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Lettera 
14 dicembre 2000 0:00
 
Il giorno 10/10/2000 consegnavo un notebook Mitac 6120 marchiato DOMO, acquistato nel gennaio del 2000, nelle mani del mio rivenditore, CP Informatica di Rimini, distributore selezionato per la citta' di Rimini, causa un malfunzionamento nell'avvio della macchina a livello hardware.Il rivenditore prendeva in consegna il notebook inviandolo al centro di assistenza di DOMO S.r.l. di Reggio Emilia, dove per dichiarazione del Sig. R*** S***, responsabile del centro assistenza, da me contattato via e-mail, il notebook perveniva in data 25/10/2000, e controllato il giorno 27/10.
Il Sig. S*** affermava in data 09/11 che il tecnico aveva gia' richiesto la parte per la sostituzione, ma che era impossibilitato ad operare causa malattia, e che al suo ritorno sarei stato contattato da DOMO per ulteriori chiarimenti.
Il giorno 18/11, trascorsi ancora 10 giorni senza ulteriori notizie, mi accingo a contattare senza successo DOMO per via telefonica, scoprendo il lunedi' successivo di essere vittima di presunti problemi al centralino. Mi accingo quindi a contattare il Sig. S*** via e-mail per sollecitare una rapida riconsegna del notebook in questione ed un contatto telefonico immediato.
Il lunedi' successivo (20/11) riesco a mettermi in contatto (e sottolineo NON per iniziativa di DOMO, ma mia) per via telefonica col Sig. S***, dal quale apprendo che uno dei tecnici si e' appena licenziato e l'altro e' in ospedale con un ginocchio rotto, e che quindi DOMO sara' costretta ad inviare il notebook in assistenza, naturalmente a proprie spese, presso un centro di assistenza esterno. Con la promessa, visto il considerevole ritardo sopportato, di un sollecito per la riparazione urgente.
Trascorsa l'ennesima settimana (27/11), puntualmente contatto l'assistenza DOMO al numero (oramai lo so a memoria) 0522 / 232721, dove una cordialissima operatrice mi dice che il notebook sara' con tutta probabilita' "pronto per la fine della settimana, MASSIMO inizio della prossima". Sollecito come di consueto un intervento rapido (non ci credo piu' nemmeno io....) facendo le mie rimostranze sul ritardo e ricevendo la solita inutile comprensione, e le solite scuse ed ammissioni di responsabilita' che non portano da nessuna parte.
Il giorno martedi' 5 dicembre, dal momento che il notebook sarebbe stato pronto AL MASSIMO ad inizio settimana, secondo le dichiarazioni della gentile operatrice, mi accingo a richiedere l'invio dello stesso per via telefonica, e immancabilmente mi sento rispondere che il notebook *dovrebbe* essere pronto a giorni, "comunque la contatteremo non appena sappiamo qualcosa".......
A questo punto richiedo allora l'immediata sostituzione del notebook in garanzia, non essendo piu' disposto ad accettare ulteriori ritardi, cosa che l'operatrice si riserva di chiedere ai propri superiori. Il giorno successivo, sempre dietro MIA telefonata, mi sento rispondere che in magazzino non vi sono notebook dello stesso tipo, e che DOMO proprio in questi giorni sta cambiando fornitore, e di rivolgermi al mio rivenditore per eventuali notebook sostitutivi.
A questo punto mi domando: ma i problemi di DOMO devono ricadere completamente sull'utente? Dov'e' la serieta' di una grande ditta, alla
quale mi sono affidato al momento dell'acquisto proprio per evitare problemi di questo genere???
Trascorre cosi' un'altra settimana senza notebook, senza che DOMO, nonostante la espressa richiesta di una soluzione per l'urgenza assoluta da parte mia di avere un notebook entro la fine della settimana a causa di un importante lavoro in trasferta, abbia dimostrato la benche' minima disponibilita' nei miei confronti.
Quest'oggi, 13 dicembre 2000, a ben DUE MESI E TRE GIORNI dalla consegna del notebook al negoziante e quasi *cinquanta* giorni dall'ingresso in assistenza, mi sono sentito rispondere dall'operatrice che il notebook sarebbe (uso il condizionale) pronto, ma che la spedizione dello stesso avvera' con tutta probabilita' per l'inizio della settimana prossima, a causa dei tempi di pagamento della riparazione tramite bonifico (! ).
Ora basta.
Ritengo tutto cio' inaudito.
C'e' qualcosa che si puo' fare per ottenere giustizia? Non e' questo un sopruso?

Risposta:
Non avendo mai contestato (per iscritto: vale solo quello), al massimo potrebbe tentare una conciliazione in Camera di Commercio o dal giudice di pace: tuttavia le suggeriamo -se quanto dettole non fosse vero- di inviare una raccomandata A/R di contestazione, facendo presente quanto avvenuto e dettando un termine di giorni entro cui riconsegnarglielo, specificando che in caso contrario gli fara' causa per danni, rimettendo loro tutte le spese che ha sostenuto per questa loro inadempienza.
Per il futuro, se dovesse succederle nuovamente una cosa del genere, invii subito la raccomandata di contestazione.
 
 
 
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