Caro Andrea,
nella primissima mail che ti ho inviato ho tenuto bene a
distinguere il mio ruolo da quello dalla società per cui
faccio il part-time. Tant'è che abbiamo agito sempre su
piani differenti. Ricordalo bene, e se non lo ricordi ti
rimando la mail e/o la pubblico.
Aggiungo che se hai qualche problema con la società cui fai
riferimento è a loro che devi rivolgerti, non a me.
Io invece posso rivolgermi a te in quanto Amministratore di
PROMOTOP.
Io mi sono fidato di voi in virtù del patto di qualità ed
è l'unico accordo che possiamo trovare: il rispetto della
clausola che voi stessi avete scritto.
Se dici che gli appuntamenti sono tredici, ti spiace
dimostrare a codesto uditorio e ai tuoi clienti
soddisfatti:
a) quando li avrei fatti indicando data ed indirizzo; se
vuoi sono disposto ad andare insieme a te a trovarli uno per
uno; vedrai che non sanno nemmeno chi sono perché agli
appuntamenti non c'erano. E ribadisco, di appuntamenti che
rispettino la vostra descrizione ne ho fatti 3 TRE.
b) dimostra all'uditorio che rispetti il tuo contratto e ti
giuro che non appena ricevo nota di credito e accredito lo
comunico atutti.
Mi rivolgo all'uditorio e a tutti i tuoi clienti:
sono disposto a pubblicare tutte le mail che ho inviato a
PROMOTOP.
Andrea, saresti in grado di fare altrettanto?
Comunque, te l'ho già detto in più di una occasione, mio
malgrado sarò costretto a rivolgermi ad un legale, e
mercoledì sicuramente lo farò.
Niente di personale: difendo strenuamente il mio diritto.
Cordialmente.
Raffaele
31 ottobre 2011 17:54 - feedbackpositivi
Sono PIERLUIGI C. per privacy in questa sede non indico il
mio cognome ed il nome della mia società.
Sono uno degli oltre 500 Clienti soddisfatti di PROMoTOP.
HO ADERITO ALLA RICHIESTA FATTAMI DA PROMoTOP IN QUALITA' DI
CLIENTE DI FORNIRE UN FEEDBACK POSITIVO SUL LORO OPERATO.
Se desidera ricevere LA MIA PERSONALE REFERENZA attiva
sull'operato di PROMoTOP SRL presso cui mi servo con
soddisfazione mandi una email a [email protected] e
verrà messo in contatto DIRETTAMENTE CON ME (via email).
Cordiali saluti.
PIERLUIGI C.
31 ottobre 2011 17:52 - feedbackpositivi
Sono GIANLUIGI L. per privacy in questa sede non indico il
mio cognome ed il nome della mia società.
Sono uno degli oltre 500 Clienti soddisfatti di PROMoTOP.
HO ADERITO ALLA RICHIESTA FATTAMI DA PROMoTOP IN QUALITA' DI
CLIENTE DI FORNIRE UN FEEDBACK POSITIVO SUL LORO OPERATO.
Se desidera ricevere LA MIA PERSONALE REFERENZA attiva
sull'operato di PROMoTOP SRL presso cui mi servo con
soddisfazione mandi una email a [email protected] e
verrà messo in contatto DIRETTAMENTE CON ME (via email).
Cordiali saluti.
GIANLUIGI L.
31 ottobre 2011 17:49 - promotop
Raffaele io a differenza tua non pubblico su internet
l'inefficenza della società per cui TU lavori e dei
continui rimandi nella produzione di appuntamenti che hanno
causato un considerevole danno a promotop perchè se ho
problemi ne parlo direttamente ( o avresti preferito che
aprissi una segnalazione che ADUC che fidati, te lo dico per
esperienza personale, pubblica tutto?) ergo non pubblico un
bel nulla col rischio di prendermi anche una querela.
Circa i feedback positivi dovresti non solo leggere BENE
quello che c'è scritto ma andare qualche paragrafo più
sotto per vedere che prima pubblicavamo anche i dati diretti
dei clienti ma poichè qualche perdi-tempo li importunava
abbiamo deciso di filtrarli. Se ti va di parlare con qualche
referenza non hai che da scriverlo e ti ci mettiamo in
contatto. Scegline una e vedrai che a CLAUDIO S. corrisponde
un cliente che si chiama CLAUDIO S., a MARCO M un cliente
che si chiama MARCO M... ecc.ecc.
Poichè a fronte di qualche commento negativo ne abbiamo
CENTINAIA di positivi ho mobilitato la clientela di
PROMoTOP.
Sono sempre disponibile a trovare una soluzione a fronte
degli app (13) forniti.
Ciao
31 ottobre 2011 16:52 - RPG1957
Ciao Andrea,
menti sapendo di mentire.
Dimostra a questo vasto pubblico che ci legge quali sono e
quando sono stati fatti gli appuntamenti. Fai vedere le mie
mail del Report Qualità.
Io li ho elencati uno per uno; uno per uno ho descritto come
sono andate le cose: dimostra che sono falso.
Troppo generico il tuo commento, troppo facile dire che mi
hai risposto in privato, ma quando? Ho appena scaricato la
posta e delle tue risposte nemmeno l'ombra.
Comunque sappi che lunedì adirò le vie legali.
E per quanto riguarda i feedback positivi, senza nomi e
cognomi chiunque può averli scritti, valgono meno di
niente.
Raffaele
31 ottobre 2011 16:03 - feedbackpositivi
Sono MARCO M. per privacy in questa sede non indico il mio
cognome ed il nome della mia società.
Sono uno degli oltre 500 Clienti soddisfatti di PROMoTOP.
HO ADERITO ALLA RICHIESTA FATTAMI DA PROMoTOP IN QUALITA' DI
CLIENTE DI FORNIRE UN FEEDBACK POSITIVO SUL LORO OPERATO.
Se desidera ricevere una referenza attiva sull'operato di
PROMoTOP SRL presso cui mi servo con soddisfazione mandi una
email a [email protected] e verrà messo in contatto
DIRETTAMENTE CON ME (via email).
Cordiali saluti.
Marco M.
31 ottobre 2011 15:31 - feedbackpositivi
Sono CLAUDIO S. per privacy in questa sede non indico il mio
cognome ed il nome della mia società.
Sono uno degli oltre 500 Clienti soddisfatti di PROMoTOP.
HO ADERITO ALLA RICHIESTA FATTAMI DA PROMoTOP IN QUALITA' DI
CLIENTE DI FORNIRE UN FEEDBACK POSITIVO DA PUBBLICARE SU
QUESTO SITO, SU FACEBOOK E SU TWITTER.
Se desidera ricevere una referenza attiva sull'operato di
PROMoTOP SRL presso cui mi servo con soddisfazione mandi una
email a [email protected] e verrà messo in contatto
DIRETTAMENTE E PERSONALMENTE CON ME(via telefono o via
email).
Cordiali saluti.
31 ottobre 2011 15:00 - promotop
Ciao Raffaele,
Ti ho già risposto ampiamente in privato, per telefono, di
persona, tramite il tuo collega dell'altra società presso
cui lavori e che è fornitore di Promotop.
Gli appuntamenti fruiti sono 13 (TREDICI) e non credo che
qui interessi a qualcuno la disamina dei singoli nomi; il
trattamente che hai ricevuto non solo economico ma anche in
termini di disponibilità a cambiare zone, liste, prospect
ecc.ecc da parte mia e del responsabile qualità NON HA
EGUALI ed è stato fatto anche in virtù del fatto che SEI
ANCHE FORNITORE di promotop.Ti rimando in privato l'elenco
dei nomi. Dopodichè massima disponibilità come sempre
dimostrato in questi mesi (anche in qualità di TUOI CLIENTI
e sai certamente di cosa parlo) a concludere in maniera
reciprocamente soddisfacente il rapporto.
Ciao
Andrea
30 ottobre 2011 8:32 - RPG1957
Egregio Andrea Polo,
sono Raffaele Poppa, A.U. della Genesy. Come vedi non mi
nascondo dietro l’anonimato del web.
Visto che è diventato praticamente impossibile parlarti,
visto che non rispondi alle mie mail, ma che invece
partecipi a questo blog, ho pensato di parlarti in
pubblico.
Per le persone che ci leggono, riepilogo quanto accaduto.
____________________________________________________________
________________
Dopo aver scrupolosamente letto il contratto che mi è stato
sottoposto, e avendo ben letto la clausola di salvaguardia
della qualità, a maggio di quest’anno ho sottoscritto un
contratto con PROMOTOP per 35 appuntamenti alla cifra
complessiva di euro 1.750+IVA.
L’accordo era basato su appuntamenti con prospect,
aziende; associazioni ed enti anche senza scopo di lucro;
con fatturato dai 2 ai 3 milioni di euro.
Dopo aver atteso quasi un mese sono arrivato gli
appuntamenti.
• Il primo appuntamento (una Onlus) è andato a vuoto per
assenza del prospect.
• Il secondo appuntamento (una azienda?) è andato a vuoto
perché l’indirizzo era inesistente e di conseguenza per
assenza del prospect.
