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Agenzia delle entrate
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Lettera 
14 agosto 2013 0:00
 
Salve,
ho appena ricevuto (il 20 luglio 2013) cartelle esattoriali dall'Agenzia delle Entrate che mi chiede di pagare un importo totale di circa 12000 euro per aver usufruito dell'agevolazione tasse prima casa quando acquistai un appartamento nel 2006 dal valore di 230000 euro, in seguito rivenduto, prima della scadenza dei 5 anni.
Premetto che due anni dopo l'acquisto (2008) l'azienda in cui lavoravo come dipendente ci mise tutti in cassa integrazione a zero ore (praticamente licenziati) e quindi con rata di mutuo di 1300 euro mensili praticamente insopportabile con uno stipendio di 750 euro più quello di mia moglie 1000 euro.
Cominciammo a chiedere (con esito positivo) la sospensione del mutuo, nel frattempo la casa la mettemmo in vendita, riuscendo a venderla nel 2010, iscritto in banca dati CRIF come cattivo pagatore, vendemmo la casa a 219000 euro, ma rimaneva da saldare anche l'anno in cui chiedemmo la sospensione, chiedemmo un prestito alla banca e saldammo il mutuo.
Per continuare ad usufruire di quella legge che ci permetteva di avere ancora diritto alle imposte agevolate su quella casa eravamo COSTRETTI a comprare un altro immobile....MI DITE VOI QUALE BANCA AVREBBE FATTO UN MUTUO AD UN DISOCCUPATO ??? (lettera di licenziamento dal 01/02/2011).
OLTRE AL DANNO ANCHE LA BEFFA.. STO ANDANDO AVANTI CON CONTRATTINI DI LAVORO A TEMPO DETERMINATO, la tipa dell'agenzia delle entrate mi ha detto che mi conviene pagare subito 1000 euro per fermare gli interessi....COSA DEVO FARE...?
GRAZIE
Carmine, da Garbagnate Milanese

Risposta:
la sua è una situazione ormai molto frequente, visto il periodo che stiamo attraversando. Purtroppo non ci sono molti margini per contestare la richiesta dell'Agenzia delle Entrate. Infatti, non è previsto che la perdita di lavoro giustifichi la vendita prima dei 5 anni dall'acquisto. L'unica cosa che puo' fare è chiedere una rateizzazione ad Equitalia, rateizzazione che puo' ora essere spalmata su 120 rate a seguito dell'entrata in vigore del cd. "decreto del fare".
 
 
 
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