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Portafoglio ETF
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Lettera 
2 maggio 2016 0:00
 
Buongiorno, dott. Pedone
seguo con immutato interesse la sezione d’informazione finanziaria del vostro sito, perciò anche quest’anno rinnovo il mio sostegno ad ADUC con i miei complimenti.
La scorsa settimana inviai una richiesta d’informazioni alla quale non ho ricevuto risposta, la ripropongo con qualche variazione per maggior comprensione.
Gestisco da qualche anno i miei risparmi in prima persona con il fai da te con 2 obbiettivi :
1 ) RENDITA aggiuntiva al reddito da lavoro dipendente mio e di mia moglie, da utilizzare nell’arco di 3-5 anni.
2 ) PENSIONE accumulare nel tempo con versamenti trimestrali un capitale integrativo, derivante da flussi mensili di locazioni di immobili ereditati dai genitori, per la futura pensione di mia moglie (tra7-10 anni) o in alternativa avere la possibilità, di anticipare di qualche anno l’uscita dal mondo del lavoro.
Lo scorso anno ho iniziato in modo graduale ad investire, con l’intento di creare 2 portafogli distinti per singolo obbiettivo.
Stabilito la mia perdita massima sopportabile, ho dedicato una parte del capitale disponibile (20%) in Conto Deposito e BPF, con la parte restante sto replicando 2 portafogli modello in ETF, in totale 20% azionario e 60% Obbligazioni.
Per maggior comprensione allego il file dei portafogli, evidenziando in grassetto gli ETF motivo delle mie perplessità e della mia lettera.
Vengo al dunque con le miei considerazioni e domande.
A suo parere
1 – Suddividendo il capitale disponibile in 2 portafogli, acquistando 2 ETF internazionali e 2 ETF Mercati Emergenti uno per ogni singolo portafoglio, rischio di frammentare troppo senza di fatto diversificare nel suo insieme?
Se si, mi può indicare le sostanziali differenze tra questi ETF che mi aiutino a decidere a favore di uno rispetto all’altro evitando di acquistare dei doppioni o maggior costi?
2- I portafogli sono coerenti rispetto al risultato da raggiungere ? In particolare il primo dovrebbe contenere solo titoli con cedole e dividendi con scadenze – 3-5 anni?
3 – Sarebbe invece la soluzione migliore, in ragione anche dei, detenere un singolo portafoglio, un concentrato dei due portafogli?
Grazie e cordiali saluti.
Daniele, da Verona (VR)

Risposta:
premesso che le sue domande esulano, e molto, dagli obiettivi di questo servizio che può leggere qui:
http://investire.aduc.it/documento/domande+frequenti+faq+sugli+investimenti+finanziari_6068.php#d1
provo a darle alcune risposte, per quanto possibile. Ma saranno più domande che risposte. Domande per provare a farla riflettere un po', perché solo lei può, in realtà, sapere se le scelte che ha fatto sono giuste o meno.
Il problema centrale è la scelta della metodologia di gestione dei portafoglio. Non è un problema di diversificare troppo o troppo poco, ma della filosofia che sta alla base delle scelte e di come poi si traduce nella strategia di gestione di portafoglio.
Le consiglio caldamente di leggersi questo articolo e quelli ad essi collegati indicati alla fine:
http://investire.aduc.it/articolo/perche+tante+persone+intelligenti+perdono+soldi_20974.php
Ed adesso le faccio io qualche domanda:
perché ha scelto dei mercati (cioè degli ETF nel suo caso) in luogo di altri?
Quando li ha scelti, ha deciso in quali condizioni pensa di venderli?
Quali idee stanno dietro queste scelte?
Nella sua domanda lei parla di due portafogli modello che replica.
Quando ha scelto questi portafogli modello, ha compreso quali sono i concetti che ci stanno dietro? Come vengono composti e modificati?
Se lo ha fatto non dovrebbe aver dubbi.
Se non lo ha fatto le consiglierei di non seguirli.
Possono essere anche i migliori portafogli modelli del mondo, ma se non si capiscono è facile che si abbandonino nel momento peggiore.
Lei dice che uno degli obiettivi è avere una rendita e per questo segue un portafoglio modello prevalentemente obbligazionario. Ha idea di quale possa essere il rendimento atteso di questo portafoglio con questi chiari di luna che abbiamo con i tassi di mercato? Quale rendita si attende da questo portafoglio? Ha idea del rischio connesso nell'investire in obbligazioni a lungo termine?
Vedo che il portafoglio reddito, ad esempio, ha una componente non trascurabile di obbligazioni governative in euro a lungo termine (con durata tra i 10 ed i 15 anni). Un aumento di un 1% dei tassi a lunga implica un perdita di questo ETF nell'ordine del 10%. E' consapevole? Magari quelli che propongono questo portafoglio modello hanno inserito questo ETF in chiave "tattica" e pensano di uscirne in tempo, o ritengono che i tassi a lunga non saliranno. Ma lei è consapevole di queste scelte?
Forse pensa che fino a quando la BCE ha questa politica i tassi continueranno ad essere bassi. Se è questo che pensa le faccio presente che ad Aprile del 2015 il tasso del decennale tedesco era 0,1% circa a Giugno, poche settimane dopo, è stato dello 0,9%. In quelle poche settimane l'ETF che ha in portafoglio avrebbe perso almeno un 5%. Lei lo avrebbe mantenuto in portafoglio? Ad Aprile scorso il tasso del decennale tedesco è tornato intorno allo 0,1% e poi iniziato di nuovo a salire.
Immagino che chi produce questo portafoglio modello avrà le sue strategie per mettere questo ETF, ma lei le conosce? Ne condivide almeno l'impostazione di fondo?
Mi chiede se i portafogli sono coerenti con gli obiettivi, ma QUALI obiettivi? Avere una rendita? Di quanto? Cedole e dividendi sono una componente del rendimento. Se si ha bisogno di flussi ben precisi può essere utile utilizzare strumenti che li emettono, ma oggi il problema principale è che le obbligazioni sono CARISSIME e non rendono più niente. Il problema principale nell'obbligazionario sono i rischi.
Infine, nella terza domanda mi sembra che manchi un qualcosa, le posso solo dire che scomporre il portafoglio in due portafogli ideali può essere anche un'ottima idea, non vedo dei problemi in questo. Vedo dei problemi nel capire invece cosa si sta facendo.
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Ha risposto Alessandro Pedone: http://investire.aduc.it/info/pedone.php
 
 
 
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