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Delisting delle azioni IWBank
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Lettera 
24 maggio 2011 0:00
 
Gentili Signori,
approfitto della vs. grande competenza ed imparzialità (tale per cui non vi esimete, quando secondo voi opportuno, anche dal "dar torto" al privato cittadino investitore...) per sottoporvi la situazione dei tanti che come me oltre ad essere stati clienti della banca online IWBank hanno avuto anche la "sventura" di decidere di provare ad esserne piccoli azionisti.
Già io cliente appunto di IWBank tra l'altro soddisfatto dei servizi offerti, quando a fine 2006 mi venne segnalato dalla stessa banca (da poco finita sotto il pieno controllo di UBI) che si sarebbe proceduto con la quotazione in borsa della stessa, decisi di "credere" nel progetto aderendo all'offerta di azioni proposte 4.6 euro, comprandone un lotto di 1000.
Purtroppo praticamente fin dal debutto in borsa, le quotazioni del titolo cominciarono un inesorabile declino che arrivò nei momenti peggiori a quasi il 70% del valore iniziale. Non capendo come mai una struttura comunque inserita in un grande gruppo bancario e che percepivo ben "funzionante" desse tali risultati borsistici ma anche confidando in un molto presumibile progressivo diffondersi negli anni successivi del banking online (secondo logica a vantaggio anzitutto degli attori PRINCIPALI già presenti sulla scena, come minimo per un fatto di know how) ritenni di non liquidare quello che si stava rivelando un affare non azzeccato e confidare in una buona ripresa del titolo. Passano purtroppo gli anni senza particolari segnali positivi fino ad arrivare all'inizio della primavera di quest'anno quando UBI comunica di lanciare un'OPA per il riacquisto di azioni ad un prezzo di 1.988 euro l'una. Essendo ben meno della metà di quanto da me a suo tempo pagato, decidevo di non aderire e soprattutto purtroppo mi sfuggiva, per mia ignoranza su certi termini e meccanismi, il non trascurabile dettaglio che si trattava di un'OPA con clausola "residuale" per cui se UBI avesse raggiunto la quota del 95% dell'intero pacchetto azionario avrebbe avuto diritto di "espropriare" senza ulteriori avvisi pure il rimanente 5% di titoli a chi avesse deciso di non accettare la sua offerta, tra cui il sottoscritto. Di ciò me ne accorgevo infatti solo la settimana scorsa vedendo il mio estratto conto su cui risultavano accreditati poco più di 2000 euro per tale operazione.
Fatto questo riassunto dei fatti vengo al dunque: posso ammettere che UBI si sia mossa nei termini consentiti da leggi e regolamenti (tra l'altro l'operazione si è svolta sotto la necessaria supervisione di CONSOB) però ciò non toglie che UBI non è un nuovo azionista che subentra portando nuovi capitali ma il preesistente proprietario che organizza la quotazione in borsa e che con questa manovra incamera a tutto danno degli altri azionisti, specie i PICCOLI come il sottoscritto, un guadagno: vende a 4.7 e riacquista sostanzialmente a 2!!! Inoltre IWBank continua ad essere leader di mercato e tra l'altro risulta che:
"Nell'attesa che UBI Banca comunichi i dati ufficiali e definitivi del 2010, ricordiamo che il Gruppo ha archiviato i primi nove mesi dello scorso anno con profitti anno su anno in crescita del 5,6% grazie in particolare all'accelerazione della redditività conseguita nel terzo quarto dello scorso anno.
I dati, nel complesso, hanno confermato la strategia di sviluppo sia sostenibile, sia equilibrata di UBI Banca che, nello specifico, poggia sull'acquisizione di nuove quote di mercato a fronte della salvaguardia dell'adeguatezza patrimoniale. A fronte di indicatori patrimoniali solidi, infatti, nel periodo sono migliorati sia i margini di interesse, sia la qualità del credito. Riguardo a IW Bank ricordiamo come la società sia tra i leader online in Italia nei servizi bancari, prestiti, finanziamenti e mutui ai privati ed alle aziende".
Non vedendo purtroppo gli estremi per azioni legali, ritengo però che sia utile che la questione almeno venga rappresentata ai cittadini in qualità di utenti di banche perché siano informati e consapevoli del comportamento di UBI, non fosse altro per valutare bene nel momento che decidessero eventualmente di diventarne clienti.

Risposta:
Come ha scritto, tutto è avvenuto nei limiti della legalità e quindi non si possono muovere contestazioni. Di sicuro, si tratta dell'ennesimo episodio che dimostra come i piccoli investitori siano considerati solo quando devono tirare fuori i soldi, per poi essere dimenticati.
 
 
 
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