• Al terzo appuntamento il prospect (un piccolo
supermercato) aveva segnato un altro orario, ma non mi ha
nemmeno fatto entrare dicendomi che non erano interessati ad
alcuna proposta in quanto senza disponibilità economiche,
per cui, alzati i tacchi, ho fatto un immediato dietro
front.
• Il quarto appuntamento (una tabaccheria) non appena
entrato, mi ha detto che aveva già disdetto telefonicamente
l’appuntamento, per cui, alzati nuovamente i tacchi, ho
fatto un immediato dietro front.
A questo punto segnalo via mail la cosa ad Andrea Polo
dicendogli che agli appuntamenti i prospect non sono mai
presenti; mi risponde dicendomi che concorda con me e che
segnalerà la cosa al suo responsabile della qualità e
verificherà le liste.
• Al quinto appuntamento finalmente tutto fila via liscio,
e il prospect mi riceve e almeno mi sta ad ascoltare.
• Il sesto appuntamento (il negozio di parrucchiera era
chiuso) è andato a vuoto per assenza del prospect.
• Il settimo appuntamento è andato a vuoto per assenza
del prospect (una commessa del phone centre mi dice che il
titolare era fuori e non sarebbe rientrato).
Segnalo nuovamente sempre via mail la cosa ad Andrea Polo
chiedendogli di essere richiamato. In effetti mi richiama al
cellulare, dicendomi che gli spiace della qualità degli
appuntamenti, proponendomi di azzerare tutto, ricominciare
da zero, e che da allora in poi si sarebbe occupato di
persona dei miei appuntamenti.
• L’ottavo appuntamento è andato a vuoto per assenza
del prospect (una piccola azienda informatica) un impiegato
mi dice che il titolare era fuori per una urgenza e non
sarebbe rientrato. L’appuntamento mi viene poi rifissato
da PROMOTOP ed ho avuto il piacere di conoscere il prospect
ed essere ascoltato.
• Il nono appuntamento (un negozio di fiori e piante) è
andato a vuoto perché il prospect, benché presente, non
ricordava nemmeno di essere stato contattato e che comunque
non era interessato.
• Il decimo appuntamento è andato a vuoto perché il
prospect (azienda composta di 2 persone) aveva fatto
presente all’operatore del call centre di non aver alcun
interesse, ma che era soltanto curioso.
• L’undicesimo, ed ultimo, appuntamento è andato a
vuoto perché il prospect non era presente. Esasperato per
la continua perdita di tempo e i costi sostenuti
inutilmente, lo contattavo personalmente e dietro insistenze
lo incontravo solo per sentirmi dire che non era
interessato.
Da allora, era il 29 giugno 2011, non mi sono stati fissati
altri appuntamenti.
Il giorno 11 luglio riepilogo la situazione al signor Andrea
Polo, dicendogli che:
a) su 11 appuntamenti fissati:
• In 4 occasioni il prospect ha accettato l'appuntamento
ma in un caso il prospect già al telefono si era detto non
interessato
• In 5 casi il prospect non era presente all'appuntamento
o non mi ha permesso nemmeno di presentarmi (indirizzo
errato; pur presente non ha accettato l'appuntamento)
• In 1 caso il prospect aveva disdetto l'appuntamento
senza che ne fossi informato, per cui mi sono sobbarcato
ugualmente lo spostamento
• In 1 caso il prospect non ricordava nemmeno di essere
stato contattato
b) non ritenevo un campione in linea con le indicazioni
quello del negozio fronte strada
(parrucchiera, fiorista, tabaccaio o phone centre) e nemmeno
lontanamente paragonabile al target inizialmente stabilito
di aziende con 2 / 3 milioni di fatturato.
c) non erano più stati fissati altri appuntamenti
d) gli accordi prevedevano 5 / 6 appuntamenti per settimana
e che in 2 mesi ne avevo ricevuti soltanto 3 (tre) ad
essere generosi 4 (quattro)
e) che prima di arrivare al fatidico 5^ appuntamento avrei
desiderato un colloquio telefonico. Colloquio telefonico che
non è mai arrivato.
Anzi, per l’esattezza, non riesco a parlare con il signor
Andrea Polo dal 29 giugno.
Il quinto, fatidico appuntamento, non è mai arrivato.
In data 12 settembre inviavo la raccomandata di disdetta del
contratto e in base all’articolo di salvaguardia di
qualità chiedevo la restituzione integrale dell’importo
versato. La raccomandata è stata ricevuta in data 13
settembre.
Di restituzione integrale dell’importo, neanche a
parlarne; così come di avere risposta da parte del signor
Andrea Polo.
Vorrei ricordare che l’articolo 5 del contratto descrive
la qualità degli appuntamenti così:
1. che il prospect sia presente nel luogo, giorno ed ora
dell’appuntamento
2. che il prospect accetti l’incontro con il fruitore
Nel mio caso in sole 3 occasioni si sono verificate entrambe
la condizioni poste dal contratto
____________________________________________________________
________________
Ora, egregio Andrea, ti chiedo: c’è qualcosa di inesatto
in ciò che scrivo?
Io sono in grado di dimostrare a chiunque quanto ho
sintetizzato.
Ho sempre puntualmente inviato il “Report di Qualità”,
per cui PROMOTOP conosce esattamente come sono andate le
cose, appuntamento dopo appuntamento. Ci sono i miei report
in cui ti sintetizzo l’andamento dell’attività.
Ci sono le mail che lo provano.
Ti chiedo nuovamente: cosa impedisce a PROMOTOP di
rispettare il contratto che essa stessa ha scritto?
Raffaele Poppa
14 ottobre 2011 12:12 - dreambox
confermo finalmente la promotop ha risposto
ora attendo il risvolto promesso
11 ottobre 2011 13:29 - promotop
Dreambox: già risposto in privato.
Come indicato se ci sono gli estremi per il rimborso verrà
fatto.
Saluti.
PROMoTOP SRL
10 ottobre 2011 17:03 - dreambox
ho letto un po il blog sono stupito
ho aderitto alla proposta di promotop che era molto
invitante, ma la realta e ben altra.
Fino a quando paghi la promotop è molto professionale.
Ero fiducioso perche ho firmato un contratto che spiega
molto bene come recedere dal contratto, !!! impeccabili
!!!
bhe! ecco i primi appuntamenti...
incredibile dai preti???? il bello loro non sapevano neppure
dell'appuntamento.
poi arrivano anche i miei concorrenti!!!! si si mi hanno
mandato dai miei concorrenti vi garantisco io e i miei
concorrenti ci siamo fatti due risate.
Direi che vista cosi la cosa è simpatica ma perdere tempo e
denaro per me non è stato piacevole.
Promotop per quanto mi riguarda non è per nulla
professionale, non risponde alle raccomandate dice che ci
fara contattare dal titolare ma forse il titolare della
promotop non esiste visto che non richiama mai, mentre ho
visto che qui esiste e reale ha tempo per mettere fidback
positivi.
vediamo se rispondi anche a me la mia ditta è
Dreambox Pictures di colussi agostino
sono di pordenone
ho disdetto un anno fa il contratto con raccomandata fax e
mail nei termini che tu hai indicato tutto come nel
contratto ART 13
mi devi ancora fare la nota di accredito e restituire i
soldi
cos' è che ti sfugge perche non mi restituisci i soldi
direi che ora possiamo fare anche una segnalazione alle iene
che saranno ben felici di tornare a trovarti
per quanto riguarda i miei contatti li avete tutti
10 ottobre 2011 16:00 - dreambox
sono un artigiano che si è fidato di promotop e ho avuto
doppia delusione primo gli appuntamenti fissati sono
scarsissimi a tal punto che le aziende visitate non sapevano
neppure degli appuntamenti. ho contattato piu volte la
promotop telefonicamente a mezzo raccomandata perfino con il
mio legale ma niente non rispondono, tutta la qualita che
dicono di avere dov' e e sopratutto se ho disdetto il
contratto perche ad oggi non mi e stato restituita la somma
come da contratto entro 30 gg
22 settembre 2011 18:48 - sales
FASCISTI TUTTI APPESI
22 settembre 2011 18:48 - sales
CHE MERDA I FASCI. FASCI TUTTI APPESI.
Benito Amilcare Andrea Mussolini (Predappio, 29 luglio 1883
– Bonzanigo di Mezzegra, 28 aprile 1945[1]) è stato un
politico, giornalista e dittatore italiano.
Fondatore del fascismo, fu capo del Governo del Regno
d'Italia - prima come Presidente del Consiglio dei ministri,
poi come Capo del Governo Primo Ministro Segretario di Stato
- dal 31 ottobre 1922 (con poteri dittatoriali dal gennaio
1925) al 25 luglio 1943.[2] Divenne Primo Maresciallo
dell'Impero il 30 marzo 1938, e fu capo (Duce) della
Repubblica Sociale Italiana dal settembre 1943 al 27 aprile
1945.
Fu esponente di spicco del Partito Socialista Italiano, e
direttore del quotidiano socialista Avanti! dal 1912.
