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Lettera 
1 aprile 2004 0:00
 
spett ADUC, un dovuto ringraziamento anche a nome di colleghi che hanno finalmente scoperto come sia utile internet e quanto sia indispensabile il vostro lavoro. So che trattate i diritti dei consumatori, ma provo ugualmente a raccontarvi (brevemente) la mia situazione lavorativa per farvi poi una domanda. Lavoro per un'azienda informatica che offre consulenza a una grande azienda italiana presso la quale viene svolto il lavoro. In quest'azienda ho a che fare con materiale *molto* riservato. Praticamente lavoro in un capannone all'interno del quale si trovano le "macchine" in assemblaggio e il reparto in cui lavoro, che si occupa della parte informatica. Ebbene lavorare nel reparto in cui mi trovo e' difficile. Gestisco 4-6 computer che hanno un monitor 21" con vetro riflettente (se metto la camicia bianca non vedo nulla!). Le scrivanie sono bianchissime, anch'esse riflettenti. Le lampade sono quelle al neon, enormi, da capannoni. Nei reparti adiacenti al mio usano dei ventoloni per raffreddare certe apparecchiature, e dal casino che fanno, per parlare con i colleghi distanti 1m (dico un metro) devo avvicinarmi e chinarmi. Se fisso a lungo il monitor capita di vedere dei lampeggi sotto gli occhi. Nei periodi caldi c'e' pieno di zanzare. In autunno si riempie di cimici (quelle verdi che puzzano se si schiacciano). In un ufficio di un altro reparto hanno trovato delle zecche. Ora, per me il lavoro e' sacro, ma diamine non trovo giusto che quando esco dal lavoro, dopo 1 ora di autostrada mi ritrovo a casa completamente rincretinito con le orecchie che fischiano e gli occhi che lacrimano. Trattandosi di un'area *molto* riservata un'eventuale intervento della ASL verrebbe bloccato, come gia' e' accaduto anni fa. I sindacati dell'azienda... non parliamone. Chi mi resta? Se protesto (e non posso visto che sono consulente) mi fanno stare a casa. A me piace lavorare e piace il lavoro che faccio. A voi vorrei chiedere a chi rivolgermi. Grazie!
Paolo, da Cadorago

Risposta:
purtroppo, non occupandoci di lavoro, non siamo proprio in grado d'esserle d'aiuto.
Non sarebbe male, s'ipotizza, segnalare il fatto ad Ispesl ed Asl, pero' se tutto fosse in regola l'unica azione ipotizzabile sarebbe quella dei sindacati.
 
 
 
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