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26 gennaio 2004 0:00 - matteo savastano
Sinceramente non credo che il codice in questione potrà tutelarci più del buon senso comune.
Mi spiego.L'aver eccessivamente previsto il c.d. consenso informato ha indotto la maggior parte dei cittadini a liberarsi del consenso al trattamento dei dati sensibili con estrema facilità. Un esempio assai significativo. E' ormai diffusissimo il fenomeno delle Card vantaggi di vari esercizi commerciali. Lo sconto e le offerte speciali valgono solo per i possessori delle card, allora il consumatore, specie di questi tempi, pur di risparmiare qualche centesimo si precipita a richiedere la tesserina magica e firma chilometriche clausole liberatorie senza soffermarsi più di tanto nemmeno sui titoli in grassetto dei moduli prestampati.
Nessuno legge quel che firma perche vuole lo sconto , mentre i titolari delle grosse catene commerciali ingrossano all'inverosimile il database o archivio che dir si voglia dei cittadini consumatori.
E si badi che questi archivi contengono tante e tali notizie sulla vita privata di ciascuno che il loro valore commerciale risulta essere un vero e proprio tesoro per le società che studiano e praticano la pubblicità mirata.
Consiglio a tutti meno enfasi e maggiore attenzione, mentre auspico che le associazioni di tutela dei consumatori si decidano ad intervenire sulla questione.
15 gennaio 2004 0:00 - Daniele Egidi
Spett.le Redazione,
chiedo info in merito alla possibilità di richiedere, come da Voi indicato nell'articolo, 'le fatture dettagliate (con le tre ultime tre cifre “in chiaro”)'.

In attesa di Vs. risposta,
Cordiali saluti
16 gennaio 2004 0:00 - mariaregina
Nuove regole per la privacy

Finalmente qualcosa di nuovo e giusto, a parte a dare pienamente ragione al Sig. Michele Paratico per i disturbatori telefonici (ragione per cui anch'io ho dovuto rendere il mio numero 'riservato', perchè ero stata inserita in una lista di questi disturbatori, che mi bombardavano di telefonate indesiderate); ma la cosa che apprezzo di più è la difesa della privacy nel settore della sanità.

Perchè purtroppo quando si ha una patologia cronica, io vedo - personalmente purtroppo è il mio caso - che quando si va agli sportelli degli ospedali per prenotazioni di visite o esami, ci sono sempre gli impiegati che fanno qualche commento, o che si parlano tra di loro o magari a voce alta per parlarsi l'un l'altro partono con certe esclamazioni tipo:'....senti qui c'è una signora che deve fare il tal esame o la tal visita, mi sai dire...ecc', alla faccia della privacy di chi non vuol fare sapere a tutti i suoi problemi. Oltre al fatto che magari ti rechi in farmacia per l'acquisto dei medicinali e succede la stessa cosa, e vorrei far notare che per chi come me purtroppo, è soggetto ad una patologia cronica, questi episodi risultano oltremodo frustranti oltre che fastidiosi.
Per non parlare delle fatture delle prestazioni sanitarie, per le quali in alcuni ospedali, dove magari c'è una direzione sensibile al problema, ti rilasciano delle fatture diciamo 'anonime' , cioè che riportano solo :'visita di controllo dal Dott. Tal dei Tali' o 'esami di controllo come da esenzione' (che già anche quella per gli operatori sanitari che sono abituati a trattare questi dati, è già un identificativo); mentre in alcuni ospedali purtroppo mi è capitato di dover ritirare delle fatture per il pagamento di visite private e non, che doveva per forza riportare la tal patologia cronica, cosa che mi infastidisce perchè poi magari quelle fatture devo presentarle a qualcun altro per motivi diversi e quindi non mi sta bene che vi sia riportato sia il codice o peggio il tipo di patologia di cui soffro.
Anche perchè, già è una cosa poco piacevole per chi soffre di patologie croniche, ma che poi anche chiunque operi nel ramo o non, possa esserne messo a conoscenza, la cosa non mi sta bene.

Ringrazio quindi per aver pubblicato questo avviso, in quanto per la prossima volta mi avarrò di tale normativa per proteggere la mia privacy.
Grazie per l'attenzione, saluti
M.
15 gennaio 2004 0:00 - Michele Paratico
Noto con piacere che, finalmente, sono previste misure per combattere il fenomeno delle chiamate di disturbo. Non riesco ancora a capire in base a quale perverso ragionamento possa essere garantito l'anonimato di quei mascalzoni che telefonano per molestare, offendere pesantemente e addirittura minacciare di morte. È successo a mia sorella qualche anno fa e i mascalzoni usavano il cellulare!!!. Certo, in teoria, a seguito di una denuncia, i Carabinieri o la Polizia avrebbero svolto un'indagine. Forse nel mondo delle belle intenzioni, dove vivono quei legislatori che hanno redatto la legge sulla privacy o di cui sono i garanti, le forze dell'ordine si danno da fare per arrestare quei mascalzoni. Di fatto, se non conosci qualcuno nella Polizia o tra i Carabinieri, qualcuno della Telecom o, come successo di recente, non sei parente di qualche ministro, la tua denuncia lascia il tempo che trova. A volte mi chiedo se l'On. o Sen. Rodotà , persona del resto stimabile, abbia i contatti con la realtà della gente comune perchè non credo che quello che è successo a mia sorella sia stato un caso isolato. Eppure non mi ricordo di nessun suo intervento in merito. Se ciò non corrispondesse al vero, chiedo immediatamente scusa.

Cordiali saluti,

Michele Paratico
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