Convinto anti-interventista negli anni della guerra di Libia
e in quelli precedenti la prima guerra mondiale, nel 1914
cambiò radicalmente opinione, dichiarandosi a favore
dell'intervento in guerra. Trovatosi in netto contrasto con
la linea del partito, si dimise dalla direzione dell'Avanti!
e fondò Il Popolo d'Italia, schierato su posizioni
interventiste, venendo quindi espulso dal PSI.
Nell'immediato dopoguerra, cavalcando lo scontento per la
«vittoria mutilata», fondò i Fasci Italiani di
Combattimento (1919), poi divenuti Partito Nazionale
Fascista nel 1921, e si presentò al Paese con un programma
politico nazionalista, autoritario e radicale, che gli valse
l'appoggio della piccola borghesia e dei ceti industriali e
agrari.
Nel contesto di forte instabilità politica e sociale
successivo alla Grande Guerra, puntò alla presa del potere.
Forzando la mano delle istituzioni, con l'aiuto di atti di
squadrismo e d'intimidazione politica che culminarono il 28
ottobre del 1922 con la Marcia su Roma, Mussolini ottenne
l'incarico di costituire il Governo (30 ottobre). Dopo il
contestato successo alle elezioni politiche del 1924,
instaurò nel gennaio del 1925 la dittatura, risolvendo con
forza la delicata situazione venutasi a creare dopo
l'assassinio di Giacomo Matteotti. Negli anni successivi
consolidò il regime, affermando la supremazia del potere
esecutivo, trasformando il sistema amministrativo e
inquadrando le masse nelle organizzazioni di partito.
Nel 1935, Mussolini decise di occupare l'Etiopia provocando
l'isolamento internazionale dell'Italia. Appoggiò i
franchisti nella Guerra civile spagnola e si avvicinò alla
Germania Nazista di Hitler, con il quale stabilì un legame
che culminò con il Patto d'Acciaio nel 1939. È in questo
periodo che furono approvate in Italia le leggi razziali.
Nel 1940, confidando in una veloce vittoria delle Forze
dell'Asse, entrò nella seconda guerra mondiale al fianco
della Germania. In seguito alle disfatte subite dalle Forze
Armate italiane e alla messa in minoranza durante il Gran
Consiglio del Fascismo (ordine del giorno Grandi del 24
luglio 1943), fu arrestato per ordine del Re (25 luglio) e
successivamente tradotto a Campo Imperatore. Liberato dai
tedeschi, e ormai in balia delle decisioni di Hitler,
instaurò nell'Italia settentrionale la Repubblica Sociale
Italiana. In seguito alla completa disfatta delle forze
italotedesche nell'Italia settentrionale, abbandonò Milano
la sera del 25 aprile 1945 dopo aver invano cercato di
trattare la resa. Il tentativo di fuga si concluse il 27
aprile con la cattura da parte dei partigiani a Dongo, sul
Lago di Como.[3][4][5][6][7] Fu fucilato il giorno seguente
insieme alla sua amante Claretta Petacci.
Indice [nascondi]
1 Biografia
1.1 La gioventù, la prima attività politica e la Grande
Guerra
1.1.1 La nascita e la famiglia
1.1.2 L'istruzione e l'adolescenza
1.1.3 La Svizzera e la prima militanza
1.1.4 Mussolini giornalista e agitatore politico
1.1.5 Nel Partito Socialista
1.1.5.1 Mussolini socialista interventista
1.1.6 Mussolini soldato nella Grande Guerra
1.2 Il Fascismo e la rivoluzione fascista
1.2.1 Verso il potere
1.2.2 La marcia su Roma
1.3 Mussolini presidente del consiglio
1.4 Attentati a Mussolini
1.5 Mussolini primo ministro: la dittatura fascista
1.6 La guerra di Etiopia e l'avvicinamento alla Germania
nazionalsocialista
1.6.1 La conduzione del conflitto e i crimini di guerra
1.6.2 La vittoria in Etiopia, l'apogeo di Mussolini e del
fascismo
1.7 L'edificazione del consenso
1.8 Le leggi razziali
1.9 Il secondo conflitto mondiale
1.9.1 Dalla «non belligeranza» alla «guerra
parallela»
1.9.2 La guerra «tedesca»
1.9.3 L'inversione di tendenza nella guerra: l'inizio della
fine
1.10 La caduta e l'arresto
1.11 La Repubblica Sociale Italiana
1.12 La morte di Mussolini
2 Pensiero politico
3 La famiglia
3.1 Asse familiare
3.2 Le amanti e i figli illegittimi
4 Onorificenze
4.1 Onorificenze italiane
4.2 Onorificenze straniere
5 Opere
6 Mussolini nella cultura popolare
6.1 Apparizioni cinematografiche
7 Galleria
8 Bibliografia
9 Note
10 Voci correlate
11 Altri progetti
12 Collegamenti esterni
BiografiaLa gioventù, la prima attività politica e la
Grande Guerra
Alessandro, padre di Benito Mussolini
Rosa Maltoni, madre di Benito MussoliniLa nascita e la
famigliaFiglio del fabbro Alessandro (1854-1910) e della
maestra elementare Rosa Maltoni (1859-1905), nasce il 29
luglio 1883 a Dovia, frazione del comune di Predappio,
nell'attuale via Varano Costa.[8]
Il nome, «Benito Amilcare Andrea», fu deciso dal padre,[9]
socialista dell'ala anarchica, desideroso di rendere omaggio
alla memoria di Benito Juárez, leader rivoluzionario
reformista ed ex presidente del Messico, di Amilcare
Cipriani, patriota italiano e socialista, e di Andrea Costa,
primo deputato socialista eletto nel parlamento italiano.
Contrariamente al marito, la madre Rosa è credente, e fa
battezzare il figlio.[10]
L'istruzione e l'adolescenzaIl piccolo Mussolini frequenta
le prime due classi elementari prima a Dovia e poi a
Predappio (1889-1891); entra quindi per volontà della madre
nel collegio salesiano di Faenza (1892-ottobre 1894), ma
viene trasferito in seguito a una punizione (comprensiva
della retrocessione dalla classe quarta alla seconda) per
una rissa nella quale ferisce un suo compagno più anziano
con un coltello.[11] A Faenza Benito passa un periodo
infelice: oltre alle punizioni corporali subite dai
salesiani per la sua scarsa osservanza delle regole del
collegio, vive con rabbia e frustrazione la sua condizione
sociale.[12] La famiglia è di modeste condizioni: il padre,
pur avendo una propria attività, vive ai margini della
comunità locale a causa delle sue idee politiche; la madre,
che insegna ai bambini delle elementari presso Palazzo
Varano
14 settembre 2011 14:43 - sales
Benito Mussolini sono passato in viale zara e c'era tua
madre a culo all'aria!!!
14 settembre 2011 14:31 - sales
Benito Amilcare Andrea Mussolini (Predappio, 29 luglio 1883
– Bonzanigo di Mezzegra, 28 aprile 1945[1]) è stato un
politico, giornalista e dittatore italiano.
Fondatore del fascismo, fu capo del Governo del Regno
d'Italia - prima come Presidente del Consiglio dei ministri,
poi come Capo del Governo Primo Ministro Segretario di Stato
- dal 31 ottobre 1922 (con poteri dittatoriali dal gennaio
1925) al 25 luglio 1943.[2] Divenne Primo Maresciallo
dell'Impero il 30 marzo 1938, e fu capo (Duce) della
Repubblica Sociale Italiana dal settembre 1943 al 27 aprile
1945.
Fu esponente di spicco del Partito Socialista Italiano, e
direttore del quotidiano socialista Avanti! dal 1912.
Convinto anti-interventista negli anni della guerra di Libia
e in quelli precedenti la prima guerra mondiale, nel 1914
cambiò radicalmente opinione, dichiarandosi a favore
dell'intervento in guerra. Trovatosi in netto contrasto con
la linea del partito, si dimise dalla direzione dell'Avanti!
e fondò Il Popolo d'Italia, schierato su posizioni
interventiste, venendo quindi espulso dal PSI.
Nell'immediato dopoguerra, cavalcando lo scontento per la
«vittoria mutilata», fondò i Fasci Italiani di
Combattimento (1919), poi divenuti Partito Nazionale
Fascista nel 1921, e si presentò al Paese con un programma
politico nazionalista, autoritario e radicale, che gli valse
l'appoggio della piccola borghesia e dei ceti industriali e
agrari.
Nel contesto di forte instabilità politica e sociale
successivo alla Grande Guerra, puntò alla presa del potere.
Forzando la mano delle istituzioni, con l'aiuto di atti di
squadrismo e d'intimidazione politica che culminarono il 28
ottobre del 1922 con la Marcia su Roma, Mussolini ottenne
l'incarico di costituire il Governo (30 ottobre). Dopo il
contestato successo alle elezioni politiche del 1924,
instaurò nel gennaio del 1925 la dittatura, risolvendo con
forza la delicata situazione venutasi a creare dopo
l'assassinio di Giacomo Matteotti. Negli anni successivi
consolidò il regime, affermando la supremazia del potere
esecutivo, trasformando il sistema amministrativo e
inquadrando le masse nelle organizzazioni di partito.
