Ho una controversia con l’avvocato che seguiva un procedimento penale (sinistro stradale nel quale è deceduto mio fratello), da me nominato a settembre 2015, e al quale ho dovuto revocare il mandato a novembre 2016, anche su sua esplicita richiesta, per divergenze di veduta sulla linea difensiva da adottare in vista dell’udienza preliminare che doveva tenersi, e si è tenuta, il 15/12/2016.
In sintesi, nonostante l’accordo verbale secondo cui l’onorario da lui richiesto (comprensivo di spese ecc.), ammontante a € 1.500,00, sarebbe stato sufficiente fino all’udienza preliminare, in seguito alla revoca (avvenuta prima della stessa udienza preliminare) mi ha inviato subito dopo una parcella di € 13.000,00 che, al netto dell’acconto ricevuto di € 1.500,00 (così lo ha fatto figurare!) è pari a € 11.000,00.
Preciso che, al momento in cui è stato stipulato l’accordo verbale di cui sopra, oltre a me erano presenti mio fratello e mio cugino, e che i 1.500,00 euro gli sono stati corrisposti brevi manu, in contanti, in tre soluzioni (500 al mese in tre mesi) in nero (a suo dire, così era più conveniente!).
Ad oggi non ha ancora provveduto all’ingiunzione di pagamento, ma suppongo che a breve lo farà.
Posso oppormi con successo alle sue disoneste ed ingiustificate richieste?
Vi ringrazio per le risposte che vorrete gentilmente darmi e Vi saluto cordialmente.
Renato, da Erice (TP)

Risposta:
senza voler troppo censurarla per complicita' in un comportamento illegale, ma solo per segnalare come un creduto risparmio immediato si trasforma nella perdita di un diritto da invocare in giudizio, le ricordiamo che il professionista dovra' avvalersi del visto della notula presso il suo Ordine di appartenenza prima di procedere ad un recupero crediti mediante decreto ingiuntivo, cio' che potra' arrecargli non pochi impedimenti a procedere, se non ha provveduto ad emettere un preventivo scritto all'atto dell' incarico.