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Lettera 
15 aprile 2001 0:00
 
15-Apr-01
Subject: grazie
Scrivo per raccontare la mia storia. Nel mese di settembre 1999 si rompe la tubazione di acqua condotta del condominio di cui io sono un 'affittuario, e nel mio appartamento viene rotto mezzo bagno per la ricerca del guasto che riparano. Per i danni viene incaricato il perito della toro assicurazioni che mi valuta il solo danno delle pareti imbiancate (i muri li hanno messi a posto i muratori del condominio stesso) e mi stima un danno per £1060000. In data 11/01/2000 l' amministratore tramite il mio proprietario mi liquida con un assegno di £603000, alle mie lamentele l'amministratore mi dice che £475000 rimanenti sono la franchigia, chiedo lumi su a chi è intestata la polizza e mi dicono che è intestata al condominio. Mando delle email all'associazione dei consumatori ADUC e mi dice che io ho ragione e che mi possono dare solo consigli per andare avanti GRAZIE offerta (£50000), mi rivolgo al comitato difesa consumatori di Torino e mi consigliano di fare un lettera raccomandata di ingiunzione per rimborsarmi delle 457000 ( £5600) ma non mi rispondono, ritorno al movimento dei consumatori con appuntamento (un'ora di permesso £12000) e parlo con un addetto che mi dice che l'unica maniera è di fare causa senza il loro aiuto GRAZIE. Alle mie perplessità chiama un avvocato per telefono e gli spiega la faccenda chiedendogli anche quanto era il costo, il Sig. AVVOCATO gli dice che la causa e da fare e che se mi iscriverò al comitato non mi prenderà niente, benissimo rispondo io mi iscrivo subito (£20000). Prendo appuntamento con l'AVVOCATO (un'ora di permesso £12000) e si inizia con il giudice di pace il 10/04/2000 (2 due ore di permesso) dove mi propongono (il condominio) £500000 che il mio AVVOCATO rifiuta, ne vorrebbe altre 500000 per la sua parcella. Si inizia la causa. Arrivato a casa ne parlo con mia moglie e decidiamo di finirla li, telefono all'AVVOCATO e gli dico che noi moralmente avevamo vinto e che accettavamo la proposta che mi offrivavano dandogli i soldi per le SPESE, ma niente da fare mi convince che la causa la vinceremo e che avremmo avuto la minima possibilità di perderla di andare avanti e di non tirarmi indietro proprio adesso. Per farla breve il giorno 05/04/2001 mi telefona dicendomi che assurdamente ma avevamo perso la causa. IL GIUDICE DI PACE DOTTORESSA GABRIELLA PATRIARCA CON MOTIVAZIONI ASSURDE respinge la mia richiesta e mi condanna al pagamento di £700000+iva di spese. Vado dal mio avvocato dopo l'orario di lavoro e mi presenta le sue SPESE (£500000) scontate, gli devo aver fatto pena dopo che gli ho detto di mettersi una mano sulla coscienza e di ricordarsi che lui aveva detto che non mi avrebbe preso spese, ma non ho sortito effetto sperato (totale costi= 50000 ADUC+457000 DANNI+5600 RACCOMANDATA+20000 ISCRIZIONE +24000 ORE PERMESSO+840000 SPESE + 500000 AVVOCATO = 1450000 CIRCA UN MESE DEL MIO STIPENDIO). L'AVVOCATO mi ha CONSIGLIATO di fare ricorso in cassazione. FOSSI MATTO.
PS se avrete il piacere di consolarmi vi scrivero anche i motivi della sentenza.
COMPLIMENTI A TUTTI.

Risposta:
Vista la cifra, effettivamente era proprio il caso di evitare di rivolgersi ad un legale: come vede, c'era un valido motivo per cui le avevamo detto di fare da solo: quanto piu' quanto meno, se ci si rivolge ad un legale si rischia di spendere piu' di quanto si riceve anche vincendo, se le cifre sono cosi' basse. In questo, ha sbagliato a non volerci credere. Se vuole inviarci le motivazioni della sentenza, le possiamo valutare volentieri: puo' anche darsi che alla fine non siano assurde ma che negli atti -da un'analisi sugli stessi- si possa desumere qualcosa di diverso da quello che sembrava. Se invece ha veramente ragione, puo' fare due cose: o davvero il ricorso in Cassazione -che sono spese sicure- oppure richiedere una valutazione all'Isvap (visto che si tratta di un'assicurazione) -V. del Quirinale 21, 00187 Rm: forse non servira' a niente, ma potrebbe anche esserle d'aiuto. Ad ogni modo, se le sue fossero recriminazioni dovute al fatto di averle dato ragione, la inviteremmo a valutare meglio il caso: in primo luogo, nessuno ha preteso alcuna iscrizione, ed in secondo luogo le e' stato fornito un parere, sulla base di quanto da lei esposto: non le abbiamo venduto la sentenza di un giudice. Questo deve essere ben chiaro, in quanto in difetto ci fa un torto presumibilmente superiore a quello fattole dal giudice, e totalmente immotivato.
 
 
 
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