Nel 1935, Mussolini decise di occupare l'Etiopia provocando
l'isolamento internazionale dell'Italia. Appoggiò i
franchisti nella Guerra civile spagnola e si avvicinò alla
Germania Nazista di Hitler, con il quale stabilì un legame
che culminò con il Patto d'Acciaio nel 1939. È in questo
periodo che furono approvate in Italia le leggi razziali.
Nel 1940, confidando in una veloce vittoria delle Forze
dell'Asse, entrò nella seconda guerra mondiale al fianco
della Germania. In seguito alle disfatte subite dalle Forze
Armate italiane e alla messa in minoranza durante il Gran
Consiglio del Fascismo (ordine del giorno Grandi del 24
luglio 1943), fu arrestato per ordine del Re (25 luglio) e
successivamente tradotto a Campo Imperatore. Liberato dai
tedeschi, e ormai in balia delle decisioni di Hitler,
instaurò nell'Italia settentrionale la Repubblica Sociale
Italiana. In seguito alla completa disfatta delle forze
italotedesche nell'Italia settentrionale, abbandonò Milano
la sera del 25 aprile 1945 dopo aver invano cercato di
trattare la resa. Il tentativo di fuga si concluse il 27
aprile con la cattura da parte dei partigiani a Dongo, sul
Lago di Como.[3][4][5][6][7] Fu fucilato il giorno seguente
insieme alla sua amante Claretta Petacci.
Indice [nascondi]
1 Biografia
1.1 La gioventù, la prima attività politica e la Grande
Guerra
1.1.1 La nascita e la famiglia
1.1.2 L'istruzione e l'adolescenza
1.1.3 La Svizzera e la prima militanza
1.1.4 Mussolini giornalista e agitatore politico
1.1.5 Nel Partito Socialista
1.1.5.1 Mussolini socialista interventista
1.1.6 Mussolini soldato nella Grande Guerra
1.2 Il Fascismo e la rivoluzione fascista
1.2.1 Verso il potere
1.2.2 La marcia su Roma
1.3 Mussolini presidente del consiglio
1.4 Attentati a Mussolini
1.5 Mussolini primo ministro: la dittatura fascista
1.6 La guerra di Etiopia e l'avvicinamento alla Germania
nazionalsocialista
1.6.1 La conduzione del conflitto e i crimini di guerra
1.6.2 La vittoria in Etiopia, l'apogeo di Mussolini e del
fascismo
1.7 L'edificazione del consenso
1.8 Le leggi razziali
1.9 Il secondo conflitto mondiale
1.9.1 Dalla «non belligeranza» alla «guerra
parallela»
1.9.2 La guerra «tedesca»
1.9.3 L'inversione di tendenza nella guerra: l'inizio della
fine
1.10 La caduta e l'arresto
1.11 La Repubblica Sociale Italiana
1.12 La morte di Mussolini
2 Pensiero politico
3 La famiglia
3.1 Asse familiare
3.2 Le amanti e i figli illegittimi
4 Onorificenze
4.1 Onorificenze italiane
4.2 Onorificenze straniere
5 Opere
6 Mussolini nella cultura popolare
6.1 Apparizioni cinematografiche
7 Galleria
8 Bibliografia
9 Note
10 Voci correlate
11 Altri progetti
12 Collegamenti esterni
BiografiaLa gioventù, la prima attività politica e la
Grande Guerra
Alessandro, padre di Benito Mussolini
Rosa Maltoni, madre di Benito MussoliniLa nascita e la
famigliaFiglio del fabbro Alessandro (1854-1910) e della
maestra elementare Rosa Maltoni (1859-1905), nasce il 29
luglio 1883 a Dovia, frazione del comune di Predappio,
nell'attuale via Varano Costa.[8]
Il nome, «Benito Amilcare Andrea», fu deciso dal padre,[9]
socialista dell'ala anarchica, desideroso di rendere omaggio
alla memoria di Benito Juárez, leader rivoluzionario
reformista ed ex presidente del Messico, di Amilcare
Cipriani, patriota italiano e socialista, e di Andrea Costa,
primo deputato socialista eletto nel parlamento italiano.
Contrariamente al marito, la madre Rosa è credente, e fa
battezzare il figlio.[10]
L'istruzione e l'adolescenzaIl piccolo Mussolini frequenta
le prime due classi elementari prima a Dovia e poi a
Predappio (1889-1891); entra quindi per volontà della madre
nel collegio salesiano di Faenza (1892-ottobre 1894), ma
viene trasferito in seguito a una punizione (comprensiva
della retrocessione dalla classe quarta alla seconda) per
una rissa nella quale ferisce un suo compagno più anziano
con un coltello.[11] A Faenza Benito passa un periodo
infelice: oltre alle punizioni corporali subite dai
salesiani per la sua scarsa osservanza delle regole del
collegio, vive con rabbia e frustrazione la sua condizione
sociale.[12] La famiglia è di modeste condizioni: il padre,
pur avendo una propria attività, vive ai margini della
comunità locale a causa delle sue idee politiche; la madre,
che insegna ai bambini delle elementari presso Palazzo
Varano, guadagna uno stipendio insufficiente a compensare le
mancate entrate del marito.[13]
I luoghi e le cose
Con il consolidamento del potere, si sviluppò una sorta di
iconografia popolare del personaggio che rese di pubblica
notorietà aspetti singolari della figura del Duce,
riferimenti sino ad allora inusuali per i politici. Ad
esempio, divenne famosa la casa natale di Predappio, tuttora
mèta di visite.
La casa natale di Benito MussoliniLe visite erano completate
dall'invio di cartoline, per le quali fu creato uno
specialle annullo filatelico.
Il timbro (annullo postale), che testimoniava della visita
effettuataE fra i temi delle cartoline addirittura il letto
in cui il Duce del Fascismo sarebbe stato partorito
(all'epoca si partoriva in casa).
Il letto natale di Benito Mussolini, da una cartolina
d'epoca
Mussolini in una fotografia del 1897, all'età di 14 anni,
all'epoca studente delle scuole magistrali di
ForlimpopoliAiutato dalla madre, prosegue gli studi nella
laica Regia Scuola Magistrale maschile Carducci di
Forlimpopoli, diretta dal fratello di Giosué Carducci, dove
consegue nel settembre 1898 la licenza tecnica inferiore. A
partire dall'ottobre di quell'anno, per via di uno scontro
con un altro alunno, è costretto a frequentare come esterno
(solo nel 1901 è riammesso come convittore).[14] A
Forlimpopoli, anche per l'influsso paterno, Mussolini si
avvicina al socialismo militante facendosi notare in comizi
serali nei paesi limitrofi, e nel 1900 si iscrive al Partito
Socialista Italiano, dove fa amicizia con Olindo Vernocchi
(futuro deputato socialista nel secondo dopoguerra).[15]
Dopo aver ottenuto sempre nello stesso istituto di
Forlimpopoli il diploma di Maestro elementare l'8 luglio
1901, avanza domanda d'insegnamento per concorso o per
incarico in diversi comuni: Predappio, Legnano, Tolentino,
Ancona, Castelnuovo Scrivia.
Non essendo riuscito a ottenere la cattedra e non avendo
nemmeno avuto il posto di sostituto aiutante del segretario
comunale di Predappio (la sua domanda fu respinta dal gruppo
clerico-moderato con 10 voti su 14),[16] dopo una supplenza
di pochi mesi nella scuola elementare di Pieve Saliceto
(frazione di Gualtieri), emigra il 9 luglio 1902 in Svizzera
per sfuggire al servizio militare obbligatorio[17],
stabilendosi a Losanna. Lì s'iscrive al sindacato muratori
e manovali, di cui poi diverrà segretario, e pubblica il
suo primo articolo su L'Avvenire del lavoratore.
La Svizzera e la prima militanzaFino a novembre vive in
Svizzera, spostandosi di città in città e svolgendo lavori
occasionali, tra cui il garzone di una bottega di vini a
Losanna. È espulso due volte dal paese: il 18 giugno 1903
è arrestato come agitatore socialista, trattenuto in
carcere per 12 giorni, e poi espulso il 30 giugno; il 9
aprile 1904 viene incarcerato per 7 giorni a Bellinzona a
causa di un permesso di soggiorno falso. Nel frattempo
riceve anche una condanna a un anno di carcere per renitenza
alla leva militare. Viene protetto da alcuni socialisti ed
anarchici del Canton Ticino, tra cui Giacinto Menotti
Serrati e Angelica Balabanoff, con la quale avvia una
relazione sentimentale.[18]
Nel periodo in cui Mussolini risiedeva in Svizzera, ovvero
tra il 1903 e il 1908, ha abitato a Savosa, comune
periferico a nord di Lugano, ed ha partecipato al
consolidamento dei muri sulla strada di Trevano, sulla
Cassarate-Monte Brè e soprattutto nella costruzione della
ferrovia Lugano-Tesserete.
Foto segnaletica di Mussolini nel periodo svizzero (1903),
quando fu arrestato dalla polizia perché sprovvisto di
documento d'identità. Il cartello riporta l'erronea
dicitura Moussolini BenedettoNel 1903, a vent'anni,
Mussolini scrive il suo primo articolo su L'Avvenire del
lavoratore, il giornale dei socialisti svizzeri, ma
l'attività giornalistica vera e propria comincia nel
1904.
