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Lettera 
24 novembre 2000 0:00
 
Tipo_Form.............CONSIGLI
RICHIESTA.............Cara Aduc,
da circa un paio d'anni, sono diventato proprietario di un appartamento in una piccola frazione di campagna in cui si verificano continui problemi alla rete di distribuzione idrica (premetto che questi problemi interessano solo la nostra frazione e non il capoluogo di comune che si trova a 3 KM), piu' precisamente razionamenti dovuti alla siccità durante il periodo estivo (da Giugno a fine Ottobre!! - con razionamenti di giornate intere) e scarsa pressione d'acqua durante tutto l'anno (la società che ha in appalto gli impianti sostiene che la causa è da attribuirsi a vecchi impianti predisposti per sopportare una portata d'acqua piu' bassa, in quanto all'epoca la zona non era così densamente popolata). Essendo il mio appartamento all'ultimo piano (secondo) dell'edificio piu' alto della collina, durante le ore di maggior utilizzo d'acqua da parte di tutti gli utenti, a causa dell'ulteriore riduzione di pressione, ho grosse difficoltà per generare acqua calda tramite la mia caldaia.
Abbiamo sperato che il problema fosse solo limitato al periodo estivo, anche se i disagi sono comunque elevati, ma con l'inizio dell'inverso abbiamo scoperto che non riusciamo quasi mai ad avere l'acqua calda. Inoltre anche la Ditta che effettua la manutenzione della nostra caldaia ci ha invitati ad installare un'autoclave, perché sostengono che allo stato attuale è quasi impossibile sperare di avere l'acqua calda.
Circa un anno fa in sede di riunione condominiale ho proposto l'installazione di un impianto di autoclave (siamo dotati di regolare vano), senza però ottenere la maggioranza richiesta (1/3 dei condomini + 1/3 dei millesimi).
Come posso risolvere il mio problema?
Devo continuare a sperare di convincere prima o poi (forse mai) la maggioranza richiesta dei condomini, anche se il problema è patito solo dagli appartamenti siti piu' in alto e tutti gli altri se ne infischiano?
Oppure devo agire nei confronti del Comune (o della ditta privata che ha in appalto gli impianti) per ottenere una pressione d'acqua decente? (peraltro il problema é stato oggetto di numerosi articoli sul quotidiano locale, e di un un incontro tra il Comune e la società che ha in gestione gli impianti, che ha avuto come unico risultato parole e promesse di migliorie da realizzarsi nel corso dei prossimi anni).
Infine, premesso che l'autoclave dovrebbe sopperire alle carenze nell'impianto idrico dell'edificio e non alla rete di fornitura, è forse opportuno eseguire una perizia tecnica per accertare definitivamente da che parte stanno le responsabilità e quindi agire di conseguenza?
Vi ringrazio anticipatamente, per qualunque consiglio e suggerimento utile a trovare una soluzione ad un problema che, riguardando poche persone non viene considerato tale, ma che rende la nostra vita quotidiana ogni giorno più difficile.

Risposta:
Presupponiamo che la cosa piu' semplice sia che l'autoclave venga impiantata -a spese e per esclusivo uso- da parte dei diretti interessati, esentando cosi' il condominio. Per cio' che concerne il servizio comunale in se', e' possibile presentare un esposto, chiedendo di valutare se ci siano gli estremi di qualche colpevole mancanza da parte di qualcuno degli organi predisposti o dei soggetti coinvolti, attendendo il responso.
 
 
 
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