Anzitutto questo è il nostro paese,ed è imprenscindibile
agire in questo contesto,e dal momento che mi dici di essere
teorico ti faccio osservare che dovendo fare accantonamenti
per la vecchiaia e materialmente impossibile farlo
attraverso i btp,ragione per cui i prodotti affini ai fondi
pensione potrebbero essere i piani di accumulo i piani in
etf,le polizze di capitale tutte cose gestite da chi
gestisce anche i fondi previdenziali con gli stessi vizi e
virtù.
Più che di rendimenti insoddisfacenti,che riguardano
peraltro tutto il panorama del risparmio gestito,parlerei
del rapporto fra chi propone e chi compra il prodotto,per
dimostrare l'inadeguatezza del sistema distributivo a
soddisfare esigenze e bisogni reali.
30 agosto 2012 21:55 - EMPIRE52
Ho sempre apprezzato i tuoi commenti, ma oggi li trovo molto
teorici, sembra che non vuoi vedere come funzionano certe
cose in Italia.
Io sono un tecnico e guardo i risultati, basta leggere anche
i numerosi commenti dell'ADUC sui scadenti rendimenti dei
fondi pensione, sulla liberalizzazione dei FdF,
sull'eccessivo ed inutile turn-over, volti solo ad
accrescere le spese occulte. Leggere anche il libro di Beppe
Scienza, aiuta a capire perchè non rendono e non
funzionano. E' vero, all'estero funzionano, ma noi siamo in
Italia, paese delle truffe e degli imbrogli, delle troppe
regole scritte e che nessuno controlla se vengono applicate.
applicates
30 agosto 2012 18:29 - lucki
Spesso immaginiamo un paese peggiore di quello che è,spesso
alla base del conflitto c'è supponenza e pregiudizio,non
voglio fare la morale a nessuno ma impostare il problema
previdenza come hai fatto serve solo ad aggiungere altra
confusione laddove occorre chiarezza da parte delle
istituzioni politiche e sindacali principalmente,c'è un
ritardo nell'informazione,c'è una resistenza a percepire un
possibile futuro diverso dallo status/quo.
La pensione basata sui 3 pilastri pubblico - integrativo
-privato è un concetto assimilato nei maggiori paesi
occidentali e noi ci stiamo adeguando con grave ritardo.
Ciò premesso sviluppare i fondi previdenziali significa
creare carburante per l'economia reale,significa sotto il
controllo della legge affidare ad un gestore i miei risparmi
per riaverli come pensione in illo tempore,significa
affrontare delle spese di gestione,ma significa poter
detrarre l'importo versato come onere deducibile, e non è
poco,significa poter comprare centinaia di titoli e
ripartire il rischio per area geografica e valuta,significa
non mettere le uova nello stesso paniere,significa far fare
a ciascuno il proprio mestiere.
Detto questo un conto è gestire piccole somme per poco
tempo altra cosa e per un trentenne costruirsi una
pensione.Nell'intervento lamentavi lo scarso rendimento,ma
scarso rispetto a cosa quando piove a cielo aperto piove per
tutti,ma se siamo riparati sotto lo stesso tetto prima o poi
tornerà a splendere il sole,insomma la democrazia,la
condivisione dei problemi della società passa anche dai
fondi integrativi,basta istruirsi ed agire con il criterio
del buon padre di famiglia.
30 agosto 2012 15:23 - EMPIRE52
@lucki,
non sono in pensione, sono fra quegli esodati che a pochi
mesi dall'arrivo hanno spostato il traguardo. Sono daccordo
che la previdenza integrativa dovrebbe essere l'unica via
percorribile, per questo vi ho aderito tra i primi, per 13
anni. Ma mi permetti di dire che siamo in Italia, dove nulla
è creato per funzionare come dovrebbe, ma tutto è fatto
per speculare sulla pelle degli iscritti, permettendo a
banche ed assicurazioni di fare ciò che vogliono senza
alcun controllo vero. Grazie alla mobilità, ho preferito
togliere tutto ed investire in BTP Italia, cosi so quanto mi
rendono in cedole, conservando il capitalematurato. Evitando
speculazioni, tasse, balzelli regionali, comunali e quote
associative annuali. Credo di aver agito onestamente senza
togliere nulla ad altri, pensi ancora che ho fatto male?
