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Lettera 
20 gennaio 2000 0:00
 
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RICHIESTA.............Da circa un anno sono proprietario di un immobile a Pavia, censito come due appartamenti.
La casa e' disabitata essendo in attesa di ristrutturazione.
Ho ricevuto la prima bolletta dell'acqua da parte della locale azienda di servizio (detta privata ma a capitale pubblico). Con mio sommo stupore ho notato che a fronte di un consumo effettivo (da contatore) di due metri cubi di acqua, me ne sono stati addebitati 200.
Sono stato una mattinata intera negli uffici della ASM di Pavia, cercando di farmi dire in base a quale direttiva veniva applicato questo minimo obbligatorio di consumo.
Non sono riuscito, nonostante l'arrabiatura, ad ottenere risposta. Mi hanno solo consigliato di andare in Comune per avere una copia della delibera interessata, giustificandosi con il fatto che questa regola era già in vigore prima del 1970.
Mi sono subito recato al URP del comune di Pavia a chiedere copia di questa delibera.
Il comune mi ha risposto dopo 30 giorni dicendomi che il comune non ha mai deliberato (per quanto ne sanno) in questo senso e mi ha inoltrato per conoscenza la richiesta di delucidazioni che loro stessi hanno chiesto all'Azienda.
Credo che non arrivera' mai una risposta.
A questo punto chiedo a Voi: Vi risulta che una azienda possa addebitare a suo piacimento (o in forza di legge) un minimo di consumo obbligatorio e garantire così la floridità delle proprie casse, a scapito del buon senso che vorrebbe imporre a tutti noi il parsimonioso consumo del prezioso bene acqua?
Vi ringrazio per l'attenzione.
Cordiali saluti.

Risposta:
Il minimo obbligatorio e' di prassi. Nel caso specifico le consiglieremmo di richiedere l'intervento del Difensore Civico, in modo da ottenere tramite lui informazioni sugli atti che il Comune ricevera' dall'azienda.
 
 
 
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