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Lettera 
30 marzo 2001 0:00
 
Vi invio qui di seguito il testo della raccomandata da me inviata a Telecom Italia, sede di Bergamo, per denunciare il loro comportamento scorretto sia nei miei confronti, che nei confronti dei loro concorrenti.
"Lo scorso mese di gennaio ho esaminato nel Vostro sito internet la proposta di abbonamento ADSL + Teleconomy 24. Trovando i termini dell'offerta interessanti, ho provveduto a verificare on-line le specifiche tecniche richieste per tale collegamento. Ho potuto anche verificare che il mio numero telefonico risultava tra quelli gia’ abilitati per il collegamento ADSL.
Il giorno 5 febbraio mi sono quindi recato in un Negozio 187 per definire il contratto e acquistare i materiali necessari per il collegamento (modem + filtri per le prese). Prima di procedere alla vendita, l'impiegata del suddetto negozio ha ri-verificato che il mio numero risultasse fra quelli abilitati e, avuta risposta affermativa, abbiamo proceduto alla stesura del contratto e all'ordine dei materiali.
Essendomi stato dato un tempo indicativo di tre settimane per l'attivazione del collegamento, una decina di giorni dopo la firma del contratto ho anche provveduto a disdire il mio provider. Non vi dico la sorpresa, la rabbia e quant'altro ho provato quando, scadute le fatidiche tre settimane senza aver ricevuto alcuna comunicazione, mi sono rivolto al negozio 187 e mi sono sentito rispondere che il collegamento ADSL nella mia zona non e’ ancora disponibile.
Ho chiamato allora il 187 e una gentile operatrice a cui ho richiesto spiegazioni circa lo stato del collegamento mi ha detto testualmente che "ci stanno lavorando; la linea potrebbe essere attiva fra giorni o fra qualche mese".
Mi sembra che il comportamento di TELECOM ITALIA in tutta questa faccenda sia stato per lo meno scorretto (non uso termini piu’ pesanti per educazione) sia nei confronti dei suoi clienti, che verso la concorrenza, millantando un servizio che non e’ in grado di rendere.
A tutt'oggi, ho stipulato un contratto per la fornitura di servizi che non so quando sarete in grado di erogarmi, ho anticipato la spesa di materiali che se ne stanno a impolverarsi e ad invecchiare inutilmente, ho disdetto il mio contratto con il mio provider abituale, con tutti i danni che ne conseguiranno quando questi (a brevissimo) mi chiudera’ il collegamento.
Vi invito quindi formalmente a darmi al piu’ presto possibile spiegazioni e informazioni precise, in mancanza delle quali mi vedro’ costretto a rivolgermi alle associazioni consumatori per denunciare il fatto e mettere in moto una richiesta danni.
Distinti saluti."
In risposta alla mia lettera ho ricevuto oggi una telefonata, cortese ma disarmante nella sostanza, in cui una certa signora *** di Telecom si scusava per l'accaduto, mi dava pienamente ragione, ma non era assolutamente in grado di prevedere i tempi della risoluzione del problema. A dir la verita’, l'impressione che ne ho ricevuto e’ che l'attivazione delle linee non sara’ fatta ne’ domani, ne’ tra due mesi, bensi’ in tempi molto lunghi e non ancora programmati. ciliegina finale, ho anche appreso dalla suddetta signora che, nel caso in cui l'attivazione delle linee non avvenga entro i termini temporali dell'offerta da me sottoscritta (e mi pare scontato ormai che questo non possa avvenire), non potranno garantirmi di accedere ai benefici previsti dall'offerta stessa (nessun contributo di attivazione, intervento tecnico gratuito per l'installazione).
Al di la’ del danno materiale, sono francamente sconcertato dal comportamento di questi signori: truffa, concorrenza sleale, pirateria commerciale, sono i primi termini che mi vengono in mente. A proposito, a tutt'oggi il sito 187 di Telecom continua a riconoscere il mio numero telefonico come numero operante in zona coperta dal servizio ADSL. Pudori questi signori non ne hanno, ma sicuramente avranno l'accortezza nei prossimi giorni di correggere l'"errore".
Gradirei avere da Voi un consiglio sulle azioni che si possono intraprendere per tutelare i miei diritti di consumatore.

Risposta:
Pccorre poter dimostrare, in qualche modo, che il suo numero risultasse tra quelli abilitati.
Se e' possibile provarlo (con uno stampato ufficiale, un atto scritto, delle testimonianze) e' in condizione di contestare e di chiedere il rimborso del danno.
Se invece cosi' non fosse, l'esito e' molto piu' incerto anche se e' ugualmente possibile rivolgersi al giudice di pace -iniziando con una conciliazione.
La contestazione dovra' avvenire tramite raccomandata A/R, dettando un termine di giorni entro cui rimborsare il danno, avvisando che in difetto fara' causa, e poi provvedendo in tal senso.
 
 
 
ADUC - Associazione Utenti e Consumatori APS