In Svizzera Mussolini ha la possibilità di avvicinarsi a
Vilfredo Pareto, frequentandone le lezioni all'Università
di Losanna, dove l'economista italo-francese insegna per
alcuni anni. I due rimarranno sempre in ottimi rapporti:
Pareto (che definirà Mussolini "un grande statista")
inciterà il suo allevio a prendere il potere e organizzare
la Marcia su Roma (inviando un telegramma dalla Svizzera in
cui si diceva "ora o mai più")[19]. Mussolini utilizzò le
idee di Pareto per rivedere la sua adesione al
socialismo.
In Svizzera Mussolini collabora con periodici locali
d'ispirazione socialista (tra cui il Proletario). Dalla
Svizzera invia corrispondenze al giornale milanese
l'Avanguardia socialista. L'attività di giornalista rende
evidente sin dai suoi primi scritti l'avversione ideologica
al positivismo, allora predominante nel socialismo italiano;
Mussolini prende subito posizione contro questo orientamento
e si schiera con l'ala rivoluzionaria del partito
socialista, capeggiata da Arturo Labriola.
Con il passare degli anni Mussolini sviluppa una sempre più
aspra avversione verso i riformisti, tentando di diffondere
e di imporre all'intero movimento socialista la propria
concezione rivoluzionaria.[20] È in questo periodo che
mostra le maggiori affinità ideologiche con il sindacalismo
rivoluzionario. Dalle discussioni con il pastore evangelico
Alfredo Taglialatela Mussolini trarrà una conclusione
negativa sul problema dell'esistenza di Dio, sul quale
tornerà a riflettere molti anni dopo. Le sue opinioni
saranno in seguito raccolte nell'opuscolo L'uomo e la
divinità, una breve dissertazione sui motivi per i quali
bisognerebbe negare l'esistenza di Dio.
Mussolini in questo periodo studia assiduamente il francese
e cerca di imparare il tedesco, avvalendosi in quest'ultimo
caso dell'aiuto della Balabanoff.[21]
Mussolini giornalista e agitatore politicoNel novembre 1904,
caduta la condanna per renitenza alla leva in seguito
all'amnistia concessa in occasione della nascita dell'erede
al trono Umberto, Mussolini torna in Italia. Deve tuttavia
presentarsi al Distretto militare di Forlì, e adempie ai
suoi doveri di leva venendo assegnato il 30 dicembre 1904 al
Decimo Reggimento bersaglieri di Verona. Può tornare a casa
con una licenza per assistere la madre morente (19 gennaio
1905). Poi riprende il servizio militare; al termine ottiene
una dichiarazione di buona condotta per il contegno
disciplinato.[22]
Congedato, Mussolini rientra a Dovia di Predappio il 4
settembre 1906. Poco dopo si reca a insegnare a Tolmezzo,
dove ha ottenuto un posto da supplente dal 15 novembre sino
al termine dell'anno scolastico. Il periodo nel comune
friulano è difficile: con gli studenti si dimostra incapace
di mantenere l'ordine, e l'anticlericalismo e il linguaggio
sboccato gli attirano le antipatie della popolazione locale,
tanto che le ragazze del paese lo chiamano
"tiranno".[23][24]
Nel novembre del 1907 ottiene l'abilitazione
all'insegnamento della lingua francese e nel marzo 1908 gli
viene assegnato un incarico come professore di francese
presso il Collegio Civico di Oneglia, dove insegnerà anche
Italiano, Storia e Geografia. A Oneglia ottiene la sua prima
direzione di un giornale: il settimanale socialista La Lima.
Nei suoi articoli il neo direttore attacca le istituzioni
sia politiche sia religiose, accusando il governo Giolitti e
la Chiesa di difendere gli interessi del capitalismo ai
danni del proletariato. Per evitare problemi si firma con lo
pseudonimo di «Vero Eretico». Il giornale suscita grande
interesse e Mussolini comprende che il giornalismo
d'eversione può essere uno strumento politico.
Tornato a Predappio, si mette a capo dello sciopero dei
braccianti agricoli. Il 18 luglio 1908 è arrestato per
minacce a un dirigente delle organizzazioni padronali.
Processato per direttissima è condannato a tre mesi di
carcere, ma dopo 15 giorni è rilasciato in libertà
provvisoria su cauzione. Nel settembre dello stesso anno è
di nuovo incarcerato per dieci giorni per aver tenuto a
Meldola un comizio non autorizzato.
In novembre si trasferisce a Forlì, dove vive in una stanza
affittata, assieme al padre che nel frattempo ha aperto la
trattoria Il bersagliere con la compagna Anna Lombardi
(vedova Guidi, sua futura suocera). In questo periodo,
Mussolini pubblica su Pagine libere (rivista del
sindacalismo rivoluzionario edita a Lugano e diretta da
Angelo Oliviero Olivetti) l'articolo La filosofia della
forza, in cui fa riferimento al pensiero di Nietzsche. Il 6
febbraio 1909 si trasferisce a Trento, capitale
dell'irredentismo italiano,[25] dove è eletto segretario
della Camera del Lavoro, e dirige il suo primo quotidiano:
L'avvenire del lavoratore.
Il 7 marzo di quell'anno si rende protagonista di un breve
scontro giornalistico con Alcide De Gasperi, direttore del
periodico cattolico Il Trentino. Mussolini collabora anche
con il quotidiano Il Popolo, diretto da Cesare Battisti,
sulle cui pagine scrive della "santa di Susà", una
contadina di nome Rosa Broll che era stata adescata da un
sacerdote del luogo. L'articolo ha un tale successo che la
direzione del Partito Socialista trentino decide di farne
una pubblicazione a sé stante, al prezzo di 6 centesimi.
Mussolini nella veste di direttore dell'Avanti! (1912-1914),
quotidiano del Partito Socialista ItalianoIl 10 settembre
dello stesso anno Mussolini è incarcerato a Rovereto con
l'accusa di diffusione di giornali già sequestrati e
istigazione alla violenza verso l'Impero asburgico. Il
giorno 29 è comunque espulso dal paese e fa ritorno a
Forlì.
Nel Partito SocialistaA partire dal gennaio 1910, è
segretario della Federazione socialista forlivese e dirige
il suo periodico ufficiale L'idea socialista, settimanale di
quattro pagine (ribattezzato da Mussolini stesso Lotta di
classe). Il 17 gennaio Mussolini inizia a convivere con
Rachele Guidi, sua futura moglie. Inizia inoltre a
collaborare con la rivista socialista Soffitta.
Continua anche il rapporto con Il popolo di Trento. Cesare
Battisti gli chiede di scrivere un romanzo a puntate. Il
compenso è di 15 lire a puntata. Mussolini sceglie uno dei
suoi argomenti preferiti, la critica sociale anticlericale.
Ispirandosi a una storia realmente avvenuta a Trento nel
Seicento (lo scandaloso amore tra il vescovo-principe di
Trento, Carlo Emanuele Madruzzo, e una cortigiana) scrive
L'amante del cardinale. Claudia Particella. Il romanzo esce
a puntate, dal 20 gennaio all'11 maggio 1910.
Un solo "Duce", molti miti
Lo svilupparsi, il consolidarsi e la successiva e definitiva
decadenza del mito di Mussolini - o, meglio, dei diversi
tipi di mito mussoliniano - sono stati analizzati dallo
storico Emilio Gentile nel suo saggio Fascismo. Storia e
interpretazione.[26]
Nel capitolo intitolato Mussolini: i volti di un mito,
l'autore passa in rassegna ed esamina con l'ausilio di
diverse testimonianze ampiamente documentate, i diversi
momenti di colui che fu - appunto come mito - una componente
fondamentale del fascismo e sicuramente uno dei miti più
popolari nell'epoca fra le due guerre mondiali.
