La PEC dovrebbe avere valore legale, esattamente come una
raccomandata con ricevuta di ritorno oppure un fax, MA:
Un ente (Previndai) scrive nel proprio regolamento che per
dare disdetta "é necessario inviare raccomandata con
ricevuta di ritorno ppure fax",
cioé se capisco bene non riconoscono la PEC ...
La stessa cosa mi é successa con un altro ente, Assidai;
La vodafone, alla quale ho scritto con PEC, mi risponde che
devo inviare richiesta "firmata", ma più firmata di una PEC
...
Dunque, la PEC sostituisce la raccomandata ma se la
controparte rifiuta informa che non accetta che si può
fare?
14 maggio 2012 12:43 - laura6418
DOMANDA: è LEGALE che un comune, vedi link, escluda OGNI
ALTRA FORMA di comunicazione, IMPONENDO la PEC, che, come
segnala anche claudio qui sotto, NON è IL SOLO STANDARD
AMMESSO.
Se io voglio scrivergli con un LEGALISSIMO certificato
S-MIME? e se voglio protocollare?
http://www.sestosg.net/sportelli/impresacommercioartigianato
/
------------------------
Come scrive CLaudio8633 non esiste solo la PEC, forse era il
caso di segnalarlo nella vostra relazione. La legge prevede
l'alternativa, anche secondo me molto + "democratica".
3 dicembre 2011 10:29 - p.marca
MA DOV'E' QUESTA PEC????
Scrivete che dal 29/11/2011 tutte le imprese debbono essere
dotate di Pec. Ho dei problemi con Infostrada Wind e nel
sito non riportano questo dato e tantomeno lo danno al call
center. Io come privato cittadino ce l'ho da più di un anno
ed un'impresa non si preoccupa di renderla pubblica. Ma
esiste un elenco degli Indirizzi Pec delle imprese? per
favore fate presente a tutto il popolo dell'ennesima presa
in giro, costretti a file e pagamenti in posta per una
raccomandata che di veloce ha solo i ns. soldi che escono
dal portafoglio.
Paolo
28 aprile 2010 9:44 - claudio8633
Come funziona la PEC, visto che l'aduc anche questa volta
non sembra a pro degli utenti:
1) Visto che i politici e legulei hanno danari e vogliono
favorire le grandi societa e declassare i server interni
delle PMI il servizio può essere erogato esclusivamente dai
gestori con capitale sociale interamente versato non
inferiore a un milione di euro e accreditati dallo stato.
Di fatto si crea un monopolio statale.
2)Al momento dell'invio di una mail PEC il gestore PEC del
mittente si occuperà di inviare al mittente una ricevuta
che costituirà valore legale dell'avvenuta trasmissione.
Come per dire che se il nostro eudora non consegna la posta
noi non ce ne accogiamo? OPS! e' una cosa che tutti i server
di posta fanno gia dalla preistoria! Solo che in genere non
viene mostrato l'ovvieta' dell'invio corretto ma solo del
caso contrario.... Qundi la pec NON fa nulla di nuovo!
3) In egual modo il gestore del destinatario, dopo aver
depositato il messaggio PEC nella casella del destinatario,
fornirà al mittente una ricevuta di avvenuta consegna, con
l'indicazione del momento temporale nel quale tale consegna
è avvenuta
Tradotto in italiano: abbiamo gia prodotto 2 ricevute che ci
ingombrano ma il destinatario non ha ricevuto ancora
alcunche'.
e' stata solo resa disponibile in una casella, magari
inacessibile, la nostra posta. In pratica gli uffici postali
ci comunicano dell'avvenuto transito ma non della
consegna.
4) In caso di smarrimento di una delle ricevute presenti nel
sistema PEC è possibile disporre, presso i gestori del
servizio, di una traccia informatica avente lo stesso valore
legale in termini di invio e ricezione, per un periodo di
trenta mesi...
Cosi' se ci siamo liberati da migliaia di ricevite
sostanzialmente inutili, cancellando anche quella che ci
serviva, se non abbiamo a che fare con i biblici tempi
dell'amministrazione italiana rischiamo di avere un backup
di qualcosa di inutile: la conferma di aver mandato un
qualcosa.
5) siccome e' un'invenzione fuori standard se il
destinatario non possiede una PEC e' verificabile solo
l'invio sul primo server come se fosse una mail normale.
Ovviamente al mondo non interessa la PEC.
6)qualora il personal computer del ricevente abbia un
problema non verrà notificato nulla in proposito a chi
spedisce né tanto meno al server del provider per il quale
la PEC sarà considerata come regolarmente recapitata.
7) e' verificabile solo l'allegato al messaggio
8) manca la corrispondenza fra emailpersona inviante
9) dice che e' stato inviato qualcosa ma non COSA
A questo punto l'unico vantaggio e' che il mittente, ops, la
casella e' in un elenco certificato dallo stato e che il
messaggio ha valore legale perche' il certificatore, che
perende i soldi, ha cosi' deciso e legiferato.
Si noti che come accade per la cosegna di alcuni atti
giudiziari cartacei, indipendetemente che siano stati
ricevuti dalla PERSONA o rimangano nell'ufficio postale
vengono dati per ricevuti. Infatti una volta che sono
ricevuti dal provider, ovvero dal postino, che gestisce
l'address, che il destinatario abbia ricevuto o meno la
mail.... Sostanzialmente si reitera cio' che i legislatori
sono abituati a vedere nel mondo delle poste, ambito ben
piu' fallace. Ma forse interessa solo di POTER DIRE a
termini di legge che la posta e' ricevuta e non che sia
arrivata veramente alla persona, cosa digitalmente facile da
ottenersi. Si vuole portare l'orrore della carta sul
digitatale che non ne soffriva.
