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Lettera 
11 dicembre 1999 0:00
 
Cari amici, vi rimando una lettera a cui non mi avete risposto.
Sono di attualita’, in questi giorni, le notizie riguardanti la interruzione della fornitura di benzina SUPER  e i proprietari di oltre 10 milioni di veicoli non catalizzati si chiedono con sgomento come potranno continuare a utilizzare la loro auto (o moto) dal 1° gennaio 2000.  
Stando a quanto diffuso dai media, le alternative offerte, a parte quella ovvia di sostituire l'auto -onere al quale non tutti si possono assoggettare-  sarebbero:  
- utilizzare la benzina "verde" senza apportare modifiche al motore: dopo circa 10 -12 mesi di utilizzo normale, senza l'effetto lubrificante del piombo sulla superficie delle valvole, si avra’ un consumo delle sedi e guide valvole tale da causare la recessione delle stesse nella testata e la conseguente perdita di compressione,  cioe’ il motore e’ da buttare;  
- sostituire la testata con una adatta alla benzina "verde": non sempre cio’ e’ possibile, in quanto non per tutti i modelli di motore e’ stata prodotta una testata adatta alla benzina "verde". In molti casi, i progettisti hanno preferito ridisegnare interamente il motore.  Quando la sostituzione e’ possibile, il costo e’ salato: si parte da un minimo di L. 1,5 milioni per le auto piu’ piccole;  
- montare un impianto a gas. Ci sono i pro e i contro. Fra i pro: economia di esercizio, bassissimo inquinamento ambientale. Fra i contro: prezzo dell'impianto (da L. 1,5 milioni in su), difficolta’ di reperimento dei rari impianti di distribuzione del gas, spazio occupato dal serbatoio, intrinseca pericolosita’ del tipo di combustibile, prestazioni del motore "mortificate" dalla minore resa energetica;  
- utilizzare additivi da immettere nel serbatoio, atti a sostituire l'azione lubrificante del piombo.
Sul mercato internazionale sono presenti diversi prodotti, basati su diversi elementi chimici, con diversa efficacia. Nel Regno Unito una organizzazione legata alla conservazione delle auto storiche ha recentemente esaminato, in modo indipendente, questi prodotti e ne ha stilato una classifica, in base alla loro efficacia. Senza entrare nel dettaglio tecnico, va subito detto che, su sei prodotti esaminati in laboratorio, solo due hanno dimostrato di agire efficacemente, preservando l'integrita’ del motore.
Dati negativi di tali additivi: il costo aggiuntivo rispetto alla benzina e la necessita’, per l'utente, ogni volta che fa benzina, di inserire nel serbatoio la quantita’ di additivo richiesta, in proporzione ai litri di benzina immessi. Si vede subito che cio’ risulta alquanto scomodo, per chi fa un uso giornaliero del proprio veicolo.
La soluzione dell'additivo si prospetta invece applicabile nell'ambito delle auto storiche, cioe’ di veicoli utilizzati in modo sporadico, per raduni e mostre, e trattati con molta cura dai rispettivi proprietari.   Fin qui le alternative prospettate in Italia.   Ma esiste un'altra possibilita’, tecnicamente ben piu’ valida, gia’ fruibile da tempo in altri Paesi europei, senza che qui  se ne abbia notizia.
Questa possibilita’ consiste nella messa in commercio, da parte delle maggiori compagnie petrolifere, di una benzina "sostitutiva di quella al piombo": LRP - Lead Replacement Petrol, che permette alla minoranza di auto non catalizzate di circolare ancora per un po', senza danni al motore, sino al compimento del proprio "ciclo vitale".
Accludo a tal proposito la copia di una pagina pubblicitaria comparsa su una rivista inglese: "Classic & Sports Car" di novembre. Se le compagnie petrolifere attuassero in Italia la stessa politica che viene messa in atto all'estero, dove il consumatore e’ molto piu’ tutelato, non ci sarebbero questi problemi, non ci sarebbero allarmismi "pilotati" e soprattutto non ci sarebbero incubi di dolorosi esborsi per chi non ha ancora potuto (o voluto) cambiare l'auto.  
Non mi illudo molto sulla possibilita’ di raggiungere tali risultati: troppi fattori di peso importante lavorano in senso contrario:
- le (...."la"..?) case automobilistiche che ovviamente tendono ad aumentare le vendite;
- le compagnie petrolifere, per le quali l'introduzione del LRP comporterebbe sicuramente un costo, per l'impegno della ricerca, la diversificazione della produzione e l'adeguamento degli impianti (costo peraltro sostenuto negli altri Paesi).   Mi pare che cio’ basti a fornire un quadro esauriente della situazione.
Rimango a disposizione per eventuali ulteriori ragguagli.

Risposta:
Siamo estremamente spiacenti del fatto che non le sia arrivato alcun messaggio di risposta alla sua missiva. Probabilmente c'e' stato qualche errore, o nella trasmissione oppure causato anche dal fatto che la sua lettera ci e' proprio servita a fare un comunicato: LA FINE DELLA BENZINA ROSSA
 
 
 
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