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Lettera
29 febbraio 2000 0:00
Mi rivolgo a voi per esporre il caso mio e di altri assicurati:
un assicuratore di una nota compagnia nazionale ha dirottato gli assegni che gli abbiamo dato (in qualita’ di versamenti per le polizze assicurative contratte) sul conto bancario dell'assicurazione (essendo tutti gli assegni intestati alla compagnia e non all'agente) e da questo su un suo conto personale su altra banca. Gli importi in questione per noi sono di circa 200 milioni, coinvolti sembrano essere circa 12 clienti! A sett. ’98 l'agente si e’ misteriosamente. .. suicidato (cosi’ pare), a questo punto la societa’ di assicurazioni ha fatto finta di non essersi mai accorta della truffa, perpetuata nell'arco di almeno 4 anni dal suo "agente generale", e ha comunicato di non sapere nulla dei versamenti (transitati sul SUO conto in banca!) tanto che siamo stati noi a richiedere alla banca le copie degli assegni per dimostrarle che erano tutti a nome suo e non dell'agente defunto.
Ad oggi, stiamo per iniziare un processo, in quanto la societa’ continua a negare ogni responsabilita’, affermando di non dover rispondere per le azioni del suo ex-Agente Generale, ne’ della banca che ha accettato di trasferire i fondi dal conto dell'agenzia a quello dell'assicuratore!
Sarebbe per noi importante ricevere supporto dall'esterno, specie se siete venuti a conoscenza di simili casi e di come si sono risolti (dovremmo cioe’ cercare dei precedenti con sentenze giudiziarie per portarle a ns. favore); inoltre desidereremmo fosse data pubblicita’ al caso, in modo da aiutare gli altri consumatori a non incappare in simili deplorevole vicende, possibili grazie al fatto che le compagnie assicuratrici pensano ad incassare...ma non a tutelare!
Risposta:
Non conosciamo sentenze in proposito, ma deve dimostrare che detto assicuratore agiva appunto per la compagnia, utilizzandone ed impegnandone il nome, e che pertanto la responsabilita' civile (non penale, salvo fatti nuovi ed individuazione di responsabilita' di persone interne) nei confronti della "propria" clientela e' della compagnia.
un assicuratore di una nota compagnia nazionale ha dirottato gli assegni che gli abbiamo dato (in qualita’ di versamenti per le polizze assicurative contratte) sul conto bancario dell'assicurazione (essendo tutti gli assegni intestati alla compagnia e non all'agente) e da questo su un suo conto personale su altra banca. Gli importi in questione per noi sono di circa 200 milioni, coinvolti sembrano essere circa 12 clienti! A sett. ’98 l'agente si e’ misteriosamente. .. suicidato (cosi’ pare), a questo punto la societa’ di assicurazioni ha fatto finta di non essersi mai accorta della truffa, perpetuata nell'arco di almeno 4 anni dal suo "agente generale", e ha comunicato di non sapere nulla dei versamenti (transitati sul SUO conto in banca!) tanto che siamo stati noi a richiedere alla banca le copie degli assegni per dimostrarle che erano tutti a nome suo e non dell'agente defunto.
Ad oggi, stiamo per iniziare un processo, in quanto la societa’ continua a negare ogni responsabilita’, affermando di non dover rispondere per le azioni del suo ex-Agente Generale, ne’ della banca che ha accettato di trasferire i fondi dal conto dell'agenzia a quello dell'assicuratore!
Sarebbe per noi importante ricevere supporto dall'esterno, specie se siete venuti a conoscenza di simili casi e di come si sono risolti (dovremmo cioe’ cercare dei precedenti con sentenze giudiziarie per portarle a ns. favore); inoltre desidereremmo fosse data pubblicita’ al caso, in modo da aiutare gli altri consumatori a non incappare in simili deplorevole vicende, possibili grazie al fatto che le compagnie assicuratrici pensano ad incassare...ma non a tutelare!
Risposta:
Non conosciamo sentenze in proposito, ma deve dimostrare che detto assicuratore agiva appunto per la compagnia, utilizzandone ed impegnandone il nome, e che pertanto la responsabilita' civile (non penale, salvo fatti nuovi ed individuazione di responsabilita' di persone interne) nei confronti della "propria" clientela e' della compagnia.
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