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Lettera 
13 dicembre 2000 0:00
 
Tipo_Form.............CONSIGLI
RICHIESTA.............Sono socio della più grande cooperativa di distribuzione di generi al consumo. Come socio ho aperto un libretto di risparmio presso questa cooperativa con versamenti mensili.
Ad ogni versamento, che faccio personalmente a mezzo assegno di conto corrente a me intestato, mi viene richiesto un documento di riconoscimento. Fin qui tutto bene.
Il documento viene fotocopiato assieme all'assegno e tale copia viene trattenuta dall'ufficio che riceve il versamento.
Alle mie rimostranze, dovute alla fotocopia (del documento d'identita') trattenuta dall'ufficio, mi viene risposto che: se mi va bene e' cosi' altrimenti non accettano versamenti se non in contanti (mi e' stato detto anche : o cosi' o pomi'!).
Le banche, in genere ben piu' fiscali, usano annotare nel retro dell'assegno gli estremi del documento, mentre la Coop, di cui sono socio e che pertanto conosce gia' da tempo
tutti i miei dati personali, esige ed effettua (a sue spese) una fotocopia del mio documento.
Se faccio "x" versamenti presso il suddetto ufficio si accumuleranno "x" fotocopie del mio documento. Tutto questo e' coerente con la tanto reclamizzata e forse abusata legge sulla "privacy"?
Logicamente una soluzione c'e' ed e' quella di aprire un conto con una banca o in posta, ma per ora trovo piu' conveniente il tasso che mi viene concesso dalla Coop e pertanto continuero' ad effettuare i versamenti presso i loro sportelli. Le mie domande, come avrete ben capito, sono queste:
1.E' giusto fotocopiare il documento d'identita' di chi si presenta a fare un versamento presso un ufficio che gia' detiene tutti i miei dati.
2.Quale trattamento viene fatto ai miei dati personali, visto che al momento del versamento non ho firmato la solita clausola liberatoria prevista dalla legge sulla privacy.
Purtroppo non ho potuto inviare via e-mail la presente anche agli uffici del Garante per la privacy in quanto non ne conosco l'indirizzo di e-mail (se e' a Vs. conoscenza Vi pregherei di comunicarmelo), ma provvedero' a inviare apposita lettera sperando in una risposta (con tutto quello che avranno da fare!).

Risposta:
Come lei ha ben detto, la legge e' abusata. Se lei pretende che loro accettino il suo titolo, deve quantomeno fornirgli copia della sua carta d'identita', in modo da consentirgli di avere i suoi estremi (chi rischia di pagare un titolo falso sono loro, non lei).
Sulla base del contratto stipulato, potra' verificare lo specifico uso fatto dei suoi dati. Se dovesse avere dei dubbi su fatti specifici, potra' contestare e poi chiedere un intervento del Garante (le sconsigliamo di inviare un'E-mail: puo' consultare il sito http://www.privacy.it ma solo tramite raccomandata A/R (L. Go Teatro Valle 6, Rm) potra' ottenere la dovuta considerazione.
Sul sito, in Archivio schede, trova un spiegazione su come e perche' chiedere l'intervento del Garante della Privacy.
 
 
 
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