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Lettera 
25 gennaio 2000 0:00
 
25-Gen00
Gentile Aduc,
rispedisco il messaggio originale in sintesi.
Possiedo da diversi anni una polizza della SAI assicurazioni per proteggere la salute della mia famiglia. Ad ottobre ho avvisato regolarmente la Sai della drammatica scoperta di un tumore al cervello di mio figlio, con prognosi di cura di esito non certo e in ogni caso di diversi mesi (e forse anni). Meno di un mese dopo, la Sai mi ha inviato una raccomandata R.R. con l'annuncio che il mio contratto -con massimali illimitati e per il quale pago la non indifferente cifra di sei milioni all'anno- non mi sarà rinnovato alla scadenza del rinnovo annuale. La Sai fa riferimento a quanto contenuto nelle condizioni generali del contratto e cioè che in assenza di esplicita comunicazione di una delle parti (e la Sai me ne ha invece inviata una) detto contratto si intende tacitamente rinnovato di anno in anno.
Questo anche se in altra parte delle stesse condizioni generali si afferma che la Sai perde il diritto di recesso trascorso un anno dalla prima stipula (e ne sono passati almeno quattro). Chiesi all'Aduc un parere legale e mi fu brevemente così risposto:
"...I termini dell'illeggittimità sono da definirsi comunque non può più venire considerato legittimo il recesso da una polizza malattia in caso di sinistro. ... Vanno analizzati i termini del problema in modo un pò più specifico, comunque la clausola contrattuale della Compagnia che le consente di recedere a seguito di sinistro è prevista in violazione dell'art. 1469 bis -e ss- c.c."
Scrissi poi di nuovo per avere più precisi ragguagli su alcune frasi un pò oscure ("i termini dell'illeggittimità sono da definirsi..." e il senso dello stesso art. 1469 bis). Inoltre mi piacerebbe sapere in modo un pò più diffuso come mi si consiglia di comportarmi.. Posso considerare come clausola vessatoria l'articolo citato delle condizioni generali della polizza e ottenere una azione inibitoria? Posso cercare di rivolgermi ad una trasmissione televisiva per illustrare il mio caso e così mettere sull'avviso migliaia di ignari assicurati? Per favore, consigliatemi e se potete fatelo al più presto perchè la Vs. risposta era datata 13/12/99 è ormai c'è poco tempo per organizzarsi. Posso confidare in Voi?

Risposta:
che i termini di illegittimita' sono da definirsi vuol dire, in parole semplici, che la legge non dice "E' cosi'.... punto e basta". La legge dice che e' illegittimo creare una situazione di disparita' tra cliente e societa': per cui, o entrambi hanno il diritto di recesso o nessuno dei due lo ha prima della scadenza. Non dice pero' che "e' vietato ad entrambi di recedere" od "e' consentito ad entrambi di recedere". Dice -ribadisco- che le clausole non devono essere vessatorie e che diritti e doveri devono dunque essere paritari. E che e' il giudice a dover valutare -caso per caso- se sia da consentire il recesso ad entrambi od a nessuno dei due, cio' determinandolo sulla base della costruzione delle frasi stesse del contratto.
Nel caso specifico di sinistro nelle polizze malattia, comunque, l'interpretazione piu' favorevole e piu' probabile e' quella di non consentire il recesso. Inoltre, (e qui dobbiamo fidarci della sua attenzione nel leggere il contratto) lei dice che la Sai non puo' piu' recedere passato un anno. Dunque, controlli con attenzione che detta clausola sia riferita proprio al suo tipo di polizza (nei prospetti informativi spesso ci sono anche riferimenti ad altre polizze) e -se cosi' e'- puo' inviare raccomandata A/R in cui fara' valere (citando comunque anche la vessatorieta' della disdetta, per il momento dando per scontato che tale recesso sia vessatorio) la clausola con la quale Sai si impegna a non dare disdetta passato il primo anno, considerando tale clausola irrinunciabile ed ingiungendogli di adempiere onde non essere citati per inadempienza contrattuale.
Sicuramente puo' rivolgersi a quella trasmissione. In casi piu' banali non serve a niente se non ad ottenere sul momento risposte falsamente rassicuranti, ma forse in un caso di questo tipo e' piu' probabile che ci sia una mobilitazione maggiore.
 
 
 
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