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Lettera 
9 novembre 1999 0:00
 
9-Nov-99
mi permetto di segnalarLe una piccola "anomalia" (a mio avviso) del nostro servizio postale.
Qualche giorno fa ho trovato nella cassetta delle lettere la cartolina gialla con la quale mi si invitava a ritirare una raccomandata A.R. giacente presso l'Ufficio postale di Via Galeotti in Roma. Tralascio di polemizzare sul fatto che, essendo rimasto a casa per tutta la mattinata, probabilmente il postino non ha verificato neppure se fossi o meno presente.
Il giorno successivo mi reco all'Ufficio postale e ritiro la raccomandata: si trattava tra l'altro di una cartella esattoriale che attendevo gia' da tempo. Con mia sorpresa l'impiegato aggiunge dei francobolli sulla lettera e mi fa pagare L.300; la signora che mi precedeva nella fila ha dovuto invece versare L.900.
Ingenuamente non ho chiesto all'addetto a quale titolo dovessi versare la pur modestissima cifra richiestami, assumendo che si trattasse di una sorta di "aggiunta" per la giacenza.
Ragionando a freddo mi sono per chiesto:
1) se 300 o 900 lire sono singolarmente cifre modeste, hanno invece un peso maggiore se riferite al costo della raccomandata: giusto pagare comunque una somma cosi' percentualmente elevata?
2) se il mittente ha speso dei soldi per assicurare la consegna di una lettera, e' lecito poi andare a chiedere un costo aggiuntivo al destinatario? Non dovrebbero essere le Poste a DOVER portare a termine il servizio pattuito? E il destinatario perche' chiamato a contribuire direttamente in un accordo tra terzi (mittente e Poste), magari per un disservizio delle Poste stesse?
3) ma soprattutto a quale titolo sono richieste queste cifre?
4) a quanto ammontano gli introiti annuali delle Poste per questo tipo di "richieste"?
Le confesso che mi piacerebbe avere da Lei qualche risposta chiarificatrice, ma mi accontento di averLe sottoposto la questione, se gia' non ne era a conoscenza.
La saluto ringraziandoLa per le interessanti informazioni ed iniziative di cui quotidianamente ho notizia attraverso il mio provider Agora' .

Risposta:
la tassa di lire 300 e' per il diritto di consegna per la posta andata inesitata. Il che vuol dire che se lei non e' in casa le viene messo l'avviso e le viene consentito di recarsi a suo comodo alle Poste, senza dover rischiare di non ricevere la raccomandata a causa della assenza prolungata. Nel suo caso, il comportamento del postino e' stato illegittimo, avendo inserito l'avviso senza prima verificare la sua presenza, causandole cosi' un disagio. L'unico problema e' che il postino potrebbe sostenere di avere comunque suonato e di non aver ottenuto risposta. Pertanto, l'unica cosa che mi sembra possibile fare e' tentare di far cessare questo modo si procedere. E dunque sara' opportuno che lei invii una raccomandata A/R alla Filiale ed alla Direzione Generale, segnalando il fatto e richiedendo maggior cura ed un maggior controllo sui propri operatori. Quantomeno, il postino potra' venire richiamato.
 
 
 
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