenza, immagino?
Il canone deve essere uno per ogni nucleo familiare: se sua figlia fa nucleo a se', teoricamente dovrebbe pagarsi il proprio canone. Pero', potrebbe convenirle contattare l'Ufficio Abbonamenti della Rai regionale facendo presente che tale posizione e' relativa all'immobile di sua proprieta', il quale ha la funzione di seconda casa, indicando loro il numero del suo abbonamento.
 
 
 
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