A essere tracciati sono quindi i profili dei diversi
Mussolini: quello socialista, capo rivoluzionario e astro
nascente del quadro politico nazionale al congresso di
Reggio Emilia del 1912, il quale, in virtù anche della
giovane età e della indubbia capacità oratoria, si
proponeva come mito di una società che voleva essere
moderna in maniera oltre e comunque differente rispetto alle
spinte che venivano dalla corrente riformista del partito,
in aperto antagonismo con la denunciata abulìa della
politica giolittiana dell'epoca; quello nazionalradicale ed
interventista, mentre era alle porte la prima guerra
mondiale; quello del Capo e Duce che seppe coagulare attorno
al movimento da lui creato, dopo la sua uscita dall'orbita
del socialismo, una vera e propria fabbrica del consenso (il
Mussolini della gente comune e giustiziere [per conto] del
popolo); per giungere infine a quello della catastrofe e
della caduta (della fiducia popolare, ma non solo) che,
sfumata l'onda della macchina propagandistica e raccolti gli
insuccessi in campo politico, diplomatico e militare, non
poté che confidare nella visione degli irriducibili che da
mitica non poteva che trasformarsi - inevitabilmente, si
direbbe - in mistica.[27]
Scrive Gentile:
« Come altri miti politici del nostro tempo, anche questo
[di Mussolini] è stato il prodotto di una situazione
storica, cioè di condizioni sociali e psicologiche,
culturali e politiche; ma, a sua volta, il mito ha operato
nella realtà, ha influito sullo svolgimento della
situazione storica condizionando l'atteggiamento di molte
persone verso di essa. Nella moderna politica di massa, il
mito ha un ruolo e un'attività che non possono essere
trascurati nell'analisi dei movimenti collettivi senza
compiere una sensibile mutilazione nella loro realtà
storica. E questo vale soprattutto per il fascismo, che è
stato il primo movimento politico di massa che ha portato il
mito al potere.[28] »
Come rappresentante della federazione di Forlì, Mussolini
partecipa al congresso socialista di Milano (1910). L'11
aprile 1911 la sezione socialista di Forlì guidata da
Mussolini vota l'autonomia dal PSI. Nel maggio dello stesso
anno la prestigiosa rivista letteraria La Voce, diretta da
Giuseppe Prezzolini, pubblica il suo saggio Il Trentino
veduto da un socialista, costituito dagli appunti stesi da
Mussolini durante il 1909.
Il 25 settembre, assieme all'amico repubblicano Pietro
Nenni, Mussolini partecipa a una manifestazione contro la
guerra con l'impero ottomano per il possesso di Cirenaica e
Tripolitania, che si conclude con scontri violenti con la
polizia. Mussolini aveva definito l'impresa coloniale
africana di Giovanni Giolitti un "atto di brigantaggio
internazionale"; aveva inoltre definito il tricolore "uno
straccio da piantare su un mucchio di letame".[29] Arrestato
il 14 ottobre, è processato e condannato a un anno di
reclusione (23 novembre). Il 19 febbraio 1912 la Corte
d'Appello di Bologna riduce la pena a cinque mesi e mezzo e
il successivo 12 marzo Mussolini viene rilasciato.
L'8 luglio 1912, al congresso del PSI
14 settembre 2011 14:30 - sales
porco dio benito mussolini!
Benito Amilcare Andrea Mussolini (Predappio, 29 luglio 1883
– Bonzanigo di Mezzegra, 28 aprile 1945[1]) è stato un
politico, giornalista e dittatore italiano.
Fondatore del fascismo, fu capo del Governo del Regno
d'Italia - prima come Presidente del Consiglio dei ministri,
poi come Capo del Governo Primo Ministro Segretario di Stato
- dal 31 ottobre 1922 (con poteri dittatoriali dal gennaio
1925) al 25 luglio 1943.[2] Divenne Primo Maresciallo
dell'Impero il 30 marzo 1938, e fu capo (Duce) della
Repubblica Sociale Italiana dal settembre 1943 al 27 aprile
1945.
Fu esponente di spicco del Partito Socialista Italiano, e
direttore del quotidiano socialista Avanti! dal 1912.
Convinto anti-interventista negli anni della guerra di Libia
e in quelli precedenti la prima guerra mondiale, nel 1914
cambiò radicalmente opinione, dichiarandosi a favore
dell'intervento in guerra. Trovatosi in netto contrasto con
la linea del partito, si dimise dalla direzione dell'Avanti!
e fondò Il Popolo d'Italia, schierato su posizioni
interventiste, venendo quindi espulso dal PSI.
Nell'immediato dopoguerra, cavalcando lo scontento per la
«vittoria mutilata», fondò i Fasci Italiani di
Combattimento (1919), poi divenuti Partito Nazionale
Fascista nel 1921, e si presentò al Paese con un programma
politico nazionalista, autoritario e radicale, che gli valse
l'appoggio della piccola borghesia e dei ceti industriali e
agrari.
Nel contesto di forte instabilità politica e sociale
successivo alla Grande Guerra, puntò alla presa del potere.
Forzando la mano delle istituzioni, con l'aiuto di atti di
squadrismo e d'intimidazione politica che culminarono il 28
ottobre del 1922 con la Marcia su Roma, Mussolini ottenne
l'incarico di costituire il Governo (30 ottobre). Dopo il
contestato successo alle elezioni politiche del 1924,
instaurò nel gennaio del 1925 la dittatura, risolvendo con
forza la delicata situazione venutasi a creare dopo
l'assassinio di Giacomo Matteotti. Negli anni successivi
consolidò il regime, affermando la supremazia del potere
esecutivo, trasformando il sistema amministrativo e
inquadrando le masse nelle organizzazioni di partito.
Nel 1935, Mussolini decise di occupare l'Etiopia provocando
l'isolamento internazionale dell'Italia. Appoggiò i
franchisti nella Guerra civile spagnola e si avvicinò alla
Germania Nazista di Hitler, con il quale stabilì un legame
che culminò con il Patto d'Acciaio nel 1939. È in questo
periodo che furono approvate in Italia le leggi razziali.
Nel 1940, confidando in una veloce vittoria delle Forze
dell'Asse, entrò nella seconda guerra mondiale al fianco
della Germania. In seguito alle disfatte subite dalle Forze
Armate italiane e alla messa in minoranza durante il Gran
Consiglio del Fascismo (ordine del giorno Grandi del 24
luglio 1943), fu arrestato per ordine del Re (25 luglio) e
successivamente tradotto a Campo Imperatore. Liberato dai
tedeschi, e ormai in balia delle decisioni di Hitler,
instaurò nell'Italia settentrionale la Repubblica Sociale
Italiana. In seguito alla completa disfatta delle forze
italotedesche nell'Italia settentrionale, abbandonò Milano
la sera del 25 aprile 1945 dopo aver invano cercato di
trattare la resa. Il tentativo di fuga si concluse il 27
aprile con la cattura da parte dei partigiani a Dongo, sul
Lago di Como.[3][4][5][6][7] Fu fucilato il giorno seguente
insieme alla sua amante Claretta Petacci.
Indice [nascondi]
1 Biografia
1.1 La gioventù, la prima attività politica e la Grande
Guerra
1.1.1 La nascita e la famiglia
1.1.2 L'istruzione e l'adolescenza
1.1.3 La Svizzera e la prima militanza
1.1.4 Mussolini giornalista e agitatore politico
1.1.5 Nel Partito Socialista
1.1.5.1 Mussolini socialista interventista
1.1.6 Mussolini soldato nella Grande Guerra
1.2 Il Fascismo e la rivoluzione fascista
1.2.1 Verso il potere
1.2.2 La marcia su Roma
1.3 Mussolini presidente del consiglio
1.4 Attentati a Mussolini
1.5 Mussolini primo ministro: la dittatura fascista
1.6 La guerra di Etiopia e l'avvicinamento alla Germania
nazionalsocialista
1.6.1 La conduzione del conflitto e i crimini di guerra
1.6.2 La vittoria in Etiopia, l'apogeo di Mussolini e del
fascismo
1.7 L'edificazione del consenso
1.8 Le leggi razziali
1.9 Il secondo conflitto mondiale
1.9.1 Dalla «non belligeranza» alla «guerra
parallela»
1.9.2 La guerra «tedesca»
1.9.3 L'inversione di tendenza nella guerra: l'inizio della
fine
1.10 La caduta e l'arresto
1.11 La Repubblica Sociale Italiana
1.12 La morte di Mussolini
2 Pensiero politico
3 La famiglia
3.1 Asse familiare
3.2 Le amanti e i figli illegittimi
4 Onorificenze
4.1 Onorificenze italiane
4.2 Onorificenze straniere
5 Opere
6 Mussolini nella cultura popolare
6.1 Apparizioni cinematografiche
7 Galleria
8 Bibliografia
9 Note
10 Voci correlate
11 Altri progetti
12 Collegamenti esterni
BiografiaLa gioventù, la prima attività politica e la
Grande Guerra
Alessandro, padre di Benito Mussolini
Rosa Maltoni, madre di Benito MussoliniLa nascita e la
famigliaFiglio del fabbro Alessandro (1854-1910) e della
maestra elementare Rosa Maltoni (1859-1905), nasce il 29
luglio 1883 a Dovia, frazione del comune di Predappio,
nell'attuale via Varano Costa.[8]
Il nome, «Benito Amilcare Andrea», fu deciso dal padre,[9]
socialista dell'ala anarchica, desideroso di rendere omaggio
alla memoria di Benito Juárez, leader rivoluzionario
reformista ed ex presidente del Messico, di Amilcare
Cipriani, patriota italiano e socialista, e di Andrea Costa,
primo deputato socialista eletto nel parlamento italiano.
