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Caparra promessa ma non rimborsata
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Lettera 
18 ottobre 2008 0:00
 
Dalla lettura dei contenuti del vostro sito desumo che l'albergatore non ha l'obbligo di risarcire
la caparra per una prenotazione disdetta.
La mia vicenda presenta due punti nuovi che dettaglio:
1) Prenoto via mail e poi effettuo bonifico di Euro 200 a favore della banca dell'albergatore.
Dopo 1-2 giorni, causa grave malattia parente stretto, disdico la prenotazione e mi reco alla mia banca per chiedere se fosse possibile bloccare il bonifico; mi rassicurano che mi sarà restituito l'intero importo che penseranno loro a contattare l'altra banca. Passano 10 giorni ma l'importo non mi viene accreditato. Cerco vanamente di contattare la proprietà dell'albergo che solo dopo 10 giorni ammette di aver ricevuto la caparra; la mia banca dall'altra parte ammette che inizialmente era stata ottimista nell'assicurarmi il blocco del bonifico.
Capitolo banca: chiuso, il bonifico è arrivato sulla banca dell'albergatore.
2) A questo punto chiedo di avere la restituzione della caparra. L'albergatore, tramite mail (che ho conservato con cura), richiede le coordinate bancarie per effettuare il bonifico a mio favore, cosa che faccio subito tramite mail (che ho conservato con cura). Dopo aver aspettato i canonici 5-6 giorni lavorativi incomincio a verificare il versamento a mio favore che non avverrà mai. Segue ancora un periodo di mail e contro mail, telefonate e contro telefonate sempre senza successo; alla fine l'albergatore, cosa che avrebbe dovuto fare all'inizio, dice che non restituirà la caparra.
Capitolo albergo: chiuso, la caparra non viene restituita anche se inizialmente mi era stato assicurato il contrario.
Dal momento che per circa un mese mi sono sentito prendere in giro, che ho speso tempo e denaro in mail e telefonate vi chiedo molto cortesemente se è nelle mie possibilità e nei miei diritti (tenendo presente che ho conservato tutte le mail citate sopra) rivalermi nei confronti dell'albergatore per ottenere la restituzione della caparra.
Filippo, da Milano (MI)

Risposta:
dobbiamo chiarirle che se non vi sono presupposti giuridici (desumibili in generale dalle regole del codice civile e piu' specificatamente dagli accordi intercorsi con l'albergatore al momento della prenotazione) su cui basare una pretesa di rimborso, non puo' esserci certezza riguardo l'ottenibilita' dello stesso. Nel caso specifico lei potrebbe semmai chiedere la somma come rimborso del danno causato dal disagio, perdita di tempo, disinformazione, etc., ma l'ottenibilita' e' piu' incerta e potrebbe dover arrivare in giudizio (tentando prima di trovare un accordo in conciliazione, o presso il giudice di pace o presso la locale camera di commercio). Le probabilita' aumenterebbero considerevolmente se lei avesse in mano una dichiarazione scritta dell'albergatore che riconosce il suo diritto al rimborso e promette di farlo entro TOT tempo. Questo documento potrebbe costituire un'ottima base, e potrebbe farvi riferimento nella sua contestazione formale che consigliamo, come primo passo, di inviare per messa in mora:
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