testata ADUC
Senza Titolo
Scarica e stampa il PDF
Lettera 
6 marzo 2000 0:00
 
Genova, 3 marzo 2000. Mia madre (anni 77) e' titolare di una pensione di vecchiaia di Lit.659.950 nette (cat. VO n.50052872 - decorrenza settembre 1978) e di una pensione di reversibilita' di Lit. 430.340 nette (cat.SO n.20071968 - decorrenza agosto 1998) (tot. Lit. 1.188.530 lorde, 1.090.240 nette). Le e' stato comunicato dall' INPS che, forse da maggio o giugno, comunque CERTAMENTE, le sara' revocata l'integrazione al minimo sulla sua pensione, mentre verra' aggiornata la pensione di reversibilita'. Fatti due conti dovrebbe percepire Lit. 95899 (!!!) di pensione + Lit. 70.000 (circa) con un TAGLIO di Lit. 300000 abbondanti... Inoltre dovra' restituire il "maltolto" con valore retroattivo a partire dal 1 agosto 1998 (dopo morte marito).
Domanda: e' possibile che avvenga questo? Come potra' vivere con cifre cosi' limitate? Cosa si puo' fare?
Ringraziando, porgo distinti saluti.

Risposta:
Il minimo viene concesso dallo Stato a chi non ha niente. Chi inizia ad avere dei redditi, subisce una riduzione del minimo garantito, che e' meno necessario a causa dell'integrazione del reddito (consistente nella reversibilita'). Ne consegue che deve essere restituito quanto indebitamente riscosso. Che vivra' male non ne dubitiamo: tenga pero' presente che le 660.000 lire le riceve anche chi non ha niente e dunque non e' strano che chi ha qualcosa ottenga una cifra inferiore per la vecchiaia.
Si rivolga all'INPS.
 
 
 
ADUC - Associazione Utenti e Consumatori APS