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Lettera 
15 aprile 2001 0:00
 
Subject: Richiesta
Buongiorno, ritenendo di aver subìto un sopruso, mi rivolgo a Voi per conoscere le modalità relative per oppormi al trattamento a cui sono stato sottoposto: in data odierna mi sono recato in un negozio di abbigliamento per cambiare un paio di pantaloni regalatomi dalla moglie in occasione del mio compleanno. Subito un addetto mi ha riferito che il sabato non cambiano la merce, come evidenziato su alcuni "foglietti" esposti alla cassa, al limite solo con un pantalone uguale o con prezzi superiori alle 135.000 (costo di quelli acquistati). Non trovando quanto cercavo, davanti al rifiuto dell'incaricata alla cassa di rilasciarmi un buono di acquisto relativo a quanto avrei reso, ho richiesto l'intervento del Direttore dello stesso negozio, il quale, con tracotanza, mi ha ribadito di portarmi a casa i pantaloni. Chiedo pertanto a Voi, sperando sia di Vs. competenza, quali mezzi ho a disposizione per fare valere quello che ritengo un mio preciso diritto, possibilmente entro il 17/04/01 (scadenza della sostituzione).

Risposta:
Poiche' in caso di acquisto di un bene che non presenti un vizio di produzione non esiste nessun diritto alla sostituzione, puo' solamente adattarsi, in quanto il negoziante potrebbe legittimamente rifiutarsi di sostituirle l'acquisto (salvo diverso, specifico accordo tra le parti). Pertanto, suggeriamo di trovare un accordo amichevole con il venditore, poiche' pretendere senza averne titolo, costituira' motivo di fastidio per la controparte, che di conseguenza sara' maggiormente portata a negare la propria disponibilita'. Cosa diversa, sarebbe se l'oggetto acquistato avesse un vizio di produzione: in tal caso, lei puo' pretendere tutto (riparazione, sostituzione, rimborso) rivolgendosi al giudice, se necessario.
 
 
 
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