Contrariamente al marito, la madre Rosa è credente, e fa
battezzare il figlio.[10]
L'istruzione e l'adolescenzaIl piccolo Mussolini frequenta
le prime due classi elementari prima a Dovia e poi a
Predappio (1889-1891); entra quindi per volontà della madre
nel collegio salesiano di Faenza (1892-ottobre 1894), ma
viene trasferito in seguito a una punizione (comprensiva
della retrocessione dalla classe quarta alla seconda) per
una rissa nella quale ferisce un suo compagno più anziano
con un coltello.[11] A Faenza Benito passa un periodo
infelice: oltre alle punizioni corporali subite dai
salesiani per la sua scarsa osservanza delle regole del
collegio, vive con rabbia e frustrazione la sua condizione
sociale.[12] La famiglia è di modeste condizioni: il padre,
pur avendo una propria attività, vive ai margini della
comunità locale a causa delle sue idee politiche; la madre,
che insegna ai bambini delle elementari presso Palazzo
Varano, guadagna uno stipendio insufficiente a compensare le
mancate entrate del marito.[13]
I luoghi e le cose
Con il consolidamento del potere, si sviluppò una sorta di
iconografia popolare del personaggio che rese di pubblica
notorietà aspetti singolari della figura del Duce,
riferimenti sino ad allora inusuali per i politici. Ad
esempio, divenne famosa la casa natale di Predappio, tuttora
mèta di visite.
La casa natale di Benito MussoliniLe visite erano completate
dall'invio di cartoline, per le quali fu creato uno
specialle annullo filatelico.
Il timbro (annullo postale), che testimoniava della visita
effettuataE fra i temi delle cartoline addirittura il letto
in cui il Duce del Fascismo sarebbe stato partorito
(all'epoca si partoriva in casa).
Il letto natale di Benito Mussolini, da una cartolina
d'epoca
Mussolini in una fotografia del 1897, all'età di 14 anni,
all'epoca studente delle scuole magistrali di
ForlimpopoliAiutato dalla madre, prosegue gli studi nella
laica Regia Scuola Magistrale maschile Carducci di
Forlimpopoli, diretta dal fratello di Giosué Carducci, dove
consegue nel settembre 1898 la licenza tecnica inferiore. A
partire dall'ottobre di quell'anno, per via di uno scontro
con un altro alunno, è costretto a frequentare come esterno
(solo nel 1901 è riammesso come convittore).[14] A
Forlimpopoli, anche per l'influsso paterno, Mussolini si
avvicina al socialismo militante facendosi notare in comizi
serali nei paesi limitrofi, e nel 1900 si iscrive al Partito
Socialista Italiano, dove fa amicizia con Olindo Vernocchi
(futuro deputato socialista nel secondo dopoguerra).[15]
Dopo aver ottenuto sempre nello stesso istituto di
Forlimpopoli il diploma di Maestro elementare l'8 luglio
1901, avanza domanda d'insegnamento per concorso o per
incarico in diversi comuni: Predappio, Legnano, Tolentino,
Ancona, Castelnuovo Scrivia.
Non essendo riuscito a ottenere la cattedra e non avendo
nemmeno avuto il posto di sostituto aiutante del segretario
comunale di Predappio (la sua domanda fu respinta dal gruppo
clerico-moderato con 10 voti su 14),[16] dopo una supplenza
di pochi mesi nella scuola elementare di Pieve Saliceto
(frazione di Gualtieri), emigra il 9 luglio 1902 in Svizzera
per sfuggire al servizio militare obbligatorio[17],
stabilendosi a Losanna. Lì s'iscrive al sindacato muratori
e manovali, di cui poi diverrà segretario, e pubblica il
suo primo articolo su L'Avvenire del lavoratore.
La Svizzera e la prima militanzaFino a novembre vive in
Svizzera, spostandosi di città in città e svolgendo lavori
occasionali, tra cui il garzone di una bottega di vini a
Losanna. È espulso due volte dal paese: il 18 giugno 1903
è arrestato come agitatore socialista, trattenuto in
carcere per 12 giorni, e poi espulso il 30 giugno; il 9
aprile 1904 viene incarcerato per 7 giorni a Bellinzona a
causa di un permesso di soggiorno falso. Nel frattempo
riceve anche una condanna a un anno di carcere per renitenza
alla leva militare. Viene protetto da alcuni socialisti ed
anarchici del Canton Ticino, tra cui Giacinto Menotti
Serrati e Angelica Balabanoff, con la quale avvia una
relazione sentimentale.[18]
Nel periodo in cui Mussolini risiedeva in Svizzera, ovvero
tra il 1903 e il 1908, ha abitato a Savosa, comune
periferico a nord di Lugano, ed ha partecipato al
consolidamento dei muri sulla strada di Trevano, sulla
Cassarate-Monte Brè e soprattutto nella costruzione della
ferrovia Lugano-Tesserete.
Foto segnaletica di Mussolini nel periodo svizzero (1903),
quando fu arrestato dalla polizia perché sprovvisto di
documento d'identità. Il cartello riporta l'erronea
dicitura Moussolini BenedettoNel 1903, a vent'anni,
Mussolini scrive il suo primo articolo su L'Avvenire del
lavoratore, il giornale dei socialisti svizzeri, ma
l'attività giornalistica vera e propria comincia nel
1904.
In Svizzera Mussolini ha la possibilità di avvicinarsi a
Vilfredo Pareto, frequentandone le lezioni all'Università
di Losanna, dove l'economista italo-francese insegna per
alcuni anni. I due rimarranno sempre in ottimi rapporti:
Pareto (che definirà Mussolini "un grande statista")
inciterà il suo allevio a prendere il potere e organizzare
la Marcia su Roma (inviando un telegramma dalla Svizzera in
cui si diceva "ora o mai più")[19]. Mussolini utilizzò le
idee di Pareto per rivedere la sua adesione al
socialismo.
In Svizzera Mussolini collabora con periodici locali
d'ispirazione socialista (tra cui il Proletario). Dalla
Svizzera invia corrispondenze al giornale milanese
l'Avanguardia socialista. L'attività di giornalista rende
evidente sin dai suoi primi scritti l'avversione ideologica
al positivismo, allora predominante nel socialismo italiano;
Mussolini prende subito posizione contro questo orientamento
e si schiera con l'ala rivoluzionaria del partito
socialista, capeggiata da Arturo Labriola.
Con il passare degli anni Mussolini sviluppa una sempre più
aspra avversione verso i riformisti, tentando di diffondere
e di imporre all'intero movimento socialista la propria
concezione rivoluzionaria.[20] È in questo periodo che
mostra le maggiori affinità ideologiche con il sindacalismo
rivoluzionario. Dalle discussioni con il pastore evangelico
Alfredo Taglialatela Mussolini trarrà una conclusione
negativa sul problema dell'esistenza di Dio, sul quale
tornerà a riflettere molti anni dopo. Le sue opinioni
saranno in seguito raccolte nell'opuscolo L'uomo e la
divinità, una breve dissertazione sui motivi per i quali
bisognerebbe negare l'esistenza di Dio.
Mussolini in questo periodo studia assiduamente il francese
e cerca di imparare il tedesco, avvalendosi in quest'ultimo
caso dell'aiuto della Balabanoff.[21]
Mussolini giornalista e agitatore politicoNel novembre 1904,
caduta la condanna per renitenza alla leva in seguito
all'amnistia concessa in occasione della nascita dell'erede
al trono Umberto, Mussolini torna in Italia. Deve tuttavia
presentarsi al Distretto militare di Forlì, e adempie ai
suoi doveri di leva venendo assegnato il 30 dicembre 1904 al
Decimo Reggimento bersaglieri di Verona. Può tornare a casa
con una licenza per assistere la madre morente (19 gennaio
1905). Poi riprende il servizio militare; al termine ottiene
una dichiarazione di buona condotta per il contegno
disciplinato.[22]
Congedato, Mussolini rientra a Dovia di Predappio il 4
settembre 1906. Poco dopo si reca a insegnare a Tolmezzo,
dove ha ottenuto un posto da supplente dal 15 novembre sino
al termine dell'anno scolastico. Il periodo nel comune
friulano è difficile: con gli studenti si dimostra incapace
di mantenere l'ordine, e l'anticlericalismo e il linguaggio
sboccato gli attirano le antipatie della popolazione locale,
tanto che le ragazze del paese lo chiamano
"tiranno".[23][24]
Nel novembre del 1907 ottiene l'abilitazione
all'insegnamento della lingua francese e nel marzo 1908 gli
viene assegnato un incarico come professore di francese
presso il Collegio Civico di Oneglia, dove insegnerà anche
Italiano, Storia e Geografia. A Oneglia ottiene la sua prima
direzione di un giornale: il settimanale socialista La Lima.
Nei suoi articoli il neo direttore attacca le istituzioni
sia politiche sia religiose, accusando il governo Giolitti e
la Chiesa di difendere gli interessi del capitalismo ai
danni del proletariato. Per evitare problemi si firma con lo
pseudonimo di «Vero Eretico». Il giornale suscita grande
interesse e Mussolini comprende che il giornalismo
d'eversione può essere uno strumento politico.
Tornato a Predappio, si mette a capo dello sciopero dei
braccianti agricoli. Il 18 luglio 1908 è arrestato per
minacce a un dirigente delle organizzazioni padronali.
Processato per direttissima è condannato a tre mesi di
carcere, ma dopo 15 giorni è rilasciato in libertà
provvisoria su cauzione. Nel settembre dello stesso anno è
di nuovo incarcerato per dieci giorni per aver tenuto a
Meldola un comizio non autorizzato.
