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Lettera 
14 maggio 1999 0:00
 
Lo scorso martedi' pomeriggio mio fratello ha sottoscritto con la concessionaria una contratto di acquisto di una nuova autovettura ad un prezzo stabilito "tutto compreso" dedotto l'importo della vettura che attualmente possiede valutata al momento da un "esperto" della concessionaria. Soddisfatto per il nuovo acquisto il mattino dopo alle ore 9,00 riceve una telefonata dal venditore col quale aveva trattato l'acquisto che gli dice che, a seguito di una loro svista, il listino prezzi che avevano utilizzato il pomeriggio precedente era errato e che il prezzo aggiornato per quella autovettura era superiore di Lit. 400.000= rispetto a quello indicato sul contratto di acquisto. Dopo una breve discussione mio fratello da' il suo assenso verbale per una "definizione amichevole" di un aumento di "sole" 300.000 lire a suo carico. Il motivo accampato dalla concessionaria mi sembra a dir poco vergognoso, mentre il motivo vero credo sia stato quello di una valutazione dell'usato un po' troppo frettolosa. Ora Vi chiedo gentilmente, nel caso la concessionaria non volesse rispettare i termini del contratto cosi' come sottoscritto, se mio fratello puo' rescindere il contratto per giusta causa ottenendo la restituzione della caparra versata ed eventuali spese per dover acquistare l'auto da un'altra concessionaria, o se conviene definire "amichevolmente" la contesa trattando ulteriormente il sovrapprezzo che la concessionaria impone.

Risposta:
Se sul contratto e' scritto il prezzo che deve essere sborsato, allora quello deve venire rispettato e potete risolverlo per inadempienza. Se invece il prezzo non e' specificamente indicato, ma si indica una cifra, dalla quale deve venire decurtato l'indefinito valore dell'auto usata, allora vi conviene trattare.
 
 
 
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