Come si fanno le cose per bene?
a) si leggono le regole di internet, le RFC, che dicono con
il documento RFC 3798, come si fa.
b) si usa un normale programma di posta, anche gratuito,
come thundebird.
c)si compra un certificato da una Certification Authority,
per uso personale e' gratuito.
un certificato S/MIME:
1)certifica l'intero contenuto del messaggio che si
invia,
2)consente di inviare comunicazioni a qualunque tipo di
indirizzo e-mail,
3)è interoperabile con qualunque sistema,
4)è valido in tutto il mondo,
5)permette la protezione del contenuto del messaggio grazie
alla crittografia
6)certifica la ricezione sul dispositivo del
destinatario.
7) puo' usare qulsiasi gestore di mail
L'unica cosa che manca e' la certificazione dell'invio,
basterebbe registrare l'ack del provider di posta, cosa che
non e' importante quando si puo' avere una avvenuta
ricezione sicura. Un bel vecchio pc basterebbe per fornire
l'elenco a livello nazionale di corrispondeza chiave
pubblicapersona fisica.
Dopo aver visto che la PEC e' sostanzialmente inutile
possiamo esaminare un'altra stranezza: il comportamento
dell'inventore per far vivere lo zombie.
in caso di societa' neocostiduende lo stato, d'ufficio,
assegna una PEC se non ne viene comunicata una "le imprese
costituite in forma societaria sono tenute a indicare il
proprio indirizzo di posta elettronica certificata nella
domanda di iscrizione al registro delle imprese": un bel
modo per aumentare la base d'installato di un nuovo
pseudostandard, farlo dall'alto.
e' stato istituito un Bando di Gara per la concessione del
servizio di Comunicazione Elettronica Certificata tra
Pubblica Amministrazione e Cittadino (CEC-PAC). Insomma per
aumentare gli utilizzatori e' stata prevista la sorellina
minore, una versione castrata, "esclusivamente alle
comunicazioni tra PA e cittadino, e viceversa", giusto per
complicare la cosa ed incrementare il numero degli
utilizzatori improvvisamente a 60milioni. La gente che
legifera forse dimentica che l'ADSL fa fatica ad arrivare
persino in provincia di Milano.
Infine non contenti di aver inventato una cosa intutile,
stramba, fuori dalle regole, dispendiosa e averla resa
obbligatoria, salvo tornare parzialmente sui propri passi,
esiste un comitato tecnico, forse piu' giustamente UCAS
(Ufficio Complicazioni Affari Semplici), che sta girando il
mondo per spingere l'adozione della tamarrata nelle RFC.
Gia', dopo aver speso milioni di euro... vorrete mica che si
smatelli tutto perche' un tedesco o inglese qualsiasi ci dia
dei matti?
Il coraggio di ammettere che la PEC concepita come uno
strumento nato vecchio e irrispettoso della comunita'
hacker, un lampante esempio di stortura, e' un' imposizione
giuridica sul mondo informatico che andrebbe semplicemente
ed immediatamente abbandonata a favore della libera adozione
di standard (ISO, RFC) di comunicazione, questo coraggio
presumibilmente manca.
27 aprile 2010 18:28 - lucillafiaccola1796
Boh... mi sa tanto di Intercettazione Daticomica...!
21 novembre 2009 17:08 - francescodeleo
Per essere più preciso, le due osservazione sono anche
delle richieste di chiarimento.
20 novembre 2009 15:30 - francescodeleo
Due osservazioni e due chiarimenti, uno di natura tecnica,
l'altro di natura amministrativa:
1)
"E' interessante rilevare che, per legge, il documento
informatico trasmesso per via telematica si intende spedito
dal mittente se inviato al proprio gestore (server),"
*
Questo può essere un problema con diversi fornitori
dell'ADSL: con alcuni di questi il cliente è obbligato ad
utilizzare
per l'invio delle email il loro server e non altri, per
esempio di un altro fornitore di una casella di posta
elettronica tradizionale; la conseguenza è che non sarà
possibile utilizzare nessun client di posta ma si dovrà
operare
direttamente sul sito del gestore/server che ha rilasciato
la PEC.
2)
"Nelle comunicazioni con la pubblica amministrazione e' il
cittadino a chiedere che venga utilizzato il proprio
indirizzo PEC (o a dare autorizzazione perche' venga usato).
Tale indirizzo viene quindi assegnato al singolo
procedimento, e puo' essere, sempre in riferimento ad esso,
revocato o modificato."
*
Quindi la P.A. non può a sua discrezione utilizzare
l'indirizzo PEC del cittadino per inviare a questi
comunicazioni di qualunque genere su procedimenti aperti
dalla P.A. stessa e non dal cittadino. Ovvero è sempre e
solo il cittadino che deve comunicare l'intenzione di
utilizzare la PEC e solo per quel procedimento; una volta
che il procedimento si esaurisce l'indirizzo PEC del
cittadino è come se non esistesse per la P.A.
11 novembre 2009 9:48 - massimiliano8742
Salve, una domanda sull'argomento: se possiedo una PEC come
libero professionista posso usare lo stesso indirizzo per
comunicare, ad esempio con una amministrazione pubblica,
come privato cittadino? Non mi riferisco alla possibilità
tecnica della comunicazione ma alla sua validità in termini
legali.
Grazie