28 agosto 2012 20:44 - lucki
Empire,parli cosi a pancia piena, intuisco che sei un
pensionato andato in pensione con il vecchio sistema
retributivo lasciando a secco le nuove generazioni.
Devi capire che la previdenza integrativa è l'unica via che
resta praticabile in una società dove il welfare è
costretto a ridimensionarsi.
Più in generale siamo in presenza di un
ritardo,sociale,economico,culturale,politico largamente
diffuso di cui tu puoi benissimo essere un esemplare.
26 agosto 2012 22:26 - EMPIRE52
Lascia perdere ... ne pip, ne fip. apri un conto titoli, ce
ne sono tanti gratuiti, non si paga neanche l'imposta di
bollo ... ogni tanto ci poni un btp a lunga scadenza ...
cosi sarai sicuro di avere un capitale che cresce e delle
cedole periodiche. I fondi pensioni, in Italia, non ti puoi
fidare: organi di controllo che non controllano, società di
revisioni che certificano il falso ...sono tutti in mano a
banche e assicurazioni e dopo 30 anni, con le crisi e le
speculazioni che ci sono di continuo, non ritrovi neanche i
soldi che hai investito ... ho avuto per 13 anni il fondo
metalmeccanico ... alla fine ho ripreso i miei soldi ...
sembrano che costano poco ma poi ti accorgi che fanno un
elevato turn-over solo per far crescere le loro commissioni
senza alcun vantaggio pratico ... alla fine il montante
finisce ad una assicurazione che per inviarti mensilmente il
bonifico si prende circa il 3%.
I fondi pensioni sono una gabbia in cui, una volta entrato,
non si può più uscire ... chiediti il perchè ...(..quando
ti accorgi come funzionano e ci sei dentro è troppo tardi)
25 agosto 2012 20:45 - lucki
Prof,sei tu che generi confusione,non è questione di lana
caprina,fattelo spiegaremeglio dal tuo capozona.
25 agosto 2012 15:27 - macheneso
Aridaje...FIP e PIP sono termini usati analogamente, in
alternativa l'uno dall'altro.
Per questo dico che non è opportuno distinguere PIP e FIP
altrimenti si ingenera confusione.
24 agosto 2012 19:01 - lucki
No professore fip e pip sono la stessa cosa ma dopo il
d.l.47 del gennaio 2001 fiscalmente funzionano in modo
diverso.
24 agosto 2012 10:40 - macheneso
Per evitare equivoci, non distinguere PIP e FIP in base alla
normativa "ante-rivoluzione" e "post-rivoluzione", perché
appunto PIP e FIP si usano alla stessa maniera.
Se parli di FIP per quelli fino al 2000 e PIP per quelli dal
2001 in avanti, ti capisci solo tu.
23 agosto 2012 13:28 - lucki
Un fip stipulato il 31 dicembre 1999 ed un pip stipulato il
1° genn 2000,hanno trattamenti diversi,le modifiche
introdotte dal d.l. 47 sono expost.Va bene cosi professore?
21 agosto 2012 19:30 - macheneso
Vuol dire che distinguere FIP e PIP non ha senso, e ciò che
scrivi sulla fiscalità conferma che la confusione la stai
facendo tu.
La normativa, fiscalità inclusa, riguarda (con le varie
modifiche nel tempo intercorse) tutti i prodotti
previdenziali.
21 agosto 2012 19:21 - lucki
E che vuol dire anche prima il fip era previdenziale,ma
fiscalmente con il pip esistono enormi differenze per
esempio la tassazione separata su gli accantonamenti invece
della cedolare secca.
21 agosto 2012 16:47 - macheneso
FIP e PIP si usano comunemente come sinonimi.
Prima del 1 gennaio 2001 non esistevano, perché da quella
data iniziano ad esistere i prodotti previdenziali come oggi
li conosciamo.
Prima si parla di polizze, poi il nome con cui venivano
vendute non importa.
20 agosto 2012 18:34 - lucki
Fra il fip ed il pip ci sono differenze normative e fiscali
rilevanti;dall'introduzione del d.l. 47 del gennaio 2000
esistono solo i pip e i fip emessi fino a quella data a
scadenza avranno un trattamento fiscale diverso dai pip.
Inoltre rispetto ai pip si possono prendere in
considerazione i fondi aperti che hanno costi più
contenuti.