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1 settembre 2012 20:12 - lucki
Anzitutto questo è il nostro paese,ed è imprenscindibile agire in questo contesto,e dal momento che mi dici di essere teorico ti faccio osservare che dovendo fare accantonamenti per la vecchiaia e materialmente impossibile farlo attraverso i btp,ragione per cui i prodotti affini ai fondi pensione potrebbero essere i piani di accumulo i piani in etf,le polizze di capitale tutte cose gestite da chi gestisce anche i fondi previdenziali con gli stessi vizi e virtù.
Più che di rendimenti insoddisfacenti,che riguardano peraltro tutto il panorama del risparmio gestito,parlerei del rapporto fra chi propone e chi compra il prodotto,per dimostrare l'inadeguatezza del sistema distributivo a soddisfare esigenze e bisogni reali.
30 agosto 2012 21:55 - EMPIRE52
Ho sempre apprezzato i tuoi commenti, ma oggi li trovo molto teorici, sembra che non vuoi vedere come funzionano certe cose in Italia.
Io sono un tecnico e guardo i risultati, basta leggere anche i numerosi commenti dell'ADUC sui scadenti rendimenti dei fondi pensione, sulla liberalizzazione dei FdF, sull'eccessivo ed inutile turn-over, volti solo ad accrescere le spese occulte. Leggere anche il libro di Beppe Scienza, aiuta a capire perchè non rendono e non funzionano. E' vero, all'estero funzionano, ma noi siamo in Italia, paese delle truffe e degli imbrogli, delle troppe regole scritte e che nessuno controlla se vengono applicate. applicates
30 agosto 2012 18:29 - lucki
Spesso immaginiamo un paese peggiore di quello che è,spesso alla base del conflitto c'è supponenza e pregiudizio,non voglio fare la morale a nessuno ma impostare il problema previdenza come hai fatto serve solo ad aggiungere altra confusione laddove occorre chiarezza da parte delle istituzioni politiche e sindacali principalmente,c'è un ritardo nell'informazione,c'è una resistenza a percepire un possibile futuro diverso dallo status/quo.
La pensione basata sui 3 pilastri pubblico - integrativo -privato è un concetto assimilato nei maggiori paesi occidentali e noi ci stiamo adeguando con grave ritardo.
Ciò premesso sviluppare i fondi previdenziali significa creare carburante per l'economia reale,significa sotto il controllo della legge affidare ad un gestore i miei risparmi per riaverli come pensione in illo tempore,significa affrontare delle spese di gestione,ma significa poter detrarre l'importo versato come onere deducibile, e non è poco,significa poter comprare centinaia di titoli e ripartire il rischio per area geografica e valuta,significa non mettere le uova nello stesso paniere,significa far fare a ciascuno il proprio mestiere.
Detto questo un conto è gestire piccole somme per poco tempo altra cosa e per un trentenne costruirsi una pensione.Nell'intervento lamentavi lo scarso rendimento,ma scarso rispetto a cosa quando piove a cielo aperto piove per tutti,ma se siamo riparati sotto lo stesso tetto prima o poi tornerà a splendere il sole,insomma la democrazia,la condivisione dei problemi della società passa anche dai fondi integrativi,basta istruirsi ed agire con il criterio del buon padre di famiglia.
30 agosto 2012 15:23 - EMPIRE52
@lucki,
non sono in pensione, sono fra quegli esodati che a pochi mesi dall'arrivo hanno spostato il traguardo. Sono daccordo che la previdenza integrativa dovrebbe essere l'unica via percorribile, per questo vi ho aderito tra i primi, per 13 anni. Ma mi permetti di dire che siamo in Italia, dove nulla è creato per funzionare come dovrebbe, ma tutto è fatto per speculare sulla pelle degli iscritti, permettendo a banche ed assicurazioni di fare ciò che vogliono senza alcun controllo vero. Grazie alla mobilità, ho preferito togliere tutto ed investire in BTP Italia, cosi so quanto mi rendono in cedole, conservando il capitalematurato. Evitando speculazioni, tasse, balzelli regionali, comunali e quote associative annuali. Credo di aver agito onestamente senza togliere nulla ad altri, pensi ancora che ho fatto male?
28 agosto 2012 20:44 - lucki
Empire,parli cosi a pancia piena, intuisco che sei un pensionato andato in pensione con il vecchio sistema retributivo lasciando a secco le nuove generazioni.
Devi capire che la previdenza integrativa è l'unica via che resta praticabile in una società dove il welfare è costretto a ridimensionarsi.
Più in generale siamo in presenza di un ritardo,sociale,economico,culturale,politico largamente diffuso di cui tu puoi benissimo essere un esemplare.
26 agosto 2012 22:26 - EMPIRE52
Lascia perdere ... ne pip, ne fip. apri un conto titoli, ce ne sono tanti gratuiti, non si paga neanche l'imposta di bollo ... ogni tanto ci poni un btp a lunga scadenza ... cosi sarai sicuro di avere un capitale che cresce e delle cedole periodiche. I fondi pensioni, in Italia, non ti puoi fidare: organi di controllo che non controllano, società di revisioni che certificano il falso ...sono tutti in mano a banche e assicurazioni e dopo 30 anni, con le crisi e le speculazioni che ci sono di continuo, non ritrovi neanche i soldi che hai investito ... ho avuto per 13 anni il fondo metalmeccanico ... alla fine ho ripreso i miei soldi ... sembrano che costano poco ma poi ti accorgi che fanno un elevato turn-over solo per far crescere le loro commissioni senza alcun vantaggio pratico ... alla fine il montante finisce ad una assicurazione che per inviarti mensilmente il bonifico si prende circa il 3%.
I fondi pensioni sono una gabbia in cui, una volta entrato, non si può più uscire ... chiediti il perchè ...(..quando ti accorgi come funzionano e ci sei dentro è troppo tardi)
25 agosto 2012 20:45 - lucki
Prof,sei tu che generi confusione,non è questione di lana caprina,fattelo spiegaremeglio dal tuo capozona.
25 agosto 2012 15:27 - macheneso
Aridaje...FIP e PIP sono termini usati analogamente, in alternativa l'uno dall'altro.

