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Lettera 
7 novembre 1999 0:00
 
7-Nov-99
Tipo_Form.............CONSIGLI
RICHIESTA.............Cara ADUC
sottopongo il seguente problema:
In data sab. 23/10/1999 mi recavo ad una manifestazione a cui ero stato invitato telefonicamente presso l'hotel Leonardo nell'hinterland milanese dove mi veniva presentata una vendita di settimane vacanza in multiproprietà sella società Paradisi Riuniti. Il costo della settimana era di lit. 24.000.000 ma in occasione della manifestazione era offerta a lit. 18.000.000 .
Decidevo di accettare facendo però scrivere sul contratto la seguente dicitura "il contratto è valido previo il controllo legale della regolarità dello stesso in caso contrario il contratto è nullo e senza spese"
Lunedì 29/10/1999 decidevo di recedere dal contratto mediante raccomandata A/R e Fax.
In questa lettera oltre che al recesso contestavo la clausola apposta sul loro contratto dove è scritto che in caso di recesso l'acquirente deve rimborsare il 20% del valore del contratto più 488.000 per spese di trasferta.
Spiegavo che la legge riporta che l'acquirente in caso di recesso deve rimborsare le spese sostenute effettivamente e documentate per la conclusione del contratto, purchè si tratti di spese relative ad atti da espletare tassativamente prima dello scadere del periodo di recesso.
Il contratto lo firmavo Sab 23/10/1999; recedevo dal contratto Lun 25/10/1999.
Ho ricevuto una lettera dal loro legale che mi chiede il 20% del contratto pieno di lit.24.000.000  cioè 4.800.000 più le 488.000 per le spese di trasferta e come giustificativo manda una dubbia fotocopia di certificato di associazione di lit.4.800.0000 da loro versati alla società emittente locata alle isole Canarie; questa dubbia fotocopia è addirittura datata 19/10/1999, quattro giorni prima che io firmassi il contratto, e senza nessun giustificativo per la richiesta di lit.488.000.
Vi chiedo un parere in merito

Risposta:
la clausola da lei apposta non ha probabilmente valore, visto che sempre probabilmente gli addetti non avevano alcuna possibilita' di effettuare condizioni diverse da quelle contrattuali. Cio' e' comunque secondario, visto che il problema non si e' posto, avendo lei correttamente effettuato il recesso tramite A/R nei termini indicati.
Cio' che lei ha scritto nella lettera e' giustissimo: ai sensi del Decr. Legisl. 427/98 non e' possibile richeidere altro che le spese effettivamente sostenute. Le quali devono essere state effettuate poiche' altrimenti rimandabili: non e' consentita l'applicazione delle spese comunque rimandabili e non necessarie alla mera stipula del contratto. Per cui, nella raccomandata A/R, in cui alleghera' fotocopia del versamento di lire 488.000 (le sole di loro spettanza e solo nel caso in cui siano specificamente indicate nel contratto: non occorre ricevuta ma previsione contrattuale) ribadira' quanto sopra, rincarando la dose e facendo presente che inoltre tale clausola penale (poiche' di tale si tratta) oltre a non essere consentita dal menzionato decreto, e' pure illegittima poiche' eccessiva, ai sensi dell'art. 1469 bis e ss cod. civ. Cio' al solo fine di puntualizzare meglio l'assurdita' della pretesa. Li diffidi pertanto dall'avanzarle ulteriori pretese, facendo presente che in caso contrario si vedra' costretto ad adire le opportune tutele. Intesti la lettera p.c. anche a noi in quanto associazione di consumatori.
 
 
 
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