In novembre si trasferisce a Forlì, dove vive in una stanza
affittata, assieme al padre che nel frattempo ha aperto la
trattoria Il bersagliere con la compagna Anna Lombardi
(vedova Guidi, sua futura suocera). In questo periodo,
Mussolini pubblica su Pagine libere (rivista del
sindacalismo rivoluzionario edita a Lugano e diretta da
Angelo Oliviero Olivetti) l'articolo La filosofia della
forza, in cui fa riferimento al pensiero di Nietzsche. Il 6
febbraio 1909 si trasferisce a Trento, capitale
dell'irredentismo italiano,[25] dove è eletto segretario
della Camera del Lavoro, e dirige il suo primo quotidiano:
L'avvenire del lavoratore.
Il 7 marzo di quell'anno si rende protagonista di un breve
scontro giornalistico con Alcide De Gasperi, direttore del
periodico cattolico Il Trentino. Mussolini collabora anche
con il quotidiano Il Popolo, diretto da Cesare Battisti,
sulle cui pagine scrive della "santa di Susà", una
contadina di nome Rosa Broll che era stata adescata da un
sacerdote del luogo. L'articolo ha un tale successo che la
direzione del Partito Socialista trentino decide di farne
una pubblicazione a sé stante, al prezzo di 6 centesimi.
Mussolini nella veste di direttore dell'Avanti! (1912-1914),
quotidiano del Partito Socialista ItalianoIl 10 settembre
dello stesso anno Mussolini è incarcerato a Rovereto con
l'accusa di diffusione di giornali già sequestrati e
istigazione alla violenza verso l'Impero asburgico. Il
giorno 29 è comunque espulso dal paese e fa ritorno a
Forlì.
Nel Partito SocialistaA partire dal gennaio 1910, è
segretario della Federazione socialista forlivese e dirige
il suo periodico ufficiale L'idea socialista, settimanale di
quattro pagine (ribattezzato da Mussolini stesso Lotta di
classe). Il 17 gennaio Mussolini inizia a convivere con
Rachele Guidi, sua futura moglie. Inizia inoltre a
collaborare con la rivista socialista Soffitta.
Continua anche il rapporto con Il popolo di Trento. Cesare
Battisti gli chiede di scrivere un romanzo a puntate. Il
compenso è di 15 lire a puntata. Mussolini sceglie uno dei
suoi argomenti preferiti, la critica sociale anticlericale.
Ispirandosi a una storia realmente avvenuta a Trento nel
Seicento (lo scandaloso amore tra il vescovo-principe di
Trento, Carlo Emanuele Madruzzo, e una cortigiana) scrive
L'amante del cardinale. Claudia Particella. Il romanzo esce
a puntate, dal 20 gennaio all'11 maggio 1910.
Un solo "Duce", molti miti
Lo svilupparsi, il consolidarsi e la successiva e definitiva
decadenza del mito di Mussolini - o, meglio, dei diversi
tipi di mito mussoliniano - sono stati analizzati dallo
storico Emilio Gentile nel suo saggio Fascismo. Storia e
interpretazione.[26]
Nel capitolo intitolato Mussolini: i volti di un mito,
l'autore passa in rassegna ed esamina con l'ausilio di
diverse testimonianze ampiamente documentate, i diversi
momenti di colui che fu - appunto come mito - una componente
fondamentale del fascismo e sicuramente uno dei miti più
popolari nell'epoca fra le due guerre mondiali.
A essere tracciati sono quindi i profili dei diversi
Mussolini: quello socialista, capo rivoluzionario e astro
nascente del quadro politico nazionale al congresso di
Reggio Emilia del 1912, il quale, in virtù anche della
giovane età e della indubbia capacità oratoria, si
proponeva come mito di una società che voleva essere
moderna in maniera oltre e comunque differente rispetto alle
spinte che venivano dalla corrente riformista del partito,
in aperto antagonismo con la denunciata abulìa della
politica giolittiana dell'epoca; quello nazionalradicale ed
interventista, mentre era alle porte la prima guerra
mondiale; quello del Capo e Duce che seppe coagulare attorno
al movimento da lui creato, dopo la sua uscita dall'orbita
del socialismo, una vera e propria fabbrica del consenso (il
Mussolini della gente comune e giustiziere [per conto] del
popolo); per giungere infine a quello della catastrofe e
della caduta (della fiducia popolare, ma non solo) che,
sfumata l'onda della macchina propagandistica e raccolti gli
insuccessi in campo politico, diplomatico e militare, non
poté che confidare nella visione degli irriducibili che da
mitica non poteva che trasformarsi - inevitabilmente, si
direbbe - in mistica.[27]
Scrive Gentile:
« Come altri miti politici del nostro tempo, anche questo
[di Mussolini] è stato il prodotto di una situazione
storica, cioè di condizioni sociali e psicologiche,
culturali e politiche; ma, a sua volta, il mito ha operato
nella realtà, ha influito sullo svolgimento della
situazione storica condizionando l'atteggiamento di molte
persone verso di essa. Nella moderna politica di massa, il
mito ha un ruolo e un'attività che non possono essere
trascurati nell'analisi dei movimenti collettivi senza
compiere una sensibile mutilazione nella loro realtà
storica. E questo vale soprattutto per il fascismo, che è
stato il primo movimento politico di massa che ha portato il
mito al potere.[28] »
Come rappresentante della federazione di Forlì, Mussolini
partecipa al congresso socialista di Milano (1910). L'11
aprile 1911 la sezione socialista di Forlì guidata da
Mussolini vota l'autonomia dal PSI. Nel maggio dello stesso
anno la prestigiosa rivista letteraria La Voce, diretta da
Giuseppe Prezzolini, pubblica il suo saggio Il Trentino
veduto da un socialista, costituito dagli appunti stesi da
Mussolini durante il 1909.
Il 25 settembre, assieme all'amico repubblicano Pietro
Nenni, Mussolini partecipa a una manifestazione contro la
guerra con l'impero ottomano per il possesso di Cirenaica e
Tripolitania, che si conclude con scontri violenti con la
polizia. Mussolini aveva definito l'impresa coloniale
africana di Giovanni Giolitti un "atto di brigantaggio
internazionale"; aveva inoltre definito il tricolore "uno
straccio da piantare su un mucchio di letame".[29] Arrestato
il 14 ottobre, è processato e condannato a un anno di
reclusione (23 novembre). Il 19 febbraio 1912 la Corte
d'Appello di Bologna riduce la pena a cinque mesi e mezzo e
il successivo 12 marzo Mussolini viene rilasciato.
Buongiorno sono Pierluigi Colombini
([email protected]): ho acquistato 25 appuntamenti da
Promotop e sono contento della qualità del servizio.
Cordiali Saluti.
Pierluigi Colombini
SETTORE TELEFONIA MOBILE
5 agosto 2011 7:51 - feedbackpositivi
Salve,
sono Marco Mancinelli ho riacquistato 10 appuntamenti da
PROMOTOP perchè nella mia precedente esperienza ho ottenuto
discreti
risultati.
Saluti
MM
Vedo con piacere che lo seguite il sito dell'ADUC e che
continuate ad inserire feedback positivi, sempre che siano
veri dato che sono inseriti da voi e non dai clienti
direttamente.
Per quale motivo non inserite i feedback di persone che
hanno ricevuto il rimborso nei tempi stabiliti ?
Potete continuare a tappezzare l'area commenti di feedback,
ma il punto è che io ho pagato un servizio per il quale ho
chieto la sospensione come indicato da contratto e da 4 mesi
non ho ancora visto il rimborso.
Saluti
Andreacrescenzio.com
4 agosto 2011 17:23 - feedbackpositivi
Buongiorno siamo Mauro e Ivana della Marior 2010 e siamo
contenti della qualità degli appuntamenti acquistati (50)
ed in generale del servizio.
Marior2010
([email protected] - [email protected])
4 agosto 2011 17:12 - feedbackpositivi
Buongiorno sono Mario Adreani([email protected]) ho
acquistato 25+25 appuntamenti da promotop e sono contento
della qualità del servizio.
Cordiali saluti.
Mario Adreani
4 agosto 2011 17:06 - feedbackpositivi
Buongiorno sono Giuseppe Fucsac([email protected]) ho
acquistato 50 appuntamenti da promotop e sono contento della
qualità del servizio.
Cordiali saluti.
Giuseppe Fucsac
4 agosto 2011 17:04 - feedbackpositivi
Buongiorno sono Maria Immacolata della PSF Pulizie ho
acquistato 25 appuntamenti da promotop e sono contento della
qualità del servizio.
Cordiali saluti.
Maria Immacolata
PSF Pulizie
4 agosto 2011 17:03 - feedbackpositivi
Buongiorno sono Massimo Mezzadri([email protected])
ho acquistato 25 appuntamenti da promotop e sono contento
della qualità del servizio pertanto ne ho acquistati altri
50.
Cordiali saluti.
Massimo
4 agosto 2011 17:02 - feedbackpositivi
Appuntamenti Ottimi.
Sono Ugo Salemi ed ho acquistato 10 appuntamenti e poi un
ulteriore pacchetto da 50 con risultati ottimi.
Consiglio a tutti questa azienda.