Per questo dico che non è opportuno distinguere PIP e FIP altrimenti si ingenera confusione.
24 agosto 2012 19:01 - lucki
No professore fip e pip sono la stessa cosa ma dopo il d.l.47 del gennaio 2001 fiscalmente funzionano in modo diverso.
24 agosto 2012 10:40 - macheneso
Per evitare equivoci, non distinguere PIP e FIP in base alla normativa "ante-rivoluzione" e "post-rivoluzione", perché appunto PIP e FIP si usano alla stessa maniera.

Se parli di FIP per quelli fino al 2000 e PIP per quelli dal 2001 in avanti, ti capisci solo tu.
23 agosto 2012 13:28 - lucki
Un fip stipulato il 31 dicembre 1999 ed un pip stipulato il 1° genn 2000,hanno trattamenti diversi,le modifiche introdotte dal d.l. 47 sono expost.Va bene cosi professore?
21 agosto 2012 19:30 - macheneso
Vuol dire che distinguere FIP e PIP non ha senso, e ciò che scrivi sulla fiscalità conferma che la confusione la stai facendo tu.

La normativa, fiscalità inclusa, riguarda (con le varie modifiche nel tempo intercorse) tutti i prodotti previdenziali.
21 agosto 2012 19:21 - lucki
E che vuol dire anche prima il fip era previdenziale,ma fiscalmente con il pip esistono enormi differenze per esempio la tassazione separata su gli accantonamenti invece della cedolare secca.
21 agosto 2012 16:47 - macheneso
FIP e PIP si usano comunemente come sinonimi.

Prima del 1 gennaio 2001 non esistevano, perché da quella data iniziano ad esistere i prodotti previdenziali come oggi li conosciamo.

Prima si parla di polizze, poi il nome con cui venivano vendute non importa.
20 agosto 2012 18:34 - lucki
Fra il fip ed il pip ci sono differenze normative e fiscali rilevanti;dall'introduzione del d.l. 47 del gennaio 2000 esistono solo i pip e i fip emessi fino a quella data a scadenza avranno un trattamento fiscale diverso dai pip.

Inoltre rispetto ai pip si possono prendere in considerazione i fondi aperti che hanno costi più contenuti.
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