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Lettera 
4 maggio 1999 0:00
 
Un cliente entra in un negozio, acquista un prodotto particolare (diciamo che l'ha visto in vetrina e ne e' rimasto colpito, altrimenti non sarebbe nemmeno entrato nell'esercizio) poco dopo o la sera ne provarlo si accorge che il prodotto (che all'acquisto era "blisterato" nella plastica) e' un articolo scadente, non difettoso, ma comunque non all'altezza delle aspettative. Non avendo avuto la possibilita' di esaminarlo attentamente sul posto (dato che la confezione non poteva essere aperta perche' altrimenti compromessa) il cliente lo riporta al negozio con relativa prova d'acquisto per renderlo; ma il negoziante dice che non puo' restituire il denaro (l'ha gia' speso?) pero' puo' emettere (generalmente a mano su un pezzo di carta comune) un "BUONO" per l'acquisto di un'altro prodotto nel suo esercizio di eguale valore al precedente o comunque valevole come denaro nel suo negozio, obbligando quindi il cliente a comprare per forza qualcos'altro (anche se non interessato) senza via di scampo! Quanto dico sono anche le istruzioni che ho ricevuto nel periodo che ho lavorato come commesso in un negozio di elettrodomestici (I soldi dalla cassa, una volta entrati, non escono piu'): dire che ormai lo scontrino e' stato battuto e non puo' essere cancellato etc... (...)

Risposta:
Che lo scontrino sia stato battuto e non puo' essere cancellato e' una sciocchezza. Ed il diritto di recesso nel caso di acquisto in un negozio non esiste. Le cose stanno cosi': l'acquirente ha degli oneri. Deve controllare che il prodotto che acquista sia di suo gradimento. Per cui, doveva aprire il cellophane, oppure farsene mostrare uno uguale. Non avendolo fatto, se l'oggetto non presenta difetti di vario genere non esiste il diritto al rimborso. Pero' il buono e' valido.
 
 
 
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